Perchè le crociate? Saggio interpretativo (di don Giorgio Fedalto)

animalfarm (dal sito Totus tuus )

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Si sta assistendo ad un sempre più elevato interesse per le crociate, in un mondo globale in cui si è alla ricerca di una definizione di identità europea.

In questo crescendo d’interesse non mancano però pregiudizi e prevenzioni ideologiche.

L’Autore, in questo saggio, si propone di dare una definizione alla crociata nel suo contesto storico e culturale

La storia d’Italia nel ricordo di un giornalista (1846-1900) (di Giambattista Casoni)

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Torniamo al grande momento della secolarizzazione d’Italia. Come oggi noi, anche allora vi furono donne e uomini che si batterono per i diritti di Dio e della Chiesa.

Come vissero allora i cattolici fedeli al Papa? Quale era il loro giudizio sui fatti che avvenivano? Come si regolarono davanti ad essi? Cosa inventarono per cercare di fermare la scristianizzazione del nostro popolo?


Nel clima di violenta persecuzione dell’Italia risorgimentale, una delle più eminenti figure del laicato cattolico espone fatti e giudizi su quanto avveniva attorno a lui.

Mezzo secolo di storia nel quale molti e gravi avvenimenti religiosi, politici e sociali si sono o compiuti, o provvidenzialmente predisposti, “di guisa che la seconda metà del secolo decimonono, alla quale appunto mi riferisco, è il riepilogo della storia dell’intero secolo decimonono, come è il proemio, più o meno esplicito, del secolo ventesimo, nel quale siamo già entrati”.

Storia della Rivoluzione Italiana (di Paolo Mencacci)

lord of world(tratto da nazionenapulitana.org)

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La storiografia cattolica italiana si è subordinata per tutto l’arco del secolo alla cultura egemone dello stato unitario prima nazional-fascista poi nella seconda metà del secolo liberal-marxista.

Si è trattato di una disfatta che ha portato anche pesanti conseguenze sul piano politico. Il punto nevralgico di questa disfatta del pensiero cattolico di fronte alla cultura dominante è stata l’interpretazione della rivoluzione italiana del diciannovesimo secolo: il Risorgimento.

Il giudizio della Chiesa sul Risorgimento italiano e il giudizio formulato in una grande quantità di documenti da Pio IX e dai suoi immediati successori Leone XIII e san Pio X. Questo giudizio del magistero sul piano storiografico si è espresso in opere di autori oggi ignoti o dimenticati come don Giacomo Margotti, Paolo Mencacci, monsignor Pietro Balan.

“Quando c’era Berlinguer”…

berlinguerCultura & Identità. Rivista di studi conservatori –

Anno VI, nuova serie, n. 5, 22 giugno 2014 (pag1-4)

(editoriale)

Trent’anni fa, il 7 giugno 1984, durante un comizio a Padova, Enrico Berlinguer, segretario generale del Partito Comunista Italiano, veniva colpito da emorragia cerebrale e, quattro giorni dopo, moriva.

Dopo una rapida carriera nei quadri del partito, era asceso alla segreteria generale nel 1972, in piena contestazione studentesca e agli albori del terrorismo: la lascerà, insieme alla vita, agli esordi di quel processo, in larga misura “pilotato”, che avrebbe portato alla rimozione del Muro di Berlino e alla “‘dismissione” dell’impero socialcomunista di matrice moscovita.

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Teologia della storia (di R. Th. Calmel O.P.)

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L’attuale periodo offre assai di rado spettacoli confortanti al cristiano che non rinunci a farsi un giudizio, nell’ambito della propria fede, sugli avvenimenti di cui è testimone, sulle correnti storiche della nostra epoca e che si serva dei criteri obiettivi e assoluti forniti dalla fede e dalla ragione.

Egli può accorgersi ad esempio, nel corso delle sue osservazioni e delle sue letture, che le strutture sociali dei nostri paesi sono modellate e influenzate sempre di più da una mentalità ateistica, sociologistica e tecnocratica, che la resistenza del clero allo pseudo-cristianesimo teilhardiano è troppo spesso priva di mordente, che il reclutamento del clero regolare e secolare, come delle religiose, è molto diminuito, insieme a molti altri fatti desolanti.

