Dalla differenza alla in-differenza di genere (1)

genderBrescia 13 Aprile 2013

GLI EQUIVOCI DEL GENDER

Gli interventi dei relatori al convegno che si è svolto a Brescia il 13 Aprile presso il Centro pastorale “Paolo VI”, organizzato dall’ Ufficio per la famiglia e Ufficio per la salute della Diocesi di Brescia e la collaborazione di: AGAPO, Alleanza Cattolica, AMCI Brescia, Ass. Gruppo LOT, Ass. Obiettivo Chaire, CIC-RNF, FederVita Lombardia,MEC , Scienza & Vita Brescia , UGCI Brescia, e il sostegno di: Forum Associazioni Familiari Lombardia, Ass. Nuove Onde, Scienza & Vita Milano, Il Timone – Milano. La giornata era destinata ad operatori di pastorale, educatori della comunità ecclesiale e membri delle organizzazioni promotrici coinvolte.Sono intervenuti: Dale O’Leary, Laura Palazzoni, Walt Heyer.

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LA TEORIA DEL GENDER, ALIENATA DALLA VERITA’

Dale O’Leary

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Dale O’Leary. Scrittrice e conferenziera statunitense, da 25 anni si dedica allo studio dei documenti e delle pubblicazioni degli ambienti di cultura abortista, femminista e gender. Dale O’Leary è stata personalmente presente alle Conferenze ONU del Cairo e di Pechino, in cui il termine gender è stato inserito nei documenti ufficiali ONU. In Maschi o femmine? La guerra del genere (Rubbettino, 2006) presenta un dettagliato resoconto dei retroscena e dell’influenza esercitata dalle lobbies femministe, abortiste e gender.

Seguo dal 1980 le campagne degli attivisti della rivoluzione sessuale e di coloro che promuovono i diritti riproduttivi e sessuali e attaccano il matrimonio e la famiglia. Come per molti di voi, mi è nata la domanda perché? Perché c’erano così tante persone che si impegnavano in un attivismo tanto distruttivo? Quindi, piuttosto che leggere gli scritti di chi era d’accordo con me, ho focalizzato la mia attenzione su quelli che non lo erano.

Non mi sono concentrata su ciò che diffondevano per il pubblico, ma su ciò che scrivevano gli uni per gli altri. Cercavo di capire le loro teorie, i loro background e i loro obiettivi. Attraverso il mio blog, gli articoli, gli scritti, le presentazioni e i libri, The Gender Agenda: Redefining Equality, disponibile in italiano (1) e in spagnolo, e One Man, One Woman, ho cercato di spiegare queste teorie a coloro che condividono le mie idee. Pensavo fosse importante, perché dobbiamo essere in grado di rispondere alle loro sfide e di educare i nostri figli. Quando i nostri oppositori facevano riferimento a studi che essi dicevano sostenere la loro agenda, io leggevo il testo completo degli articoli.

Le mie due relazioni copriranno una vasta quantità di materiale, molto del quale è sviluppato in maggiore dettaglio sul mio blog: http://daleoleary.wordpress.com. Chi ha domande specifiche su un argomento può mandarmi una mail all’indirizzo: dalemoleary@yahoo.com.

Anche se ho incominciato lavorando sul problema dell’aborto, mi sono presto trovata coinvolta nella questione del genere, in particolare nella ridefinizione del concetto di genere e nella negazione delle differenze tra uomini e donne. Nel 1995 ho avuto la possibilità di presentare parte del mio lavoro sul genere, in particolare uno scritto intitolato “Gender: The Deconstruction of Woman” (2) al Cardinale Ratzinger.

Mi ha fatto quindi molto piacere quando, il 21 dicembre 2012, Papa Benedetto XVI ha parlato dei pericoli delle nuove teorie di genere3. Sebbene i media si siano concentrati sulla sua condanna della ridefinizione del matrimonio, la critica di Papa Benedetto era in realtà più ampia e riguardava la teoria di genere nel suo complesso. Raffrontando gli approcci filosofici del Cristianesimo con la teoria di genere, Papa Benedetto sottolineava che:

Il sesso, secondo tale filosofia, non è più un dato originario della natura che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensì un ruolo sociale del quale si decide autonomamente (…)

Inoltre, chi promuove le teorie di genere:

contesta di avere una natura precostituita dalla sua corporeità”.

In un’epoca che è orgogliosa della propria cura per ciò che è naturale, la natura umana è sotto attacco.

I – La ridefinizione del genere

La ridefinizione del concetto di genere è iniziata negli Stati Uniti. In passato, nella lingua inglese, sesso si riferiva alla totalità di quello che significa essere un uomo o essere una donna, mentre genere era un termine grammaticale.

Alcune parole sono di genere maschile, femminile o neutro. L’inglese è una lingua molto poco marcata dal punto di vista del genere. Solo il pronome di terza persona singolare e alcuni sostantivi appartengono specificamente a un genere. Si può fare un confronto con l’italiano, o l’ebraico, dove invece ogni sostantivo, aggettivo, articolo e verbo, alla seconda e terza persona singolare e plurale è o maschile o femminile.

Oggi negli USA i moduli da compilare a fini istituzionali e commerciali, in cui un tempo si chiedeva il nostro “sesso”, chiedono il nostro “genere”. Per questo molti hanno supposto che genere sia solo un sinonimo di sesso, che sia un modo di esprimersi più educato, poiché sesso ha un significato secondario, e cioè indica il rapporto sessuale.

Non è stato percepito in questo cambiamento alcun problema.

Ma chi ha spinto per l’utilizzo della parola genere non lo ha fatto per un senso del decoro eccessivamente scrupoloso; per loro genere e sesso non sono sinonimi. Sesso si riferisce solo all’aspetto biologico, mentre genere al sesso con cui una persona si identifica, che può essere uguale o diverso dal suo sesso biologico.

La maggior parte delle persone sono inconsapevoli del pericoloso avanzare della teoria gender o dei rischi che essa presenta e delle patologie sociali che ha generato. La confusione nasce in parte dal fatto che ci sono più teorie di genere diverse tra loro, ognuna delle quali è basata su una erronea comprensione della verità della persona umana e distacca il linguaggio dalla realtà. Le varie teorie promuovono, tra l’altro:

– La separazione del genere, come ruolo socialmente costruito, dal sesso biologico;

– La diffusione della prospettiva di genere;

– L’ampliamento dei diritti umani per includere i diritti sessuali e riproduttivi;

– La rimozione del disturbo dell’identità di genere dalla lista dei disturbi psicologici;

– L’inclusione dell’orientamento sessuale e dell’identità ed espressione di genere nelle leggi antidiscriminazione;

– Il sostegno alla richiesta di chirurgia di “cambiamento di sesso”;

– L’affermazione del genderqueer;

Le teorie di genere mancano di coerenza logica e cambiano in continuazione, rendendo difficile farne un’analisi critica. Questo non ci dovrebbe sorprendere. Ricordo una femminista radicale che, contestata, ribatté che la logica era un complotto patriarcale. Mentre la realtà rimane stabile, la teoria di genere, alienata com’è dalla realtà, è in continua metamorfosi verso forme sempre più bizzarre. Color o che vi aderiscono stanno avanzando richieste sempre più radicali.

I promotori di queste teorie si appellano alla nostra compassione. Anche se dobbiamo opporci alle loro teorie, quando ne parliamo dobbiamo ricordare che a crearle sono stati uomini e donne che sono stati essi stessi alienati dalla loro natura. Queste persone hanno abbracciato questa alienazione e hanno creato delle teorie per razionalizzare il loro comportamento e i loro desideri. Leggendo i loro commenti, si può vedere come siano stati traumatizzati, abbiano sofferto il rifiuto e desiderino essere accettati, purché alle loro condizioni.

