Dio è cattolico!

Dio_cattolico_coverIl Timone n.89 gennaio 2010

Qual è il vero volto di Dio? Come riconoscere fra moltissime religioni quella vera? Rino Cammilleri riassume questa sfida apologetica nel suo ultimo libro, che offre una sintesi impedibile delle credenze più diffuse. A tutto vantaggio della credibilità del cattolicesimo

di Mario Palmaro

Che cos’è l’apologetica? Spesso si fa fatica a definirla in modo preciso, e appare più semplice riconoscere che una certa opera, un libro, un film, è apologetico. Ad esempio, “Dio è cattolico?” – la più recente fatica di Rino Cammilleri – è un gran libro di apologetica. Uno di quei pochi libri la cui lettura è non soltanto opportuna, ma necessaria. Perché in queste pagine non si parla del futile e dell’effimero, non si parla di spettacolo e di politica, ma si affronta con linguaggio semplice un problema fondamentale, che incombe sulla vita di ogni uomo: qual è la vera religione?

Il vero volto di Dio è “il” problema dell’umanità di ogni tempo. Come spiega bene Ettore Gotti Tedeschi nella Prefazione, «nel mondo non funziona più quasi nulla, ma non perché c’è una crisi di valori. Il punto è un altro. Questa crisi di valori discende da una crisi della fede: non credere più nello stesso Dio».

Alla ricerca di ciò che ci divide

L’apologetica è scienza rigorosa, che non ama le mezze misure, le fumisterie, le perdite di tempo, gli slogan facili e confortanti. L’apologetica si serve di ancelle serie ed efficienti: la logica, la filosofia, la storia. Ed è a partire dalla logica, e dal principio di non contraddizione in particolare, che Cammilleri imposta la struttura del suo libro: data la pluralità delle religioni, e delle rappresentazioni di Dio, non è possibile che tutte queste rappresentazioni siano contemporaneamente vere.

Occorre indagare, usando della nostra ragione, approfondire, conoscere, capire che cosa dicono esattamente le più importanti religioni, e mettere queste religioni a serrato confronto con il cattolicesimo.

Potremmo dire in una battuta che il metodo di Rino Cammilleri – che poi è stato il metodo usato dall’apologetica cattolica per duemila anni – va alla ricerca non già di ciò che ci accomuna e ci unisce, ma innanzitutto e precisamente di ciò che ci differenzia e ci divide. Infatti, non c’è modo più sicuro ed efficace per riconoscere la grandezza e l’unicità del cattolicesimo che scoprire i limiti e le contraddizioni delle altre religioni.

Oggi più che mai è necessaria questa opera di comparazione e di distinzione, in un clima che tende ad appiattire tutte le fedi in un’unica enorme super-religione, e che per raggiungere questo obiettivo ideologico non disdegna di tacere dolosamente le differenze, talvolta enormi, fra Chiesa cattolica e resto del mondo. Con il risultato che spesso portiamo nella nostra testa un’immagine del buddismo o dell’ebraismo che ha poco o nulla a che fare con la realtà.

Il libro di Cammilleri offre in 270 pagine una vera miniera ricca di cifre, citazioni, notizie, brani di esperti; insomma, fatti e non opinioni. Che concorrono a fornire un’unica risposta convincente: il volto del vero Dio è quello insegnato da duemila anni nella Chiesa cattolica.

II lettore si ritrova avvinto, realmente conquistato da una vera e propria inchiesta che mette al nudo, impietosamente, l’insostenibile leggerezza dei più gettonati luoghi comuni su religioni e dintorni. Pagina dopo pagina, emerge evidente il disegno perseguito dall’autore, che si può riassumere in tre mosse genuinamente apologetiche.

Tre mosse apologetiche

Primo: la fede c’entra moltissimo con la nostra vita concreta di tutti i giorni. Il motivo principale di tanta indifferenza e superficialità dell’uomo contemporaneo di fronte alla fede è la convinzione (erronea) in base alla quale tra religione e vita quotidiana non c’è alcun rapporto. La fede è, nella migliore delle ipotesi, una teoria astratta, uno schema mentale, una filosofia dell’esistenza.

Ma la vita è un’altra cosa. Cammilleri, invece, riesce nell’impresa di dimostrare inequivocabilmente il contrario: tutte le nostre scelte, i nostri comportamenti – riguardino essi il lavoro, l’economia, la famiglia, il divertimento – sono segnati dalla religione, dal Dio in cui crediamo (o in cui non crediamo).

Le storie delle nazioni e delle civiltà sono impregnate dell’elemento religioso, che le condiziona nel bene o nel male. Il numero dei suicidi, il fenomeno dei serial killer, le abitudini alimentari, la propensione alla carità sono legate alle tradizioni religiose, e Cammilleri ce lo dimostra con il suo stile brillante, imprevedibile, originale, ostinato. Perché sono i dettagli a rivelare spesso gli uomini e i popoli. Dunque, spendere energie per riflettere su Dio e per conoscerlo non è tempo perso, ma il più importante investimento che possiamo fare per vivere bene.

