Islam, eppur si muove

primavera arabaIl Timone n.101 marzo 2011

Dietro ai sommovimenti in atto nel Nordafrica e in Medio Oriente, c’è una sfida radicale all’islam politico: dalla piazza e dalle università si alza la voce di chi chiede all’islam di cambiare, per aprirsi alla democrazia e al rispetto dei diritti umani

di Riccardo Cascioli

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Primavera araba o autunno delle minoranze?

primavera arabaAg. Zenit (ZENIT.org).- giovedì, 24 marzo 2011

Luci ed ombre delle rivolte di popolo in Nord Africa

di Paul De Maeyer

ROMA, Nonostante le differenze alle volte sostanziali tra i vari Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente alle prese con l’ondata protestataria della “Primavera araba”, un filo conduttore di natura economico-politica lega tutti questi eventi.”La rivolta in Tunisia ed Egitto, e l’agitazione nel resto del Medio Oriente e Nord Africa sono il risultato del profondo malcontento della gioventù che rifiuta autoritarismo, corruzione e la mancanza di opportunità economiche e politiche”, ha dichiarato Malika Zeghal, docente di Pensiero islamico contemporaneo alla prestigiosa Harvard University (USA) ed autrice del saggio “The Power of a New Political Imagination”, intervistata da Il Sussidiario.net (22 marzo).

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Occhio agli estremisti

Libia_guerraIl Giornale 21 marzo 2011

Editoriale di Magdi Cristiano Allam

Nella guerra esplosa in Libia e che vede l’Italia in prima linea l’unica vera certezza, al di là delle reali intenzioni che l’hanno scatenata e dei suoi ipotetici sviluppi regionali e internazionali, è che a vincere saranno gli integralisti islamici e che, di riflesso, le popolazioni delle sponde meridionale e orientale del Mediterraneo saranno sempre più sottomesse alla sharia, la legge coranica che nega i diritti fondamentali della persona e legittima la dittatura teocratica. Un esito che è esattamente l’opposto dei proclami ufficiali di Sarkozy e Obama straripanti delle parole d’ordine “libertà” e “democrazia”.

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Controindicazioni di una legge che non fermerà l’eutanasia

eutanasiaIl Foglio 22 marzo 2011

di Adriano Pessina

Direttore del Centro di Ateneo  di Bioetica dell’Università Cattolica

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L’avanzata dell’anglo-lslam

islam_in_GBOasis, Rivista semestrale della Fondazione Oasis n.12 dicembre 2010

Nel Regno Unito i musulmani sono quasi due milioni e mezzo, con una crescita di cinquecentomila unità negli ultimi quattro anni. Aumentano le scuole e le madrase, situate in gran parte presso le moschee. E si diffondono le sharia courts che regolano divorzi, eredità e dispute finanziarie. Conquista o naturale evoluzione? La vecchia filosofia (e pratica) del multiculturalismo appare irrimediabilmente superata. Ma nulla l’ha sostituita se non la presa d’atto dell’inevitabile cambiamento della società. Da tempo non si registrano conflitti e disordini, ma non mancano le tensioni nelle comunità locali

Elisabetta Del Soldato

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La scuola paritaria è un grande risparmio per lo Stato

scuola_paritarialibertaepersona.org 21 marzo 2011

di Umberto Fasol

Proprio così: la scuola paritaria fa risparmiare allo Stato, ogni anno, moltissime risorse economiche. Dimostrarlo è assai semplice. Basta rifarsi ad alcuni dati che si possono ricavare da una recente pubblicazione del Ministero dell’Istruzione, intitolata “La scuola in cifre 2007”.

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Disastro di Chernobyl «Soltanto 56 morti a causa delle radiazioni»

ChernobilCorriere della Sera 6 settembre 2005

 Rapporto delle Nazioni Unite

È stato il più grave incidente atomico mai avvenuto sulla Terra: l’ esplosione della centrale nucleare sovietica di Chernobyl, in Ucraina, il 26 aprile 1986. A vent’ anni di distanza il bilancio reale di quell’ incidente, in termini umani e ambientali, sembra inferiore alle previsioni. Lo rivela un sorprendente studio dell’ Onu pubblicato ieri a Vienna.

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Fondamentale l’apporto dei cattolici nel processo di unificazione

cattolici_UnitàLa Bussola quotidiana 16 marzo 2011

di Massimo Introvigne

Il 16 marzo Benedetto XVI ha inviato un Messaggio al Presidente della Repubblica Italiana, On. Giorgio Napolitano, in occasione dei 150 anni dell’Unità politica d’Italia. Questo denso messaggio ripercorre tutta la storia d’Italia e – nel clima di conciliazione che dovrebbe caratterizzare la ricorrenza – cerca di valorizzare tutti gli apporti cattolici alla formazione dell’identità nazionale, compresi quelli dei cattolici liberali che a loro tempo si trovarono in difficoltà con la Chiesa, di alcuni dei quali non si può però mettere in dubbio la sincerità della fede.

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Quale Patriottismo italiano?

frecce_tricolStudi Cattolici n.600 febbraio 2011

Perché in Italia manca una coscienza di appartenenza nazionale condivisa? Perché, sostiene Ugo Finetti in queste pagine di lucidissima sintesi, fin dall’unificazione, di volta in volta, la nostra storia è stata sconfessata e rimessa in discussione. «Dopo la “Vittoria Mutilata” del 1919 e la “Morte della Patria” del 1943, nel 1992, all’indomani della scomparsa dell’Urss, si ha “Tangentopoli” e in Italia il dopo “Guerra fredda”, come osserverà Lucio Colletti, vede “sul banco degli imputati i partiti democratici e sul banco dei giudici i comunisti”. La fine della “Prima Repubblica” si traduce in un giudizio negativo che allinea insieme Italia liberale, fascista e repubblicana».

Eppure, sostiene Finetti, «il patriottismo italiano in realtà è esistito ed esiste: è il patriottismo del lavoro solidale e combattivo, quel patriottismo spontaneo che, all’indomani della guerra, portava nei cantieri edili a festeggiare il raggiungimento del tetto facendo sventolare sull’ultima impalcatura il tricolore». Ugo Finetti è condirettore di Critica Sociale, è membro della giuria del Premio Matteotti 2010 della Presidenza del Consiglio ed è stato nominato nel Comitato scientifico istituito dal Presidente della Camera per le Celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Con le Edizioni Ares ha pubblicato due volumi: La Resistenza cancellata; Togliatti & Amendola. La lotta politica all’interno del Pci.

di Ugo Finetti

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E ora l’Italia "imita" la Cina con la politica del figlio unico

figlio unicoIl sussidiario.net lunedì 7 marzo 2011

Secondo il solito Veronesi la pillola non ha controindicazioni ma per le femministe del Women Health Center aumenta il rischio di ictus, attacco cardiaco, cancro al fegato e alla cervice uterina. La “cultura” della pillola ha imposto anche da noi la politica del figlio unico

di Carlo Bellieni

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