Chi difende la realtà non può accettare la pretesa che la loro esperienza di alienazione sia trattata come equivalente alla realtà. La compassione chiede che noi, nonostante le loro obiezioni, affermiamo la loro autentica mascolinità o femminilità e la realtà della differenza sessuale. Dobbiamo pregare per loro. Dobbiamo assicurarci che la terapia sia accessibile e che si possa intervenire precocemente.

È inoltre importante notare che i promotori delle varie teorie di genere affermano che la scienza è dalla loro parte e fanno spesso riferimento a studi pubblicati. Tuttavia, andate a leggere e analizzate questi studi: troverete che molti di essi non soddisfano gli standard propri delle ricerche ben progettate e con validità statistica. Gli autori utilizzano spesso campioni e gruppi di controllo ridotti e non rappresentativi, non pongono le giuste domande e, a volte, ignorano i propri risultati. Purtroppo i media e alcune organizzazioni professionali continuano a promuovere questo materiale e a ignorare gli studi ampi e ben progettati che confutano le affermazioni della teoria di genere.

Prendete per esempio in considerazione due articoli pubblicati in Social Science Research, uno di Mark Regnerus, intitolato How different are the adult children of parents who have same-sex relationships?” (4) e l’altro di Loren Marks Same-sex parenting and children’s outcomes: A closer examination of the American Psychological Association’s brief on lesbian and gay parenting.” (5) Il fascicolo dell’APA (a cui fa riferimento Marks – n.d.t.) fa riferimento a studi di scarsa qualità e contiene affermazioni insostenibili.

Gli articoli di Marks e Regnerus confutano l’affermazione secondo la quale avere genitori con attrazione per lo stesso sesso non abbia effetti negativi sul figlio. Ho imparato a non considerare mai una nota a piè di pagina come prova sufficiente per convalidare un’affermazione, ma a leggere sempre il testo completo dei riferimenti citati.

II – John Money

La ridefinizione del genere è stata ideata negli anni ‘50 da John Money, che faceva parte dello staff del prestigioso Johns Hopkins di Baltimora, nel Maryland. Money non era uno scienziato obiettivo, ma un “agente provocatore della rivoluzione sessuale”, che si compiaceva di scioccare le persone con il suo ricorso alla volgarità e a fotografie oscene. Egli offrì il proprio supporto al movimento per la normalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti e ragazzi. Disprezzava la religione. (6) Promuoveva l’idea che l’identità sessuale potesse essere scomposta nelle sue parti costitutive: DNA, ormoni, organi sessuali interni e esterni, caratteristiche sessuali secondarie e identità di genere, ovvero il sesso con il quale una persona si identifica.

Non c’è nulla di sbagliato nel prendere atto di quelle parti che concorrono a costituire la nostra identità sessuale. Tuttavia Money era interessato a quelle persone nelle quali queste parti apparivano in conflitto, quelli che appartenevano biologicamente a un sesso, ma si identificavano con l’altro. Se è vero che alcune persone vogliono essere dell’altro sesso, e possono persino arrivare a credere che sarebbero dovute nascere dell’altro sesso, queste convinzioni non dovrebbero tuttavia essere messe sullo stesso piano della realtà del loro sesso biologico, ma riconosciute come sintomi di un disturbo psicologico soggiacente.

Money concentrò la sua attenzione su bambini nati con disturbi dello sviluppo sessuale, chiamati a volte ermafroditi o intersessi. Accade raramente che un bambino nasca con una condizione congenita o ereditaria che rende difficile identificare il vero sesso del bambino, oppure con organi sessuali deformi. Questo è un ambito che costituisce per i medici un vero problema.

Money promosse la teoria secondo la quale l’identità di genere di un bambino veniva determinata non dalla biologia, ma dalla socializzazione e i maschi genetici con peni deformi potevano essere modificati chirurgicamente in modo da sembrare ragazze e potevano venire cresciuti come femmine. Insisteva nel sostenere che i ragazzi avrebbero accettato di essere femmine e da adulti avrebbero potuto avere relazioni sessuali come femmine (un’alta priorità per Money). Questo protocollo venne ampiamente accettato.

Nel 1967 gli si presentò il caso perfetto per dimostrare la sua teoria dell’identità di genere come frutto della socializzazione .Il pene di un bambino venne accidentalmente distrutto durante una circoncisione male eseguita. I genitori videro un’intervista televisiva del dott. Money, che parlava dei bambini con disturbi dello sviluppo sessuale, e si rivolsero a lui chiedendo aiuto. Money era ottimista. Propose di castrare il bambino e di crescerlo come una bambina. Assicurò ai genitori che il ragazzo avrebbe pienamente accettato questa transizione se i genitori fossero stati coerenti nel trattarlo da femmina.

Poiché il bambino aveva un gemello identico, che sarebbe servito come controllo, il caso sarebbe stato la prova conclusiva della validità della teoria di Money che l’identità di genere era costruita socialmente. Money parlò del caso e ne pubblicò dei resoconti e assicurò a tutti che l’esperimento era un assoluto successo.

Le femministe radicali di ispirazione marxista ripresero la teoria di Money. È importante ricordare che le femministe radicali di ispirazione marxista non vogliono semplicemente difendere le donne da una discriminazione ingiusta. Le femministe radicali di ispirazione marxista sono mosse dall’ideologia e vogliono una rivoluzione delle classi sessuali.

Le femministe radicali di ispirazione marxista hanno promosso la teoria di Money come prova che le differenze tra uomini e donne non erano naturali, ma costruite socialmente da una cultura patriarcale oppressiva. Sembrava molto convincente. Io stessa ricordo di avere letto del caso dei gemelli di Money e di esserne rimasta molto colpita. Da madre di tre maschi e una femmina, ero scettica. Avevo visto come, senza alcun incoraggiamento, emergano le differenze sessuali. Ma il caso di Money sembrava offrire prove incontrovertibili che la socializzazione poteva prevalere sulla biologia.

Con il passare degli anni, quelli che erano interessati al caso si chiesero come erano andate a finire le cose. Questo ragazzo cresciuto come una femmina era maturato normalmente? Money era evasivo e disse che il bambino si era completamente adattato ad essere una femmina, ma lui aveva perso i contatti con la famiglia. Il dott. Milton Diamond, che aveva studiato l’effetto degli ormoni prenatali sul cervello animale, non era soddisfatto. Dopo un certo numero di anni ha rintracciato la famiglia e scoperto che Money aveva totalmente distorto i risultati del suo esperimento.

Il ragazzo non aveva mai accettato di essere una ragazza. Solo non sapeva cos’era che non andava in lui. Lui e il fratello erano costretti a visite annuali da Money, durante le quali venivano sottoposti a ciò che va considerato un abuso psicologico sui bambini. Money insisteva perché il bambino si sottoponesse all’intervento chirurgico per la creazione di una vagina, ma il bambino si rifiutava e minacciava di suicidarsi se fosse stato riportato da Money. Alla fine, una terapeuta locale che lavorava con il ragazzo ormai quattordicenne, incoraggiò la famiglia a dirgli la verità. Appena scoprì di essere un maschio, il ragazzo volle vivere secondo la sua identità. Money non aveva perso i contatti con la famiglia e sapeva che il suo esperimento era fallito, ma non lo ammise.

Nel 2006 un libro di John Colapinto, As Nature Made Him (7), denunciò Money come un impostore.

Inoltre, molti dei bambini con disturbi dello sviluppo sessuale, che erano stati sottoposti ad alterazioni chirurgiche secondo i protocolli di Money, ora adulti, hanno protestato per quanto è stato fatto loro. Alcuni sono tornati al loro genere di nascita. Hanno chiesto che venissero fermati questi interventi e che ai bambini con quei problemi fosse permesso scoprire la loro vera identità sessuale

Money incoraggiò anche il Johns Hopkins a eseguire operazioni di cosiddetto “cambiamento di sesso”, nei quali uomini che erano convinti di avere un cervello femminile venivano alterati chirurgicamente per assomigliare a una donna. Quando il dott. Paul McHugh assunse la direzione del dipartimento psichiatrico del Johns Hopkins, commissionò uno studio per verificare gli esiti di questi presunti “cambiamenti di sesso” e, rilevando che questo trattamento radicale non affrontava le problematiche soggiacenti dei pazienti, sospese questa pratica. McHugh la definì una “collaborazione con la follia”. Purtroppo altri ospedali hanno continuato a eseguire questi interventi mutilanti.

