I poveri del Libano

 libanoNewsletter n 6 Agosto 2014

Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.

 http://www.ouipourlavielb.com/en/mission

di padre Damiano Puccini

 

Oltre al dramma di più di un milione e mezzo di profughi siriani, nelle ultime settimane sono già diecimila i profughi iracheni, per la quasi totalità cristiani, che si rifugiano in Libano per sfuggire alla persecuzione che vede devastazioni violente e addirittura esecuzioni capitali, come riportano i media libanesi, anche per gruppi di circa 80 o 90 persone alla volta.

Papa Francesco nel corso della preghiera dell’Angelus di domenica 10 agosto ha ben descritto il dramma al quale quotidianamente assistiamo: “Ci lasciano increduli e sgomenti le notizie giunte dall’Iraq: migliaia di persone, tra cui tanti cristiani, cacciati dalle loro case in maniera brutale; bambini morti di sete e di fame durante la fuga; donne sequestrate; persone massacrate; violenze di ogni tipo; distruzione di case, di patrimoni religiosi, storici e culturali. Tutto questo offende gravemente Dio e l’umanità. Non si fa la guerra in nome di Dio!”.

Anche i nostri volontari di Oui pour la Vie cercano nel loro possibile di essere vicini a questi rifugiati.

Li vediamo arrivare stremati, assetati: donne, anziani e bambini. Sul loro volto i segni del dramma che vivono, ma anche una ricerca di conforto spirituale, quando esibiscono le immagini sacre delle loro case, che hanno voluto portare con loro per sottrarle alla distruzione. Hanno attraversato le montagne fuggendo spesso a piedi, pregando con i loro canti religiosi.

L’emergenza alimentare, per la quale chiediamo a tutti di aiutare e di farne anche pubblicità, è indescrivibile: questi profughi riescono a mangiare solo riso una volta al giorno, ma per non più di 3 volte a settimana. Un quinto dei bambini sotto i dieci anni soffre di anemia per malnutrizione, insieme a tutti gli altri rischi di contagio epidemico e carenza di medicine. Li assistiamo, insieme ad altre minoranze islamiche ugualmente perseguitate, con il ricavato delle nostre costanti rinunce personali.

Riportiamo, tra i tanti, il caso di una famiglia siriana composta da 3 ragazzi di 8, 10 e 16 anni insieme alla loro mamma malata mentalmente, dopo la perdita del marito in guerra, circa un anno fa.

Il ragazzo più grande, Abel, che fa lui ora da padre e anche da madre per i suoi fratelli, veniva a chiederci aiuto per il cibo. Quando però la scorsa settimana, abbiamo organizzato una giornata di giochi per i bambini al mare, nel nostro stile di carità che cerca di rendere visibile il perdono tra famiglie povere di diversi gruppi e religioni, lui aveva paura che noi obbligassimo i piccoli a diventare cristiani e, di nascosto, ha seguito il nostro gruppo.

Abel è rimasto meravigliato quando, ad un certo punto, ha sentito da noi invitare i ragazzi islamici che lo volessero a recarsi in un luogo adatto per la loro preghiera. Questo giovane allora, spontaneamente si è scusato con i nostri volontari e commosso ha detto: “Ora sono sicuro davvero che Dio esiste, malgrado la guerra e la povertà che abbiamo vissuto, perché vedo che con voi la mia famiglia è in buone mani”. Abel collabora ora con noi nel mantenere i contatti con i nuovi arrivati.

Chi è interessato a maggiori informazioni o a conoscere le modalità per una testimonianza in Italia o un  contributo in favore della nostra opera può inviare un sms al 333/5473721 in Italia o al 0096171509475 (Libano) o scrivere un email a: info@ouipourlavielb.com