Articolo pubblicato su La Repubblicadi Mario Pirani
La “rivoluzione culturale” in Cina durò una diecina d’anni, all’incirca dal 1966 alla morte di Mao. Costò una trentina di milioni di morti e un quinquennio di carestia. I giovani, in divisa di “guardie rosse”, vennero innalzati a detentori del Nuovo Pensiero, gli insegnanti furono avviati forzosamente alla coltivazione delle rape, lo studio della storia, e soprattutto di tutto ciò che poteva richiamarsi agli antichi insegnamenti confuciani, rigorosamente proibito. Si ordinò persino la chiusura degli antiquari e la dismissione dei costumi tradizionali nei balletti dell’Opera di Pechino, così da rimuovere ogni idea del Passato.
Articolo pubblicato su Toscana Oggi
pubblicato su Cristianità n. 239 (1995)
Articolo pubblicato su Il Corriere del Sud
Articolo pubblicato su Avvenire,
Nuova Stagione Settimanale diocesano di Napoli n. 41,