III – La diffusione della prospettiva di genere

Prima che le teorie di Money fossero pubblicamente smentite, le femministe radicali di ispirazione marxista combinarono il suo concetto di identità di genere come costruzione sociale con l’idea marxista che tutta la storia sia la storia di una lotta di classe. Secondo la loro teoria di genere la prima lotta di classe era quella tra uomini e donne; le donne rappresentavano la prima classe oppressa e tutte le differenze sociali tra uomini e donne non erano naturali, bensì inventate dagli uomini per opprimere le donne.

Secondo questa teoria di genere, la via per eliminare l’oppressione delle donne era l’eliminazione di tutte le differenze sociali tra gli uomini e le donne. Questo obiettivo sarebbe stato raggiunto con la diffusione di una prospettiva di genere, nella quale ogni riconoscimento sociale delle differenze tra uomini e donne sarebbe stato etichettato come stereotipo e sarebbe stato eliminato. Sarebbero state imposte delle quote, in modo che gli uomini e le donne partecipassero ad ogni attività nella società in numero statisticamente uguale e ricevessero potere e compensi statisticamente uguali. Ogni deviazione dall’uguaglianza statistica assoluta sarebbe stata considerata prova di discriminazione sessuale.

Il problema in tutto ciò è che non si faceva distinzione tra gli stereotipi, che limitano la possibilità delle donne di partecipare nella società in modo paritetico, e le differenze reali tra gli uomini e le donne, che dovrebbero invece essere riconosciute. La parità di diritti, di trattamento davanti alla legge, di opportunità e di accesso all’educazione sono obiettivi importanti; tuttavia, in alcuni ambiti rilevanti, gli uomini e le donne sono molto diversi e, lasciati liberi di scegliere a quali attività partecipare, non arriveranno alla parità assoluta.

Lasciate libere, una percentuale delle donne sceglieranno di fare della maternità la loro vocazione primaria, o lasciando il lavoro per dedicarsi ai propri figli, oppure scegliendo lavori che permettano loro di avere più tempo da trascorrere con la propria famiglia. Quindi ci sarà un numero inferiore di donne che svolge lavori retribuiti e una percentuale di quelle che lo fanno lavoreranno per un tempo ridotto e in campi meno impegnativi, percependo nell’insieme salari più bassi.

Le femministe radicali di ispirazione marxista erano ben consapevoli di tutto ciò e fecero pressione sui governi perché istituissero politiche che costringessero le donne a lasciare la casa per il mondo del lavoro. Dietro la prospettiva di genere ci sono politiche anti-maternità, che sono fondamentalmente contro la donna, contro i bambini e contro la famiglia. Alla Conferenza ONU di Pechino sulle donne, per esempio, negli oltre 300 paragrafi dei testi prodotti, non c’era un riferimento positivo alla maternità, al matrimonio o ai mariti, ma la parola genere, come in diffusione della prospettiva di genere, appariva più di 300 volte.

Alla Conferenza ONU del Cairo, nel 1994, fu fatto circolare un documento che delineava una strategia per promuovere le richieste di diritti sessuali e riproduttivi, distorcendo il significato dei diritti umani universalmente accettati. Se l’obiettivo è l’eliminazione totale della differenza sessuale, allora la differenza più ovvia tra gli uomini e le donne è che, se un uomo e una donna hanno rapporti sessuali, solo la donna rimane incinta.

Per rendere le donne uguali agli uomini, da questo punto di vista, è necessario che le donne possano avere rapporti sessuali senza rimanere incinte. La contraccezione e l’aborto diventarono quindi la condizione necessaria della rivoluzione femminista. Per raggiungere questo obiettivo, si richiese il riconoscimento di ciò che venne definito diritti sessuali e riproduttivi, cioè accesso incondizionato alla contraccezione e all’aborto, assoluta libertà sessuale per bambini e adulti ed educazione sessuale esaustiva, che oltre a promuovere la contraccezione, l’aborto e l’assoluta libertà sessuale ad ogni livello, insegnasse anche agli studenti che qualsiasi commento non positivo sull’omosessualità è la prova di un atteggiamento omofobo e bigotto.

IV La ridefinizione del matrimonio

Il movimento femminista radicale è stato fortemente influenzato da donne che avevano relazioni omosessuali. Per loro i diritti sessuali e riproduttivi comprendevano anche il diritto delle persone con attrazione per lo stesso sesso a essere libere dalla discriminazione, a sposare una persona dello stesso sesso e ad acquisire figli.

Tuttavia, coloro che spingevano per la ridefinizione del matrimonio non fecero ricorso alla teoria di genere; essi sostennero invece che l’attrazione per lo stesso sesso era per loro naturale, che erano nati così e non potevano cambiare; quindi era un loro diritto umano quello di ricevere un trattamento paritario, ovvero il diritto a sposarsi e ad acquisire dei figli.

Lo scorso Marzo 2013 la questione del matrimonio è arrivata alla Corte Suprema statunitense. Un tribunale di grado inferiore aveva sentenziato che: “Il genere del genitore di un bambino non è un fattore che entri in gioco nel suo processo di adattamento…I bambini non hanno bisogno di essere cresciuti da un genitore di sesso maschile e uno di sesso femminile per essere equilibrati” (8).

Il giudice fece riferimento a studi che si riteneva supportassero questa affermazione; tuttavia un’analisi di questi studi rivela che sono scadenti, condotti su campioni numericamente esigui e non rappresentativi e con controlli non adeguati. Dall’altro lato ci sono prove consistenti che i bambini stanno meglio quando vengono cresciuti dal loro padre e madre biologici, uniti in matrimonio. Ogni bambino acquisito da una coppia dello stesso sesso è stato separato da uno o da entrambi i genitori biologici, cosa che viene percepita dal bambino come una perdita. In particolare, gli adulti che sono stati concepiti con inseminazione artificiale da donatore, metodo frequentemente utilizzato dalle coppie lesbiche, stanno ora facendo sentire la loro voce. Vogliono sapere chi sono i loro padri.

Coloro che promuovono la ridefinizione del matrimonio pretendono che il partner dello stesso sesso sia considerato il genitore legale di qualsiasi bambino nato dall’altro partner. Recentemente, nel Vermont, un giudice ha affidato all’ex-partner lesbica la figlia di una donna con la quale questa aveva avuto una relazione omosessuale, anche se questa persona lesbica non aveva legami biologici con la bambina.

ùLa madre aveva interrotto la relazione quando la bambina aveva 17 mesi, aveva abbandonato il lesbismo ed era diventata cristiana. Quando la madre si rifiutò di permettere le visite disposte dal tribunale, perché il clima nella casa della donna lesbica turbava la bambina, il tribunale trasferì la custodia alla donna lesbica. Avendo percorso tutte le vie legali e non volendo consegnare la bambina alla ex-partner lesbica, la madre e la figlia sono fuggite in America Latina e vivono in incognito. Il ministro di culto che le ha aiutate è stato condannato a 22 mesi di reclusione.

Ma gli uomini e le donne sono differenti. La maternità è fondamentalmente diversa dalla paternità. I legami di sangue contano. I figli vogliono conoscere e farsi conoscere dalla loro madre e dal loro padre biologico. Ci sono una serie di ragioni perché i governi privilegino il matrimonio tra un uomo e una donna.

Nel mio libro One Man, One Woman, analizzo gli effetti della ridefinizione del matrimonio sulla società, sulla libertà di religione e di parola, sui figli e sulle stesse coppie omosessuali.

