Recuperare la dignità della professione medica

in un libro come recuperare la dignità della professione medica

Abstract: recuperare la dignità della professione medica

Il Sussidiario.net 12 febbraio 2023

Non pillole ma fiducia: solo “il cammino di Ippocrate”

(oggi) salva i medici

“Il cammino di Ippocrate” di Massimo Pandolfi ricolloca nella giusta dimensione l’arte di curare: alla medicina oggi servono competenza e consolazione

di Carlo Bellieni

Dove sono finiti gli osanna a medici e infermieri che riempivano una pagina sì e una pagina no dei quotidiani durante il Covid? Avevo a suo tempo detto che non solo erano una bufala, ma nuocevano ai sanitari, distraendo dai loro veri e intoccati problemi. Infatti rieccoci nella realtà: mancano medici, sono sottopagati rispetto all’Europa, infermieri aggrediti nei Pronto soccorso, fuga dei sanitari dal pubblico, e ricominciano i diti puntati sui giornali per ogni presunto errore medico.

In questo desolante panorama, voglio segnalare una piccola perla dell’editore Betti: Il cammino di Ippocrate di Massimo Pandolfi. Libro sulla medicina fatto da un cardiologo, che parla degli uomini della medicina. E allora si capisce come questi uomini e donne, dal chirurgo Barnard al medico di Napoleone, da Florence Nightingale a Alexander Fleming o Pasteur non erano maghi ma uomini e donne, con i loro difetti e disperazioni, con le loro scoperte per buona parte dovute al caso e rese scienza solo dalla loro capacità intuitiva di non pensare che il caso sia spazzatura. E la gente non andava da loro per avere “la pillola” (per quello c’erano gli stregoni) ma per avere un rapporto di fiducia e guarire quando possibile, essere curati sempre.

Significativamente, nell’epilogo del libro, l’autore scrive: “Forse si è perso lo spirito della consolazione, ma esistono ancora innumerevoli esempi che fanno ben sperare al di là degli interessi economici della colpevole ignoranza della classe politica, dello stucchevole servilismo alla ragion di stato di chi dovrebbe guardare i problemi da ben altro punto di vista e trovare soluzioni che non siano i tagli lineari”.

E il libro invita a guardare agli esempi del passato in questa chiave virtuosa e ad imitarli, dato che ancora, nel proprio piccolo, c’è qualcuno che si comporta bene nella sanità. Ma il libro denuncia “una perdita dell’entusiasmo di chi ha intrapreso un difficile mestiere che presuppone dedizione, umanità, aggiornamento continuo e soprattutto capacità di portare il peso dei propri errori e della propria ignoranza”. Altro che “eroi del Covid”, un eroismo strombazzato che non ha portato niente a medici e infermieri che erano eroi prima del Covid e lo saranno dopo (ma passata l’ondata di paura nessuno se ne ricorda).

Il rapporto di fiducia “persona con persona” è la medicina dell’uomo, su cui si fonda la farmacologia e le scelte terapeutiche impegnative. La medicina della sanità di oggi invece è paradossalmente una medicina della magia. Strano? Pensate a come si considera oggi la medicina: non una collaborazione per la salute ma un dispensario di ricette, esami e ricoveri. Che devono avere un effetto certo e immediato.

È la stessa idea della magia: uno schiocco di dita, una formula magica e il gioco è fatto. Tutto questo in un mondo dove la magia vige come legge: la tecnologia a portata di click, dove il massimo sforzo è pigiare un bottone per far apparire le cascate di Iguazù o le confessioni dei reali di Inghilterra (rimpolpando sì il mercato, ma rimanendo soli e tristi).

Ridateci la medicina vera, non illudeteci con le panzane che “la salute è un diritto” (semmai il diritto è essere curati bene, non la salute che non la può garantire nessuno). Ridateci la certezza che la salute non è solo il ricorso a una pillola o a quanti più esami si possono fare. Questo libro, fatto da un medico per i medici e per i corpi malati, ci risveglia questo sentimento.

Di questo dovrebbero tener conto i governi e gli amministratori invece di pensare solo a leggi e leggine, accordi e protocolli. Tenete presente che il codice di deontologia medico è passato nei secoli dall’essere le dieci righe del giuramento di Ippocrate all’attuale che consta di oltre cento pagine; espunto l’uomo, moltiplicate le leggi e i paragrafi, non ci sembra che le cose siano migliorate.

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