Pedofilia e chiesa cattolica

pretiPer Rassegna Stampa 8 marzo 2009

Sveliamo un’altra leggenda nera

di Bruto Maria Bruti

Una premessa per i cattolici

Cristo non ha scritto libri ma ha fondato una società divino-umana che è la Chiesa, a cui ha promesso assistenza e in cui tutti gli uomini, preti e papi compresi, devono santificarsi.

1) La parte divina della Chiesa è costituita dalla parola di Dio, dal magistero assistito dallo Spirito Santo e deputato a spiegarla e approfondirla, dai sacramenti.

2) La parte umana è costituita da uomini peccatori (Pietro tradì Cristo, Giuda Iscariota era vescovo) che devono tutti pazientemente e gradualmente santificarsi attraverso l’ascolto della parola di Dio, del Magistero che la spiega correttamente, la pratica dei sacramenti e l’applicazione dei comandamenti.

La Chiesa Cattolica ha avuto dei Papi santi e dei Papi corrotti. Tuttavia neanche il più corrotto di loro ha mai osato mettere in discussione le dottrine fondamentali della Chiesa. Questo è vero per tutti Papi ed è questo il vero “mistero” della Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo. Quando la Chiesa insegna, essa insegna a tutti gli uomini, Papa compreso: Il Magistero è assistito dallo Spirito Santo e il Papa stesso deve mettere in pratica ciò che lui insegna alla Chiesa.

Le statistiche sulla pedofilia

Le statistiche rivelano che i pedofili appartengono per lo più alla cerchia intima del bambino. Spesso sono parenti stretti, come il padre, la madre o entrambi i genitori, nonni, zii, fratelli maggiori: quindi persone in cui il bambino aveva riposto la propria totale fiducia e che lo hanno tradito, invece di fornirgli uno scudo protettivo. Il padre, e la madre che sa e tace (nel 20% del campione esaminato dal rapporto Eurispes la situazione di disagio è nota a uno o due persone del gruppo familiare o a conoscenti che tacciono) e che magari disconferma le confidenze del bambino aumentando la sua disperazione. Spesso sono stati anche loro abusati fisicamente durante l’infanzia: con una tremenda trasmissione generazionale “amano” la loro prole, nel modo in cui loro stessi sono stati “amati”; qualche volta convinti che la sessualità sia il modo migliore per esprimere amore e interesse.

Dal rapporto Eurispes risulta che il 66 per cento degli abusi sessuali si compiono in famiglia: ne sono responsabili il padre nel 35,8 % dei casi, la madre (30,8 %), fratello/sorella (2%), altri parenti (4,8%,) convivente con madre/padre (2,1%), amici/conoscenti (8,0%), insegnante (4,4%), estraneo (3,7) %. (particolarmente raccapricciante la percentuale relativa alle madri!).

Casi di pedofilia registrati in Italia

a cura di Francesco Andreassi Marinelli

( da www.criminologia.it )

In Italia si registrano 21.000 casi di pedofilia ogni anno:un caso ogni 400 minori un caso ogni 4 scuole un caso ogni 500 famiglie (Stime elaborate dal Censis e poi dal Prof. Vincenzo Mastronardi, titolare della Cattedra di Criminologia dell’Università “La Sapienza” di Roma)

I CONDANNATI PER PEDOFILIA IN ITALIA (dati 2008 ):

cfr Le Due Città, DAP, rivista dell’amministrazione penitenziaria, N. 7/8 ANNO IX Lug/Ago 2008 .819 sono stati condannati definitivamente e 14 sono internati. Per quanto riguarda l’età il picco si registra tra le persone nella fascia tra i 30 e i 39 anni (323), con un numero elevato anche tra i 40 e i 49 anni (321) e di giovani (262 trai 21-29 anni).I detenuti pedofili non sono esclusivamente di sesso maschile, in quanto circa l’8% è costituito da donne e il restante 92% da uomini. Questo dato è in linea con quanto avviene negli altri Paesi occidentali, nei quali viene attribuita la responsabilità alle donne nel 10% dei casi di abuso sessuale su minori.

Solo il 40% dei molestatori di bambini è ancora celibe o nubile, mentre gli altri soggetti dichiarano di essere coniugati oppure di avere comunque avuto una relazione stabile, sfatando il luogo comune del pedofilo come individuo incapace di intrattenere rapporti sociali o emarginato perché “diverso”. Inoltre ben il 47% dei detenuti pedofili dichiara di avere uno o più figli .

I preti negli Stati Uniti

1) Il maggiore studio americano sul tema della pedofilia è quello condotto nel 2006 dal John Jay College della City University of New York, la più prestigiosa istituzione accademica americana nel campo della criminologia. Negli ultimi cinquant’anni i preti condannati per molestie su minori sono stati 105: nonostante molte campagne mass mediatiche di tipo “clero fobico”, la percentuale statistica è molto bassa se confrontata con quella di tutte le altre categorie sociali coinvolte

2) All’interno dell’intera categoria dei preti maschi degli USA, solo lo 0,2% è stato coinvolto in  abusi in 50 anni. Considerando 4 mila preti, solo 8 su 4 mila… Sono i dati del sociologo Philip Jenkins, professore alla Pennsylvania State University, l’unico che ha studiato i dati reali del problema. (Philip Jenkins, Pedophiles and Priests. Anatomy of a Contemporary Crisis, Oxford University Press, Oxford – New York 1996)

La stessa percentuale colpisce i religiosi e i pastori di altre religioni che sono sposati perché non è richiesta loro la castità: quindi è una bufala credere che la castità favorisca la pedofilia

Esempi e comparazioni

La pedofilia omosessuale, considerando che l’1 o 2 % della popolazione è omosessuale, non è statisticamente considerata superiore a quella eterosessuale.