V – Il disturbo dell’identità di genere (GID)

In passato le persone che volevano essere dell’altro sesso, che pensavano in realtà di esserlo, o che provavano forte ansia quando erano costretti a vestirsi in abiti ritenuti appropriati per il loro sesso e si confortavano indossando abiti stereotipicamente associati con l’altro sesso, erano considerati affetti da disturbo dell’identità di genere (GID).

Recentemente questa definizione è stata abbandonata e sostituita da disforia di genere, rispecchiando così l’idea che non c’è niente di sbagliato nel voler essere dell’altro sesso fintanto che questo non rende una persona infelice. Se il rifiuto della società di fingere che si sia dell’altro sesso rende una persona infelice, allora è la società che deve cambiare.

sostenitori del cambiamento hanno affermato che l’attrazione per lo stesso sesso (SSA) è normale per alcune persone, e poiché il disturbo dell’identità di genere è spesso, anche se non sempre, preceduto dal GID, allora anche il GID deve essere normale. Queste persone non considerano i numerosi studi ben progettati che dimostrano che le persone con SSA hanno molte più probabilità di soffrire a causa di disturbi psicologici, abuso di sostanze, ideazioni suicidarie e compulsioni sessuali.

Hanno ignorato le prove che la SSA non è predeterminata biologicamente, ma è invece associata a esperienze negative nella prima infanzia, e che i bambini affetti da GID hanno molte più probabilità di soffrire di ansia e disturbi dell’attaccamento e provengono famiglie disfunzionali.

Il libro Sex, Cells and Same-sex Destre (9), pubblicato da un editore pro-gay, ha fatto un’analisi delle affermazioni a favore di una causa biologica per la SSA e ha tratto questa conclusione: “La ricerca attuale sulle possibili basi biologiche della preferenza sessuale non è riuscita a fornire prove definitive.” (10)

Se la SSA fosse una condizione genetica, ci si aspetterebbe che i gemelli monozigoti avessero praticamente sempre lo stesso pattern di attrazione sessuale, ma uno studio ben progettato condotto su gemelli monozigoti maschi ha scoperto che solo nell’11% delle coppie, laddove uno provava attrazione per lo stesso sesso, lo stesso accadeva anche all’altro.

Susan Bradley, che ha lavorato molto con bambini affetti da GID, considera il disturbo dell’identità di genere come uno di una serie di disturbi dell’attaccamento. Lei concettualizza i sintomi del GID come: “…la soluzione attuata dal bambino in presenza di sentimenti insopportabili…I sintomi del GID, particolarmente l’assunzione del ruolo e dei comportamenti del sesso opposto, hanno la funzione di placare l’ansia del bambino e di farlo sentire più valorizzato, più forte o più al sicuro”

Bradley sostiene che un intervento precoce può avere successo nella risoluzione del GID.

Sebbene i promotori della teoria di genere insistano nell’affermare che l’identità di genere è diversa dall’orientamento sessuale, le due cose sono strettamente legate. L’orientamento sessuale descrive le persone in base a coloro per i quali provano attrazione sessuale: persone del loro stesso sesso (attrazione per lo stesso sesso, SSA), dell’altro sesso, o di entrambi (bisessuali). Le persone con attrazione per lo stesso sesso sono tra i portavoce più schietti delle varie teorie di genere. Molti hanno la sensazione di essere stati discriminati perché non si conformano alle norme di genere. Inoltre, si oppongono alla “eteronormalità”, cioè alla convinzione che l’eterosessualità sia la norma e qualsiasi altro orientamento sia anormale.

Non c’è motivo di supporre che ci sia un’unica causa per ogni attrazione per lo stesso sesso. Terapeuti come Joseph Nicolosi, autore di Identità di Genere manuale di orientamento e Janelle Hallman, autrice di The Heart of Female Same-Sex Attraction, hanno aiutato i pazienti a comprendere la genesi psicologica della loro attrazione per lo stesso sesso. Nessuno deve comunque pensare che il cambiamento sia facile o i risultati siano garantiti, o che una persona che lotta per vivere in castità non avverta mai più tentazioni.

Il vero cambiamento è possibile. Può verificarsi spontaneamente o attraverso la terapia o il counselling religioso. Sembra sia più frequente nelle donne, forse perché tra gli uomini con attrazione per lo stesso sesso la condizione è spesso complicata dalla dipendenza sessuale e dall’abuso di sostanze. Lisa Diamond, autrice di Sexual Fluidity, ha seguito 89 donne per 10 anni e ha scoperto che un certo numero è passato spontaneamente da relazioni omosessuali all’eterosessualità (11).

Molte persone, anche se non tutte, che hanno sintomi di disturbo dell’identità di genere da bambini, sviluppano attrazione per lo stesso sesso in età adulta. Un intervento precoce può cambiare questo percorso. Tuttavia c’è attualmente una forte iniziativa per rendere illegale il trattamento per bambini affetti da disturbo dell’identità di genere o per adulti che abbiano attrazione per lo stesso sesso.

Quelli che premono perché ci siano restrizioni alla libertà dei genitori di bambini con disturbi dell’identità di genere e delle persone con attrazione per lo stesso sesso sostengono che le persone con attrazione per lo stesso sesso nascono così, non possono cambiare e qualsiasi terapia che non affermi la loro attrazione per lo stesso sesso è dannosa. Niente di tutto questo è vero.

Le teorie di genere partono da premesse erronee. Distorcono le prove. Sono dannose per coloro che le abbracciano e per la società.

Quando ho iniziato questo lavoro mi aspettavo davvero che i miei oppositori avessero dei fatti dalla loro parte, ma ho scoperto invece che quando ho cercato le loro prove, queste proprio non esistevano. Gli studi a cui facevano riferimento non reggevano una disamina accurata. Questo è il motivo per cui i nostri oppositori vogliono chiudere il dibattito dandoci dei sessisti, omofobi, bigotti o accusandoci di discriminazione o discorsi di incitamento all’odio. Giocano la carta del vittimismo o si appellano alla nostra compassione perché i fatti sono contro di loro.

Non dobbiamo mai avere paura dei fatti, perché noi siamo i difensori della realtà

VI – L’agenda di genere

Il mio libro The Gender Agenda (12) è stato scritto nel 1996. Gli attivisti continuano a promuovere la diffusione del gender a ogni livello negli Stati Uniti, all’ONU e nel mondo e hanno ampliato le loro richieste fino a includere la richiesta di riconoscimento dei diritti transgender. Sull’altro versante, sono stati organizzati nel mondo dei gruppi per mettere in guardia le persone dai pericoli di queste teorie.

L’esempio più chiaro di cosa pensano coloro che promuovono le teorie di genere si può trovare nei Princìpi di Yogyakarta per l’applicazione delle leggi internazionali sui diritti umani in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere.

Secondo Wikipedia, i Princìpi hanno lo scopo di applicare gli standard internazionali della legislazione sui diritti umani per far fronte alla presunta violazione di quegli stessi diritti che riguardano lesbiche, gay, bisessuali, transgender (LGBT) e gli intersessi. I 29 Princìpi, insieme alle raccomandazioni rivolte a governi, istituzioni regionali intergovernative, società civile e alla stessa ONU, sono stati sviluppati in un incontro tra Commissione Internazionale dei Giuristi, Servizio Internazionale per i Diritti Umani e esperti in diritti umani da varie parti del mondo nel novembre 2006 a Yogyakarta, sull’Isola di Giava.

Questi Princìpi non sono stati adottati dagli Stati nella forma di un trattato e quindi non sono in sé una parte vincolante della legislazione internazionale sui diritti umani; tuttavia l’obiettivo dei firmatari era che i Princìpi di Yogyakarta venissero adottati come standard universale, stabilendo così uno riferimento legislativo internazionale vincolante per tutti gli Stati. Alcuni Stati hanno espresso le proprie riserve.

