Articolo pubblicato su Avveniredi Antonio Giorgi
Novant’anni fa di questi giorni la vecchia Europa in preda alla follia correva con incoscienza criminale verso il baratro, uno scontro all’ultimo sangue, un conflitto che si annunciava mondiale che veniva presentato come la guerra che avrebbe messo fine a tutte le guerre: «Le macchinazioni di un avversario pieno di odio mi costringono ad impugnare la spada», scriveva l’imperatore d’Austria e re d’Ungheria Francesco Giuseppe nel proclama ai suoi popoli dopo l’apertura delle ostilità contro la Serbia il 28 luglio 1914.

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Pubblicato su Crisis Vol. 20 N. 4 – Aprile 2002
di Adolfo Morganti


