Chi paga gli antiglobal?

NO-globalArticolo pubblicato su Il Timone

I “no global” combattono la globalizzazione con i soldi dei capitalisti. Ricevono denaro da ricchissimi finanzieri e da fondazioni ultramiliardarìe. Perchè gli uni e gli altri perseguono un fine comune: distruggere gli Stati sovrani.

di Maurizio Blondet

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Educare la libertà, educare alla libertà

Summit_Fao_2002Articolo pubblicato su Tempi n. 23
del 6 giugno 2002

Per governare la globalizzazione non servono ideologia e invettive apocalittiche, ma amore per la realtà ed educazione dell’umano. Fame, biotecnologie, numeri dello sviluppo e storie esemplari alla vigilia del Vertice Fao di Roma

di Rodolfo Casadei

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Alex Zanotelli, un cattocomunista

Abstract: Alex Zanotelli, un cattocomunista, lo dice padre Piero Gheddo, un altro missionario che conosce l’Africa e i motivi per i quali è ancora immersa nel sottosviluppo. La visione che accusa i Paesi ricchi – come fa padre Zanotelli -, è quella che avevano i regimi marxisti di un tempo: per loro la prima cosa da fare era la ribellione contro le multinazionali. Solo che dei trentuno regimi comunisti che c´erano nel mondo, non uno ha prodotto sviluppo. Non è questa la vera via che porterà l´Africa ad uscire dalla miseria”. Continua a leggere

Il padre della tecnocrazia

Saint-Simon

Claude-Henri Rouvroy, conte di Saint-Simon

Capitolo 9 de “I mostri della ragione” di Rino Cammilleri

Ed.Ares 1993

«L’umanitarismo come idea politica è un luogo comune, come
idea religiosa un equivoco, come idea etica un’illusione»
Arthur Schnitzler

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”Il grande Parvus”

parvus

“Parvus”

Articolo  pubblicato sul n. 173 di Cristianità

In un’accurata biografia La ricostruzione dettagliata della figura e dell’importanza di uno dei personaggi di maggior peso della Rivoluzione negli anni a cavallo fra il secolo XIX e il XX, antesignano della stretta collaborazione fra alta finanza e internazionale socialcomunista.

di Oscar Sanguinetti

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La “società aperta” prepara la globalizzazione totalitaria?

Popper_coverArticolo pubblicato su Il Secolo d’Italia il 13aprile 1999

di Antonio Saccà

E’ interessante compiere un’operazione in voga nel recente passato, quella di cogliere sociologicamente la fortuna di un autore. Sarebbe interessante capire perché Karl Popper conosce oggi una nuova fortuna, soprattutto da parte di coloro i quali ritengono una conquista del pensiero la teorizzazione della “società aperta”.

In realtà la società aperta va collocata in un determinato momento della storia, nel momento in cui i totalitarismi si affermavano e con i totalitarismi si affermava la negazione di ogni critica, del valore dell’individuo, della comprensione tra culture. In questo senso la società aperta, se considerata come opposizione al totalitarismo, è una rilevante teorizzazione dell’uomo che libera il pensiero e lo critica da se stesso, dell’uomo che sa proporre e opporsi alla proposizione e quindi è esattamente il contrario del totalitarismo, eminentemente affermativo e unilaterale.

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Il fabianesimo

I.D.I.S. – Istituto per la Dottrina e l’Informazione Sociale

Voci per un Dizionario del Pensiero Forte

fabianesimo

di Paolo Mazzeranghi

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Nota sulla tentazione tecnocratica

LeninArticolo pubblicato su Cristianità

n. 170 (1989)

di Giovanni Cantoni

Gli accadimenti che, con straordinaria velocità, connotano non solo il nostro secolo in genere, ma segnano in specie i decenni, gli anni, i mesi e le settimane in cui si suddivide il tempo che viviamo, giungendo a marcare anche i giorni e le ore, danno luogo a una tragica rappresentazione che, pur svolgendosi qua e là nel mondo, dai mezzi di comunicazione di mas-sa è talora avvicinata all’aristotelica unità di tempo e di luogo. E questa perfezione rappresentativa non è l’ultimo mezzo cui la Provvidenza pare ricorrere perché gli uomini intendano e, nella misura in cui è possibile collegialmente, si ravvedano.

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Tecnica e sviluppo politico: la Tecnocrazia

Riassunto della comunicazione letta al Congresso
Tecnica e umanesimo“, Madrid, C.S.I.C., il 13 aprile 1977
pubblicata in “Mas sobre temas de hoy”, Speiro 1979
tecnocrazia

di Juan Vallet de Goytisolo

Il dizionario ci offre tre significati del termine tecnica, che possono essere messi in relazione con la politica: – insieme di conoscenze delle quali si serve la scienza politica con finalità operativa; – insieme di procedimenti e risorse inclusi nell’arte della politica; – la perizia e abilità di una persona [tecnocrate?] nell’uso di quei procedimenti e risorse in politica. Secondo lo stesso dizionario, sviluppo è azione o effetto di accrescere che, a sua volta, significa “accrescere o dare incremento a una cosa” oppure portare una teoria alle sue ultime conseguenze.

Messi in relazione questi significati, si stabilisce qual’è il significato dello sviluppo o crescita che la tecnica, appoggiata alla scienza operativa e applicata all’arte della politica, vorrebbe in estensione e intensità, del potere dello Stato. Ma ciò è – per reggere maggiormente e meglio, e con quale criterio, gli affari pubblici? – oppure per il raggiungimento ed il mantenimento del potere scientifico?

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Socialismo, tecnocrazia e scienza

lavoro_UrssRifiutato da “ABC” questo articolo fu pubblicato su “El pensamineto Navarro” del 4 agosto 1970 e poi raccolto in “Algo sobre temas de hoy”, Speiro 1972.

di Juan Vallet de Goytisolo

Esposte le ragioni per le quali la concezione tecnocratica dello Stato conduce fatalmente a una pianificazione totalitaria del paese (cfr. L’ideologia tecnocratica e il totalitarismo statale, “ABC”, del 14/2/70), conviene analizzarne le prevedibili conseguenze. La libertà di iniziativa individuale e degli organismi sociali, che viene persa con quella concezione, si pretende venga compensata con le prestazioni erogate dallo Stato. Ma questo deve previamente sottrarle alla stessa società, specialmente per mezzo delle imposte, col che riduce le possibilità di autofinanziamento di questa.

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