I Princìpi definiscono l’orientamento sessuale come la capacità di ogni persona di sentire profonda attrazione emotiva, affettiva e sessuale e di avere relazioni intime e sessuali con individui del genere opposto o dello stesso genere o di più generi; l’identità di genere fa riferimento alla interiore e individuale esperienza di genere che ogni persona avverte nel profondo di se stessa.

Essa può corrispondere o meno al sesso assegnato alla nascita, e comprende la percezione corporea soggettiva (che può comportare, se liberamente scelta, la modifica esteriore o funzionale del fisico attraverso mezzi medici, chirurgici o di altro genere) e altre espressioni di genere, tra le quali l’abbigliamento, il modo di parlare e la gestualità.

Oltre a richiedere cambiamenti della legislazione matrimoniale, i Princìpi richiedono che vengono accettati nei corpi militari e nella polizia le persone transgender e venga portata a ogni livello una consapevolezza che miri a costringere tutti a fingere che un uomo è una donna, o una donna un uomo, o a rispettare una persona che non voglia essere identificata in nessuno dei due modi.

I Princìpi di Yogyakarta chiedono ai governi di: “…garantire che nessuna terapia medica o psicologica, nessun percorso di counselling, tratti, esplicitamente o implicitamente, l’orientamento sessuale e l’identità di genere come condizioni mediche da trattare, curare o eliminare”. Tutto ciò nonostante ci siano prove consistenti che il disturbo dell’identità di genere e l’attrazione per lo stesso sesso siano associate a una serie di altri disturbi psicologici, a problemi di abuso di sostanze, ideazione suicidaria e depressione, e nonostante questi problemi possano ricevere trattamento.

Questo cosiddetto diritto cancellerebbe alle persone che vogliono cambiare il diritto a ricevere aiuto e criminalizzerebbe la terapia. Perché? Perché se una persona cambia smaschera la bugia secondo la quale il cambiamento è impossibile.

Un paragrafo chiede ai governi di: “garantire che l’esercizio della libertà di pensiero e di espressione non violi i diritti e le libertà delle persone con orientamenti sessuali e identità di genere diversi”. Ci si potrebbe chiedere: come è possibile che la libertà di opinione e di espressione di una persona violi i diritti e le libertà di un’altra persona?

Sembra che le persone con “orientamento sessuale e identità di genere diversi” rivendichino il diritto a non vedere mai feriti i propri sentimenti e il diritto a non sentirsi mai dire che l’attrazione per lo stesso sesso e il disturbo dell’identità di genere sono un disordine oggettivo; di conseguenza, qualsiasi commento negativo sull’attrazione per lo stesso sesso o sul disturbo dell’identità di genere sarebbe una violazione dei loro diritti e delle loro libertà.

Sebbene i Princìpi di Yogyakarta non siano stati inseriti in un trattato formale, singole nazioni ne hanno recepito alcune parti.

Con il Presidente Barack Obama il governo statunitense ha messo tutta la potenza americana al servizio dei diritti sessuali e riproduttivi, minacciando di interrompere l’aiuto internazionale ai Paesi che non cambiano la loro definizione di matrimonio o non legalizzano l’aborto. Per promuovere questa agenda il 20 gennaio 2013 il presidente Barack Obama ha firmato un memorandum intitolato: “Coordinamento delle Politiche e dei programmi per promuovere l’uguaglianza di genere e per dare potere alle donne e alle ragazze a livello globale”. Lo scopo è di far valere tutto il peso del governo americano per promuovere l’agenda di genere.

Negli Stati Uniti il Dipartimento della Sanità e Servizi Umani dell’amministrazione Obama ha creato regolamenti relativi al nuovo mandato per il sistema assicurativo sanitario; in questi regolamenti si dispone che ogni polizza di assicurazione sanitaria copra i contraccettivi, inclusa la pillola del giorno dopo, senza partecipazione alla spesa da parte del paziente. I Cattolici, sia il clero che i laici, hanno spiegato che questo costituirebbe una violazione della loro coscienza e quindi non potevano osservare queste disposizioni. Non sono disposti a pagare per la contraccezione.

L’amministrazione ha ribattuto dicendo che le istituzioni cattoliche, come gli ospedali e le scuole, non erano costrette a pagare direttamente i contraccettivi, ma che piuttosto le compagnie di assicurazione avrebbero potuto offrire questa copertura gratuitamente. I Cattolici hanno sottolineano che questo non è accettabile perché le compagnie assicurative si sarebbero limitate a nascondere il costo relativo alla contraccezione; inoltre molte istituzioni cattoliche hanno una propria assicurazione, cioè sono esse stesse la propria compagnia assicurativa. Gli appartenenti ad altre religioni hanno riconosciuto il pericolo per la libertà religiosa e sono stati solidali con i Cattolici su questa questione.

L’intransigenza della amministrazione Obama sulla questione appare incomprensibile, visto che i contraccettivi hanno costi relativamente bassi, e in alcune cliniche vengono persino forniti gratuitamente. A meno che non comprenda l’influenza che le femministe radicali hanno sulla attuale amministrazione. Per loro la contraccezione gratuita è una condizione essenziale della loro agenda ideologica. Si rifiutano di cedere e la questione è giunta ora in tribunale.

I sostenitori della ridefinizione del matrimonio sono diventati più aggressivi. Nel 1987 due gay, Marshall Kirk e Hunter Madsen, scrissero After the Ball: How America will Conquer its Fear and Hatred of Gays in the 1900’s (13). La loro strategia comprendeva la rappresentazione delle persone con attrazione per lo stesso sesso come vittime di estremisti omofobi, bigotti ed esecrabili, esattamente uguali ai razzisti.

Tenete presente che Negli Stati Uniti essere razzisti è la cosa peggiore che si possa essere. Anche se c’è voluto più tempo di quanto Kirk e Madsen avessero previsto, la loro strategia viene ora messa in atto con forza. I media se ne sono fatti promotori. Secondo un report del Washington Post, “I diritti dei gay sono la questione di diritti civili del nostro tempo”. Di conseguenza, coloro che si oppongono alla ridefinizione del matrimonio non godono di maggiori diritti a far sentire le loro argomentazioni in pubblico di quanti non ne abbiano dei razzisti violenti.

VII – Difensori della realtà

D’altro canto internet ha permesso a coloro che difendono la verità della persona umana di organizzarsi e mantenersi in contatto a livello mondiale. Ecco alcune delle molte organizzazioni attive su questi temi che vorrei ringraziare:

Austin Ruse and CFAM Austin ha svolto un lavoro magistrale nell’organizzare azioni di lobbying all’ONU. Ho alle spalle diverse sessioni di lobbying alle sedute dell’ONU a New York, trascorse principalmente scrivendo, e vi posso assicurare che è un lavoro molto difficile. Tutta la burocrazia dell’ONU, il peso congiunto della UE e degli USA, sono schierate contro le forze a tutela della famiglia e della vita. Ma Austin e i suoi alleati hanno miracolosamente impedito che venissero approvate le proposte più pericolose. I paesi poveri dell’America Latina e dell’Africa sono minacciati dalle nazioni che forniscono aiuti internazionali e se non eliminano le leggi favorevoli alla vita, alla famiglia, al matrimonio tra uomo e donna o se si schierano a difesa di questi valori all’ONU, verranno tagliati i fondi a loro destinati. Solo i Paesi Islamici hanno coerentemente rifiutato di cedere alla pressione.

LifeSiteNews.Com in Canada, è l’unica fonte per tutto quello che accade nel mondo su questi temi. Sono precisi senza essere inutilmente istigatori. leggo ogni giorno. Queste informazioni dovrebbero essere disponibili in tutte le lingue e seguire quanto accade in ogni nazione. Negli USA, la nostra Costituzione e la Carta dei Diritti ci dà la possibilità di opporci a un governo che vuole imporre l’agenda di genere a ogni livello della società attraverso il proprio beneplacito.