Queste constatazioni sono evidenti quando si parta da un giudizio nell’ambito della fede e non ci si lasci allettare dall’assurda spiegazione di un’irreversibile evoluzione che spiega ogni cosa, purché la si accetti senza riserve.

La nascita dell’Europa (di Christofer Dawson)

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Solo una generazione intercorre fra la chiusura dei templi pagani ordinata dall’imperatore Teodosio il Grande nel 392 e il primo sacco di Roma da parte dei visigoti di Alarico  nel 410: nel traumatico passaggio dal mondo romano, che ha perso la fede nelle proprie istituzioni sociali, nella propria cultura e perfino nella vita stessa, a un mondo sconvolto dalla violenza e dalla sopraffazione, la Chiesa dà speranza e consolazione.

Ancora la Chiesa, che ha ereditato le tradizioni dell’Impero, diventa educatrice e legislatrice dei nuovi popoli, e il veicolo mediante cui, assieme al proprio retaggio morale e spirituale, la tradizione classica attraversa il diluvio delle invasioni barbariche. Secondo un apparente paradosso destinato a ripetersi sempre nella storia, il cristianesimo, proiettato in una prospettiva ultraterrena e quasi indifferente ai propri risultati temporali, dimostra di saper produrre frutti di vita e di rigenerazione anche sul piano sociale.

Il socialismo nella storia della civiltà (di Giuseppe Toniolo)

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Riproduco, rivedute in questo volumetto, una serie di lezioni che tenni all’università di Pisa sul Socialismo e che comparve testé per le stampe nella Rivista internazionale di scienze sociali di Roma.
Tale avvertenza basta a far comprendere come questa trattazione intorno al socialismo, nel suo svolgimento lungo i secoli, abbia un carattere sintetico (come si addice all’insegnamento), ma perciò stesso come essa presenti forse una più definita fisionomia scientifica.

Problemi ed ammaestramenti sociali dell’età costantiniana (di Giuseppe Toniolo)

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Nell’impero bizantino che precipita a ruina, in cui fu per la prima volta promulgata, colla maestà della legge romana, la «libertà della Chiesa», questa parola echeggerà ancora sulle labbra di Osio di Cordova, di Atanasio, di Crisostomo, per trasmetterla in occidente ad altri santi padri, vescovi e pontefici i quali, alla lor volta, la ripeteranno, in più vasti orizzonti e con più solenni e duraturi successi, ad altri tempi e popoli per rammentare alle remote generazioni che l’annunzio dato da Colui che divinamente pronunziò veritas liberabit vos rimarrà perennemente pegno di immortalità non solo per la Chiesa, ma per l’incivilimento cristiano nel mondo.

Impegno o ritirata? I cattolici e il matrimonio omosessuale” (*)

NYTimes_testataCultura & Identità.

Rivista di studi conservatori
Anno VI, nuova serie, n. 5, 22 giugno 2014 (pag 42-44)

Davanti alla disparità delle forze in campo — da una parte miliardari con il pallino abortista o eutanasico o omofilo e dall’altra sparuti gruppi che si autofinanziano — nasce fra i cattolici la tentazione di abbandonare il fronte, ripiegarsi su se stessi e, se del caso, deviare l’azione ecclesiale verso mete in sé buone e meno diametralmente contrapposte con l’etica secolaristica e ostile alla vita della modernità radicale trionfante. Lo scrittore cattolico conservatore Ross Douthat, editorialista —fra i pochi non liberal — del New York Times non è d’accordo e, in una intervista, spiega perché i cattolici non devono effettuare ritirate — o “riconversioni ” della loro mission — più o meno pretestuose.

di Ross Douthat

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La vita di Giuseppe Toniolo (di Elena Da Persico)

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In vista della beatificazione  totustuus.it offre ai suoi lettori una delle prima biografie di questo grande italiano, soprattutto al fine di contrastare le manipolazioni – sia religiose che politiche – di cui è stato e sarà oggetto.