di Massimo Introvigne
Le perplessità della Casa delle libertà su una missione in Libano le cui regole d’ingaggio non siano chiaramente definite da un passaggio in Parlamento appaiono sempre più giustificate dall’atteggiamento di Massimo D’Alema, che a Beirut si reca subito a farsi fotografare davanti a qualche casa distrutta nei quartieri sciiti declamando ancora una volta sulla reazione israeliana «sproporzionata» e sulle guerre «fabbrica di terroristi». Non risultano fotografie di D’Alema di fronte a case sventrate dai missili hezbollah in Galilea, né commenti sul fatto che questa guerra la hanno provocata i terroristi attaccando Israele.




L’Espresso 27 luglio 2006


Tratto da il Timone n. 43, Maggio 2005