Alliance Defending Freedom (ADF – l’ex Alliance Defense Fund), l’America Center for Law and Justice e la Thomas More Society sono tre dei fondi di difesa legale che si fanno carico dei costi per difendere coloro che vengono perseguiti o sanzionati perché si oppongono a degli aspetti dell’agenda di genere. Questi contenziosi possono essere estremamente costosi e questi gruppi coprono gran parte delle spese. Poiché basano i propri casi su principi costituzionali fondamentali, questi gruppi hanno avuto un certo numero di successi.

Molte associazioni professionali sono state conquistate da coloro che promuovono l’aborto e i diritti dei gay, per questo sono state fondate nuove organizzazioni per mettere in discussione le affermazioni e le politiche false e fuorvianti delle associazioni che sono state cooptate. La American Academy of Pediatrics ha sostenuto la ridefinizione del matrimonio, pur ammettendo che c’erano prove di danni ai bambini, e scrisse: “…nonostante fossero forti le evidenze empiriche [dei danni sui bambini], tale motivazione non ha sufficiente forza morale per negare il riconoscimento di altri tipi di unione da parte dello Stato”.

L’ American College of Pediatricians, di recente formazione, li ha contestati affermando: “E’ vergognoso che questo gruppo di pediatri sia disposto a barattare deliberatamente i bisogni e il benessere dei bambini con i desideri degli adulti…L’APP, nel promuovere la legalità e legittimità del matrimonio omosessuale, ignora le prove certe dei pericoli per la salute dei bambini”.

È necessario che i membri delle associazioni professionali lottino per opporsi alla occupazione di queste organizzazioni da parte degli attivisti che diffondono affermazioni false e fuorvianti e, in caso di sconfitta, formino nuove organizzazioni davvero professionali.

VIII – Transgender

Il cambiamento più importante intervenuto dalla pubblicazione dei miei libri Maschi o femmine? e One Man, One Woman è l’intensificazione dell’attivismo transgender e la spinta a fare includere l’identità e l’espressione di genere nelle leggi e regolamenti anti-discriminazione. Inizialmente gli attivisti Lesbiche, Gay e Bisessuali cercavano di tenere i transgender nello sgabuzzino, ma ora l’acronimo LGB è diventato LGBT e per qualcuno LGBTQ, Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e Queer.

Diversi anni fa mi è stata chiesta la collaborazione a scrivere un articolo per il National Catholic Bioethics Quarterly’s sulla cosiddetta “chirurgia di riassegnazione sessuale”, nell’ambito di un numero del periodico dedicato alle questioni morali negli interventi chirurgici importanti (14).

La protezione contro le discriminazioni basate sull’identità e sull’espressione di genere sembra inoffensiva. Qualcuno può pensare che questi regolamenti siano finalizzati a prevenire la discriminazione contro le donne, ma non c’è nulla di più lontano dalla verità, come ho imparato tuffandomi nel triste mondo transgeder.

Una piccola percentuale di uomini e donne con disturbi dell’identità di genere in età infantile, decide di volersi presentare come appartenente al sesso opposto, spesso dopo avere avuto relazioni omosessuali. Queste persone vengono classificate come transgender. Alcune scelgono semplicemente di vestirsi come l’altro sesso, mentre altre vanno oltre e ricercano delle terapie ormonali e/o chirurgia plastica dalla vita in su; gli uomini si fanno applicare delle protesi mammarie, le donne si fanno asportare i seni.

E alcuni uomini optano per quella che viene chiamata “chirurgia di riassegnazione sessuale”, scegliendo di farsi amputare i genitali e di farsi costruire una vagina artificiale. Questi uomini vengono etichettati come transessuali omosessuali. Sono molto poche le donne transgender che scelgono di farsi costruire chirurgicamente un pene e dei testicoli artificiali, poiché gli pseudo-organi sono piccoli e non funzionali.

Quindi il tanto pubblicizzato “uomo” che ha avuto una gravidanza con inseminazione da donatore, era una donna che si era fatta asportare i seni e aveva assunto ormoni maschili per modificare la sua muscolatura e farsi crescere la barba, ma dalla vita in giù era assolutamente donna.

George Burou, medico di Casablanca, che esegue interventi di chirurgia transessuale ammette: “Io non trasformo gli uomini in donne. Io trasformo dei genitali maschili in genitali che hanno un aspetto femminile. Tutto il resto è nella testa del paziente”. Jon Meyer, che ha studiato i transessuali che si erano sottoposti alla chirurgia, ha osservato: “In mille modi impalpabili, la persona che si sottopone alla riassegnazione sperimenta amaramente che non è – e non sarà mai – veramente una donna, ma, al massimo, una convincente simulazione della femminilità”. Janice Raymond, autrice di Transsexual Empire e femminista critica verso la chirurgia transessuale, ha commentato: “Ciò che accetto è che gli uomini e alcune donne che si sottopongono alla chirurgia transessuale, sono tremendamente alienati rispetto ai loro corpi, tanto che non ci pensano due volte a mutilarli”.

Persino John Money ammetteva che “La personalità femminile del maschio transessuale consiste, in parte, nella sua concezione di quei tratti e quegli schemi comportamentali che costituiscono tipicamente la femminilità… Essa esclude del tutto tratti come l’impulso ad accarezzare un neonato e l’eccitazione erotica non attraverso stimoli visivi o narrativi, ma attraverso il tatto, perché sono normalmente estranei alle esperienze e alla comprensione maschili”.

Sebbene i transessuali e i transgender vogliano che l’opinione pubblica pensi che sono nati con questa condizione e non possono cambiare, di fatto, leggendo le loro autobiografie è evidente che cambiano in continuazione inventando nuove categorie per descrivere il loro modo di autorappresentarsi attuale. Ecco un elenco parziale:

Drag kings

Drag queens

Cross-dressers

Stone butches

Transvestites

Radical fairies

Leather queens

Transsexual lesbians

Diesel dykes

Trannie festers

Gender illusionists

Gender dissolutionists (15)

Una categoria molto discussa è quella degli autoginefili. Questi sono uomini, che non hanno manifestato sintomi evidenti di disturbo dell’identità di genere da bambini, ma che da adolescenti cercavano di confortarsi masturbandosi mentre erano travestiti da donna e osservandosi allo specchio, da cui autoginefili, uomini innamorati dell’immagine di sé come donna. Questi uomini avevano spesso occupazioni tipicamente maschili, potevano essere sposati e avere figli sebbene continuassero a travestirsi in segreto. A un certo punto, comunque, il loro feticcio del travestimento non bastava a soddisfarli ed essi hanno deciso di intraprendere la trasformazione chirurgica.

A differenza dei transessuali omosessuali, che possono diventare una versione femminile molto attraente, a volte straordinariamente sexy, molti di questi uomini non sono particolarmente convincenti come donne. Dopo la chirurgia alcuni autoginefili sono ancora attratti sessualmente dalle donne e sostengono di essere lesbiche. Quando Michael Bailey descrisse l’autoginefilia nel suo libro The Man who would be Queen, un certo numero di transessuali montarono una feroce campagna contro di lui, confermando l’osservazione che i transessuali sono inclini alla rabbia narcisistica (16).

Walt Heyer, un uomo che si è sottoposto alla trasformazione chirurgica ed ha vissuto per alcuni anni come donna, e poi è tornado a vivere come uomo, è convinto che lui e molti altri abbiano avuto una diagnosi scorretta quando sono stati ammessi all’intervento chirurgico. Egli ritiene di avere avuto, come molti altri transessuali, gravi disturbi psicologici in conseguenza ad abusi sessuali durante l’infanzia, e questi disturbi si sarebbero manifestati con il travestimento. Il medico che ha dato il consenso per l’intervento non ha mai esplorato questa possibilità.

