L’Operazione “K”

Alleanza Cattolica 18 Aprile 2020

70 anni fa un’operazione di polizia contro la rete dei monasteri nell’allora Cecoslovacchia. Occorre coltivare la memoria per evitare ripetizioni

di Pio Kinsky dal Borgo

L’inizio dell’Operazione “K” (dall’iniziale della parola ceca klášter, monastero) può essere fatto risalire già all’aprile 1949, quando, nella riunione dei responsabili per le questioni ecclesiastiche dei comitati d’azione del Fronte Nazionale furono avanzate richieste di soppressione dei conventi.

Il Fronte Nazionale era la coalizione dei partiti che dal 1945 deteneva il potere, di fatto controllata dal Partito Comunista Cecoslovacco attraverso i propri infiltrati nelle altre formazioni politiche, secondo una tecnica adoperata in tutti i paesi destinati a rimanere nell’area d’influenza sovietica, ma tentata anche in Italia col Fronte Popolare, che non riuscì a impadronirsi del potere con le elezioni del 18 aprile 1948.

Nel Comitato centrale del Partito Comunista Cecoslovacco l’operazione fu preparata dal 22 agosto 1949, quando la presidenza approvò il piano di concentramento dei religiosi. La fase ulteriore consistette nell’accurata raccolta di informazioni sui singoli conventi del paese.

Il 20 gennaio 1950 la Presidenza del Comitato centrale del Partito approvò un piano di liquidazione dei conventi maschili già più concreto, che doveva essere realizzato in due tappe. L’inizio dell’operazione fu pianificato solo otto giorni dopo la fine del processo-monstre Machalka & c. contro dieci rappresentanti di ordini religiosi, preceduto da accurate perquisizioni dei conventi.

La campagna accusatoria affermava che nei conventi si nascondevano armi; vennero pubblicate “lettere di lavoratori” che condannavano l’«attività antistatale e di alto tradimento» dei religiosi. Il segretario generale del Partito, Rudolf Slánský (1901-1952), ordinò alle segreterie regionali del partito di eseguire l’Operazione “K”.

Peraltro Slánský venne poi egli stesso processato, condannato e impiccato per spionaggio e alto tradimento un paio d’anni dopo, nel grande processo mediante il quale il padrone della Cecoslovacchia comunista, Klement Gottwald (1896-1953) si liberò di ogni potenziale opposizione interna.

Ebbene, l’Operazione “K”  fu una sorta di esercitazione militare, nella quale furono coinvolte tutte le amministrazioni regionale dell’StB (la Sicurezza di Stato, ovvero l’equivalente della sovietica NKVD, poi KGB), centinaia di suoi agenti, migliaia di appartenenti sia alla SNB (la polizia) sia alla Milizia popolare operaia, che poco più di un anno prima aveva contribuito a realizzare il colpo di Stato portato a termine il 25 febbraio 1948 con la formazione di un nuovo governo composto esclusivamente da ministri appartenenti al Partito comunista o al Fronte Nazionale da questo controllato.

La prima fase dell’operazione fu diretta contro le congregazioni più numerose e si svolse nella notte dal 14 al 15 aprile 1950, quando furono occupati dalla SNB, dalla StB e dai reparti della Milizia popolare 75 conventi sul territorio ceco. La seconda fase dell’operazione, riguardante i religiosi rimanenti, si svolse nei giorni 27 e 28 aprile 1950, quando la Sicurezza occupò altri 69 conventi.

In Slovacchia la prima fase dell’operazione riguardò 62 conventi, mentre la seconda fase, che in Slovacchia si svolse una settimana più tardi che sul territorio ceco, nella notte dal 3 al 4 maggio, riguardò le rimanenti 13 case religiose. In entrambe le fasi furono liquidate, in tutta la Cecoslovacchia, 219 case e vennero internati o concentrati 2.376 religiosi di 28 congregazioni, 175 dei quali finirono in conventi d’internamento a regime duro.

Erano stati previsti cinque centri di concentramento in altrettanti conventi e un centro d’internamento nel grande monastero premonstratense di Želiv, dove furono deportati sacerdoti e superiori, affinché non potessero influire sui giovani religiosi.

L’Operazione “K” ebbe anche conseguenze materiali incalcolabili. Avvenne la devastazione degli immobili e il danneggiamento di una notevole quantità di beni delle singole case religiose (per esempio di libri e opere d’arte). Alla prima fase dell‘Operazione “K” immediatamente collegata l’ Operazione “Ř“ (dalla parola řeholnice, monaca), svoltasi nel luglio e nell’agosto 1950 e mirata contro le congregazioni femminili.