Si può fare una comparazione fra la percentuale che colpisce l’intera categoria dei gay militanti USA, con la statistica della pedofilia che vede coinvolta l’intera categoria dei preti USA. Le statistiche dicono che il 23% dei maschi omosessuali e il 6% delle lesbiche, che non praticano affatto la castità, avevano avuto qualche contatto sessuale con minorenni; e questo secondo il Gay Report USA del 1979, che sicuramente non nutre prevenzioni contro gli omosessuali.

Preti in Italia

I preti in Italia sono circa 39.000, in 50 anni, di preti condannati per molestie ai minori, ce ne sono 17 sicuri ed altri 10 in attesa di giudizio. Nota: in 50 anni 17 preti, mentre abbiamo 21 mila casi di pedofilia ogni anno! Mettiamo che i preti condannati siano anche 30, per farla larga: 30 persone su 39.000 è circa lo 0,07% all’interno della categoria dei preti maschi. Pur ritenendo la cosa un abominio, non si può dire che la Chiesa sia malata di pedofilia.

______________________________________

Il Foglio 11 marzo 2010

Pedofilia – Manfred Lütz contro esagerazioni e minimizzazioni

Il teologo e psichiatra tedesco ci dice cose sagge sulla pedofilia tra i preti

In pochi conoscono la situazione della chiesa tedesca e il problema dei preti pedofili come Manfred Lütz. Teologo e psichiatra, dirige l’ospedale psichiatrico di Colonia. Il suo lavoro è apprezzato in Vaticano dove, oltre a essere membro del Pontificio consiglio per i laici, è nel consiglio direttivo della Pontificia accademia per la vita e consultore della Congregazione per il clero. Col Foglio, Lütz, torna su un argomento già affrontato in un articolo pubblicato il 17 febbraio sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung e dedicato alla pedofilia nel clero tedesco.

Spiega Lütz: “La prima cosa da fare è non sminuire il problema. Perché prima di ogni altra considerazione va ricordato che gli abusi su minori perpetrati da sacerdoti e religiosi cattolici sono un crimine particolarmente ripugnante. Sono un male da denunciare e da non occultare. Il sacerdote, infatti, ha un ruolo paterno nei confronti del minore e quindi purtroppo il suo atto criminoso ha in sé qualcosa d’incestuoso. Inoltre questi crimini minano la fiducia in Dio dei bambini che li subiscono”.

Lütz, tuttavia, dice anche altro. E in particolare che “occorre non drammatizzare troppo”. Sia perché “prima di esprimere giudizi si devono conoscere i fatti, sia perché un’eccessiva drammatizzazione non giova alle vittime. Queste, spesso, hanno un rapporto ambivalente con i persecutori. Provano affetto per loro e insieme si sentono offesi. E’ una situazione molto delicata e se si drammatizza troppo non si aiuta chi è vittima a uscire allo scoperto”.

Il problema della pedofilia ovviamente non è circoscritto soltanto alla chiesa: “Tutte le professioni e le istituzioni che in qualche modo hanno a che fare con minori – dice Lütz – sono toccate dal fenomeno. Perché certe professioni attirano i pedofili, è inevitabile. Occorre vigilare”. Sono tanti gli indizi che dovrebbero portare a indagini approfondite: “Nei seminari, ad esempio, un caso che sempre meriterebbe attenzione è quello di candidati al sacerdozio che hanno facilità di rapporto coi bambini ma non ne hanno con gli adulti”.

Ma non bisogna accettare le semplificazioni come invece fanno alcuni anche nella chiesa: “Alcuni dicono che c’è un legame tra pedofilia e celibato e che se si eliminasse il celibato si risolverebbero tanti problemi. Scientificamente questa teoria non ha nessun fondamento. Nel 2003 organizzai in Vaticano, all’interno della Pontificia accademia per la vita, un summit con diversi scienziati (molti non credenti) sul tema ‘abuso di minori da parte di sacerdoti e religiosi’.

Tutti concordarono sul fatto che scientificamente non c’è alcuna relazione tra pedofilia e celibato. L’astinenza sessuale, in particolare, non provoca atti di abuso. Uno scienziato ateo molto noto in Germania ha detto che la possibilità che un prete commetta abusi è 36 volte minore rispetto a un padre di famiglia”.

In questi giorni è la chiesa tedesca a essere nell’occhio del ciclone dei media. In Germania, dice, “la chiesa ha preso importanti provvedimenti negli ultimi anni. Nel 2002 i vescovi tedeschi hanno approvato un regolamento molto chiaro. Si tratta di un insieme di procedure alle quali ogni diocesi deve attenersi. Tra queste, il fatto che ogni diocesi sia stata dotata di una persona che fa da riferimento per le vittime. Attraverso un numero telefonico appositamente dedicato, ogni vittima può contattare questa persona, denunciare quanto ha subìto e farsi aiutare.

Questo regolamento ha prodotto una conseguenza notevole: dopo il 2002 nel nostro paese casi di abusi significativi da parte di preti non si sono verificati. Questa è una cosa importante da dire, perché significa che la trasparenza, il fatto che la chiesa per prima non stia nascondendo il fenomeno ma anzi lo stia pubblicizzando, funziona”.