I poveri del Libano

ListenerNewsletter n.6 Luglio 2016

Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.

Padre Damiano Puccini

In oltre quattro anni il Paese dei cedri ha ospitato quasi 1,6 milioni di rifugiati siriani e deve affrontare gli squilibri demografici, economici, politici, di sicurezza che questo comporta. L’Onu, che enumera solo quelli registrati, afferma che ve ne sono 1,2 milioni, ai quali si aggiunge un numero praticamente “illimitato” di profughi. A questi vanno aggiunte almeno 700 famiglie di cristiani irakeni da Baghdad, Mosul e da Erbil e decine di migliaia di palestinesi dalla Siria. Il tutto a fronte di una popolazione libanese di circa 4,4 milioni di abitanti e un Paese sempre più in difficoltà nella gestione dell’emergenza. La condizione degradante dei rifugi, le difficoltà e il senso di abbandono rendono difficile la sopravvivenza di questi profughi.

I nostri volontari con grande impegno portano avanti il progetto della cucina di Damour, che continua ad offrire pasti per una quarantina di famiglie spesso anche di 8-9 persone, composte sia da profughi siriani che da residenti precipitati in situazione di grave bisogno. Già fin dalla sera precedente di ogni apertura della cucina, con la buona volontà di tutti e senza mai guardare alla fatica e al caldo, si arriva preparare i pasti.

Alla memoria del nostro cuoco Elias, recentemente scomparso, abbiamo dedicato la cucina, come ringraziamento per tutto l’impegno e la passione profusi per questo progetto, che continua a svilupparsi senza incontrare nessuna difficoltà, nonostante l’ambiente certamente non facile. Ci auguriamo, come Elias sperava sempre, di poter continuare ad aiutare questi profughi di qualunque origine e appartenenza per diffondere ovunque motivazioni di perdono e di condivisione tra bisognosi di gruppi tra loro rivali. Nada, la vedova di Elias insieme a Hanan, mamma di una famiglia siriana che sosteniamo, sono liete di offrire con gioia la loro collaborazione nella cucina.

Amal, una vedova con 4 bambini, che prende il cibo dalla nostra cucina, un giorno non è potuta venire perché malata; allora la sua vicina Kaamla si è presentata per ritirare il cibo al suo posto. Parlando con quest’ultima signora, abbiamo capito che Amal in realtà dona una parte della sua porzione di cibo a Kaamla, perché conosce bene la sua situazione. Ella ha cinque bambini ed è stata abbandonata da suo marito per un’altra donna, e per questo motivo lei deve faticare molto in lavori umili per pagare l’affitto dell’abitazione e trovare il sostentamento per i suoi figli.

Una signora di quasi settant’anni, musulmana, ci ha ringraziato perché è la prima volta in vita sua che ha potuto gustare delle pesche. Lei ha ringraziato Dio per tutto quello che facciamo.

Alcune famiglie musulmane nonostante la loro miseria hanno voluto condividere dei dolci che hanno preparato per il Ramadan con poveri di altri gruppi. Il loro sorriso è per noi la ricompensa piú bella. Una signora che riceve il cibo preparato dalla nostra cucina potendo dedicare ogni tanto qualche ora ad un’anziana, ha comprato alcuni prodotti igienici per la cucina, volendo con questo dimostrare il proprio ringraziamento.

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