IX – L’identità e la manifestazione di genere

Avendo convinto molti legislatori a inserire l’orientamento sessuale nelle leggi anti-discriminazione, gli attivisti pretendono ora che vengano aggiunte anche le categorie identità di genere ed espressione di genere. I transgender, sia che si limitino a vestirsi come il sesso opposto, o che si siano sottoposti a trasformazione chirurgica parziale o complete, chiedono che i loro documenti riflettano il sesso del quale desiderano essere, non il sesso di cui sono.

Coloro che promuovono la tutela dell’identità ed espressione di genere sostengono che il sesso viene “assegnato” ad un bambino alla nascita, come se l’identificazione del sesso di un bambino alla nascita fosse un atto arbitrario e il bambino dovesse avere la libertà di scegliere il proprio genere a partire già dai 5 anni.

Sebbene le femministe radicali abbiano combattuto per eliminare tutto ciò che consideravano uno “stereotipo”, i transgender adottano spesso un abbigliamento e un comportamento che riflette concetti ottusamente stereotipati, quasi delle caricature di cosa significhi essere un uomo o essere una donna.

Alcuni di coloro che si sottopongono al cosiddetto “cambiamento di sesso” cercano di cancellare il loro passato e fingono di essere sempre stati del sesso di cui vogliono essere. Tuttavia molti trovano difficoltà a sostenere questa finzione continua. Il rifiuto della realtà della propria identità sessuale e il perseguimento di una chirurgia mutilante sono indicative di un grave disturbo psicologico. Non è caritatevole, né necessario che gli altri li assecondino nella finzione del cambiamento di sesso.

Includere l’identità e l’espressione di genere nelle leggi antidiscriminazione può portare a gravi violazioni della privacy delle donne. Per esempio, all’Evergreen State College, negli Stati Uniti, uno studente che si fa chiamare Colleen Francis si presenta dal 2009 come donna, senza essersi sottoposto ad alcun cambiamento chirurgico. Dopo avere nuotato nella piscina del college, ha scelto di utilizzare lo spogliatoio femminile, dimostrando alla squadra di nuotatrici di una scuola superiore che utilizzava lo stesso spogliatoio, di essere decisamente maschio.

Le studentesse sconvolte e i loro genitori si sono lamentati. Francis li ha accusati di discriminazione e la scuola, che aveva inserito l’identità e l’espressione di genere nei propri regolamenti anti-discriminazione, disse che Francis aveva il diritto di stare lì e, si suppone, il diritto di fare mostra di sé. Le studentesse furono spostate in uno spogliatoio secondario. Coloro che si lamentavano sono stati fatti sentire a disagio quando usavano il pronome corretto – cioè quello maschile – in riferimento a Francis.

L’inclusione dell’identità e dell’espressione di genere nelle leggi antidiscriminazione costringe gli altri a fingere che le persone possano cambiare il proprio sesso. Nello stato del Massachusetts, è stato imposto alle scuole di permettere ai bambini che pensano di essere dell’altro sesso di decidere da sé se sono maschi o femmine. Per accogliere questi bambini è stato imposto alle scuole di eliminare tutte le denominazioni connotate dal genere. I bambini sanno qual è la verità, ma con la pretesa di volere eliminare il bullismo si impedisce loro di dire la verità.

X – GenderQueer

I transessuali omosessuali e gli autoginefili rappresentano solo la punta dell’iceberg transgender. C’è una crescente comunità di persone che, come dicono esse stesse, “trasgrediscono”, vanno oltre i normali confini dell’identità. Si riferiscono a se stessi con molti nomi, ma molti si identificano come GenderQueer. I GenderQueer si ribellano contro tutte le restrizioni dell’identità, del comportamento e dell’attività sessuale.

Vogliono poter fingere di essere del sesso opposto o di nessun sesso, o di entrambi, e cambiare la propria identità in base a come si sentono; vogliono inoltre che la società finga insieme a loro, e vogliono essere in intimità sessuale con persone di entrambi i sessi. Kate Bornestein, un uomo che si presenta come donna, abbraccia la fluidità di genere: “La fluidità di genere è la capacità di diventare, liberamente e consapevolmente, di uno o di molti in una serie infinita di generi, per qualsiasi periodo di tempo o con qualsiasi rapidità di cambiamento”.

Prima di arrendersi alle richieste di tutela legale dell’identità e dell’espressione di genere è necessario che i nostri leader politici comprendano l’obiettivo finale di coloro che la propongono. Secondo la Carta Internazionale dei Diritti Gender, essi vogliono “il diritto di definire e ridefinire le proprie identità di genere lungo il corso delle loro vite”. E vogliono avere “accesso agli spazi e alle attività caratterizzati in base al genere”. In altre parole, gli uomini che si identificano come donne potrebbero partecipare ad attività sportive femminili e usare spogliatoi femminili. Ma questo è solo l’inizio.

Secondo uno studio sui Diritti Transgender, la preoccupazione centrale della cultura transgender è “la fantasia politica e sociale di un’esistenza trans-umana non caratterizzata dal genere”. Secondo gli autori i transgender “stanno forgiando un “trans-immaginario culturale e una cultura trans-materiale di grande vivacità.

Questa opera culturale rappresenta una vera ribellione ontologica”.(17) secondo Riki Wilchins, che così scrive in GenderQueer: Voices from beyond the sexual binary (18): “Il genere è la nuova frontiera: il luogo in cui ribellarsi, creare una nuova individualità e unicità, sfidare norme sociali vecchie, logore e antiquate e, a volte, fare arrabbiare i genitori e varie altre figure che rappresentano l’autorità”. La società non ha alcun dovere di incoraggiare questa fantasia o questa ribellione.

Trovo appropriata la seguente citazione di Theodore Dalrymple: “Quando le persone sono costrette a restare in silenzio mentre vengono raccontate loro le bugie più palesi, o ancora peggio, quando sono esse stesse costrette a ripetere tali bugie, perdono per sempre il proprio senso di rettitudine morale”.

Conclusioni

Chi cerca di mettere in guardia gli altri dai pericoli insiti nelle teorie di genere deve affrontare le numerose contraddizioni. Mentre le femministe radicali si oppongono a tutti gli stereotipi, i maschi transgender che si presentano come donne abbracciano limitati stereotipi sessisti, tanto da diventare caricature femminili.

Sebbene coloro che propongono le ideologie di genere presentino in pubblico un fronte compatto, ci sono in realtà delle divisioni interne. Alcune lesbiche tra le femministe radicali rifiutano gli uomini che vogliono essere donne lesbiche, ritenendoli degli intrusi. Alcune considerano le donne che vogliono essere uomini traditrici che sono passate al nemico. Di conseguenza alcuni raduni femministi sono riservati a donne che sono nate donne e vivono da donne.

Mentre le persone con attrazione per lo stesso sesso cercano di convincere la gente che sono nate così e non possono cambiare, i genderQueer insistono nel dire che non vi è nulla di stabile e tutto può cambiare in continuazione. I transessuali vogliono che tutti fingano che loro sono davvero dell’altro sesso, ma la loro meta finale, il genderQueer, è un mondo senza genere.

Anche se il volto pubblico dell’agenda gay è la “parità di matrimonio”, dando l’impressione che tutto ciò che vogliono è solo essere come una famiglia tradizionale, di fatto le relazioni omosessuali sono notoriamente instabili. Le coppie maschili non sono praticamente mai fedeli. La comunità gay maschile esalta la promiscuità, il sado-masochismo, l’uso di droghe e si trova al centro di una sindemia di malattie sessualmente trasmesse.

In Canada, il ministero della pubblica istruzione dello Yukon ha vietato alle scuole Cattoliche che ricevono finanziamenti pubblici di presentare l’insegnamento cattolico secondo il quale gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, poiché era una violazione della legislazione sui diritti umani nell’interpretazione che ne dà il ministero.

Nello Stato di New York, gli studenti che fanno “uso ripetuto e deliberato di pronomi e nomi in contrasto con l’identità di genere di uno studente” saranno giudicati colpevoli di molestie. Un uomo transgender ha mentito nella deposizione davanti a una tribunale dello Stato, affermando di essere stato torturato in un centro Cristiano, quando quel centro nemmeno esisteva. Nel Massachusetts, un tribunale di ordine inferiore ha imposto allo Stato di pagare un intervento di cambiamento di sesso per un uomo che sostiene di essere una donna, e che è in carcere per avere ucciso la moglie.

Gli attivisti del genere stanno spingendo la loro agenda su tutti i fronti. Proprio quest’anno una scuola nel Massachusetts ha obbligato le scuole pubbliche a eliminare qualsiasi discriminazione basata sull’orientamento sessuale, sull’identità o sull’espressione di genere. Questi regolamenti sono stati utilizzati per giustificare la produzione di una rappresentazione scolastica che metteva in ridicolo la religione in modo aperto e osceno.

I terapeuti che aiutano coloro che vogliono cambiare il loro pattern di attrazione sessuale o aiutare i bambini che presentano un disturbo dell’identità di genere vengono citati in giudizio.

Ciò che è più spaventoso è che non solo viene negato ai bambini con disturbi dell’identità di genere qualsiasi forma di intervento positivo; vengono anche incoraggiati i genitori ad assecondare il comportamento cross-gender nei figli; alle scuole viene richiesto di accettare ragazzi che vogliono essere ragazze, ragazze che vogliono essere ragazzi, anche se hanno solo 5 anni; i medici sono incoraggiati a fornire a questi bambini trattamenti che inibiscono la pubertà per impedire lo sviluppo delle caratteristiche sessuali e prepararli per il cambiamento di sesso.

Una storia clinica pubblicata in Pediatric Annals ha discusso se un ragazzo tredicenne che voleva essere una ragazza dovesse ricevere trattamento ormonale per impedire la pubertà, quando era evidente dai commenti degli autori che il ragazzo aveva gravi problemi psicologici, era stato vittima di abuso infantile fisico e sessuale ed era ad alto rischio di contrarre l’AIDS e altre malattie sessualmente trasmesse.

La teoria di genere, in qualsiasi sua forma è una negazione della realtà della differenza sessuale. Coloro che hanno adottato la teoria nella loro vita sono alienati dalle loro stesse nature. Piuttosto che riconoscere che le loro teorie sono fatalmente viziate, si scagliano contro coloro che difendono la realtà, additandoli come “omofobi”, “eterosessisti”, “bigotti”. Essi accusano coloro che difendono il matrimonio, la famiglia, la maternità e i bisogni dei bambini di istigazione all‟odio e pretendono sanzioni legali contro di loro.

Non importa con quanta delicatezza si parli, quanta attenzione facciamo nel nostro linguaggio, siamo comunque accusati di istigazione all’odio.

Recentemente stavo rileggendo il libro di Nicolosi e mi sono imbattuta in un brano in cui l’autore nota che gli uomini con attrazione per lo stesso sesso hanno difficoltà a riconoscere la differenza tra il normale comportamento maschile e la minaccia di violenza. Se, come la Chiesa insegna, l’inclinazione all’attrazione per lo stesso sesso è un disturbo oggettivo, allora abbracciare quel disturbo invece di ricercarne le cause e lottare per raggiungere una pace interiore personale, può avere ripercussioni su altri aspetti della loro personalità. Una persona che difende un disturbo può avere bisogno di zittire chiunque la metta in discussione.

La persecuzione non si è ancora abbattuta sui difensori della realtà con tutta la sua forza, ma i promotori delle teorie di genere stanno affinando le loro armi. Giocando sul desiderio della gente di essere compassionevoli, stanno cambiando le leggi e adottando politiche che elimineranno la libertà di parola e di religione.

Papa Benedetto ha attirato la nostra attenzione sulla teoria di genere perché è una delle forze che stanno dietro all’attacco al matrimonio, alla famiglia, alla verità della persona umana e alla fede. Le differenze tra uomini e donne sono reali, sono confermate dalla nostra esperienza, dalla scienza e dalla nostra fede.

Non possiamo rinunciare a questa verità. Non possiamo fingere che non sia importante. I fautori della teoria di genere comprendono cosa è in gioco. Essi sanno che non si tratta di compassione verso chi è diverso, o di modi educati di riferirsi a coloro che hanno una confusione sulla propria identità, o di proteggere alcuni gruppi dalla discriminazione. Sanno che la religione, e in particolare la religione Cattolica, è d’intralcio ai loro progetti di creare un mondo in cui la loro visione alienata della realtà non sia mai messa in discussione.

Ma noi abbiamo il dovere di metterla in discussione, ovunque si presenti. Dobbiamo ascoltare il monito di Papa Benedetto e rifiutare di arrenderci alla teoria di genere in qualsiasi forma essa si presenti. Possiamo iniziare non dicendo mai genere quando intendiamo sesso. Ma poi viene la parte difficile.

Dobbiamo difendere il nostro diritto a parlare, a descrivere con precisione la realtà, a dichiarare che il matrimonio è l’unione di un uomo e di una donna e che i figli crescono meglio quando vengono cresciuti dai loro genitori biologici sposati; dobbiamo difendere il nostro diritto a chiamare uomo un uomo e donna una donna, anche se vogliono essere dell’altro sesso. Facendolo, possiamo aspettarci delle persecuzioni.

Possono sembrare piccolo cose: un pronome qua, un nome là, ma le persecuzioni cominciano sempre dalle piccole cose. Ma arrendersi alle menzogne non è una piccola cosa e noi dobbiamo essere saldi

Le teorie di genere sono il prodotto di anime alienate dalla realtà delle proprie nature, anime che vogliono coinvolgere gli altri nella loro alienazione. Non stiamo promuovendo una visione ottusa e superata. Siamo i difensori della realtà

Note

1) Maschi o femmine? La guerra del genere, Rubbettino, 2006.
2) Genere: la decostruzione della donna.
3) http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2012/december/documents/hf_ben-xvi_spe_20121221_auguri-curia_it.html
4) Mark Regnerus “How different are the adult children of parents who have same-sex relationships? Findings from the New Family Structures Study,”(Quanto sono diversi I figli in età adulta di genitori che hanno relazioni omosessuali? I risultati dello Studio sulle Nuove Strutture Familiari) Social Science Research, 41 (2012) http://www.sciencedirect.com/science/journal/0049089X .
5) Loren Marks “Same-sex parenting and children’s outcomes: A closer examination of the American psychological association’s brief on lesbian and gay parenting,”(Omogenitorialità e esiti nei figli. Un’analisi ravvicinata del fascicolo dell’APA su genitorialità di lesbiche e gay)ˇ41 (2012) pp. 735-751 http://www.sciencedirect.com/science/journal/0049089X
6) John Colapinto, As Nature Made Him.
7) Così come natura lo fece.
8) Sezioni 70 e 71 della sentenza.
9) Sesso, cellule e attrazione per lo stesso sesso.
10) John De Cecco , David Parker, Sex Cells and Same-sex Desire , (Harrington Park Press: NY, 1995) P.427.
11) Lisa Diamond, Sexual Fluidity, Harvard UP: Cambridge MA, 2008.
12) In italiano: Maschi o femmine? La guerra dei sessi, Rubbettino, 2006.
13) Dopo il ballo: come l’America vincerà I propri timori e l’odio verso I gay nel 900.
14) Richard P. Fitzgibbons, Philip M .Sutton, Dale O’Leary, “La psicopatologia della chirurgia di DI «riassegnazione sessuale».Valutazione dal punto di vista medico, psicologico ed etico”, in Walt Heyer, Paper Genders, Sugarco 2013.
15) Transgender Rights, p.322.
16) Alice Dwyer.
17) Transgener Rights, p..322

18) GenderQueer: voci dall’altra parte del binario sessuale.

Vai all’intervento di Laura Palazzoni

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