Secondo: una religione non vale un’altra. Cammilleri dimostra oggettivamente la profonda, inconciliabile differenza delle differenti fedi. E dunque confuta i corollari prodotti dall’indifferentismo religioso. Pensiamo, ad esempio, all’idea per cui “la religione del vicino è sempre più verde”, così presente in certi atteggiamenti complessati di alcuni cattolici contemporanei.

O pensiamo anche alla tendenza a “dissolvere” la dottrina cattolica, allo scopo di trasformare il cattolicesimo in un ammasso di plastilina, rimodellabile di volta in volta sulla forma della religione con cui si vuole “dialogare”. Il libro di Cammilleri smonta, senza animosità ma anche senza sconti, questi tragici errori oggi così diffusi.

Terzo: la fede cattolica serve per salvarsi l’anima. Da troppi decenni questo aspetto è stato ridimensionato, o più spesso taciuto, in molta parte della predicazione e della pastorale. Con il risultato che la salvezza dell’anima non è più un problema, anche per molti credenti.

Questa riduzione “orizzontale” del cattolicesimo ha prodotto due esiti inevitabili: per alcuni, la morte è la fine di tutto; per altri, il paradiso c’è e tutti ci finiscono, mentre l’inferno è vuoto, anzi è un piccolo luogo che ospita un manipolo di irriducibili cattivi: Hitler, il generalissimo Franco, i crociati. In un simile orizzonte, la religione perde inevitabilmente il suo argomento più forte: quello di “via di salvezza”.

La terapia

Cammilleri propone una terapia d’urto, che procede per confronti, con una serie di “scontri diretti” a eliminazione: dapprima il cristianesimo incontra e sbaraglia le civiltà che lo hanno preceduto, nelle quali gli uomini vivevano sotto lo scacco di forze misteriose e divinità capricciose ed essenzialmente demoniache, e le religioni propugnavano riti orgiastici e sacrifici umani.

Poi Cammilleri passa al confronto tra cattolicesimo e mondo ortodosso, evidenziando le molte consonanze dottrinali, ma anche la grave ribellione al primato del Papa, che permane ancora oggi. E, a seguire, il cattolicesimo va allo scontro diretto con le confessioni protestanti, che escono sconfitte nonostante il loro numero soverchiante (se ne contano 25.000, e ne nascono una media di cinque nuove ogni settimana).

E la famosa “unità delle tre grandi religioni del libro”?

Rino Cammilleri dimostra senza fatica l’inconsistenza di questa categoria: Gesù Cristo non ha mai scritto una riga, e il cristianesimo è esistito per oltre tre secoli senza la definizione dei Vangeli canonici, che sono stati ispirati da Dio ma scritti dall’uomo; l’Islam si fonda sulla dettatura del Corano e la sua applicazione letterale; l’ebraismo condivide con il cristianesimo (quasi) tutto il Vecchio Testamento, ma attribuisce maggiore importanza al Talmud.

E ancora: il cattolico crede nella Trinità, il musulmano e l’ebreo no. Insomma: non stiamo parlando dello “stesso Dio”. Cammilleri dedica pagine documentatissime al buddhismo, all’induismo, al deismo massonico, all’ateismo, all’ufologia, al darwinismo, all’ambientalismo: lasciamo al lettore il gusto di scoprirvi numerose, piacevoli sorprese.

La prova del nove

Ma questo libro meriterebbe di entrare nelle nostre case anche solo per le preziosissime citazioni di alcuni convertiti, tra le quali svetta l’elenco di tredici ragioni per cui “farsi cattolico”, scritte nel 1850 dal pastore anglicano Henry William Wildberforce. Un pezzo da “antologia dell’apologetica” che conserva intatta tutta la sua freschezza, e che ogni cattolico potrebbe rileggere ogni giorno per vigilare sulla sua fede, e su quella della sua comunità. Ecco le tredici ragioni che convinsero il pastore Wildberforce a convertirsi alla Chiesa di Roma:

1. È la Chiesa fondata da Gesù Cristo e dagli apostoli; le “chiese” protestanti sono tutte moderne.

2. È infallibile, il che vuoi dire che non può insegnare l’errore; è l’antica Chiesa che ha sempre insegnato quel che oggi insegna.

3. È fondata su Pietro, primo Papa, su cui Cristo edificò la propria Chiesa.

4. È diffusa universalmente nel mondo e non confinata a un paese.

5. Insegna le medesime cose in tutti i luoghi e tempi.

6. Forma un regno a sé stante, distinto da tutti i regimi del mondo.

7. Rimette i peccati per mano dei sacerdoti e con l’autorità di Gesù Cristo.

8. Conserva le usanze degli apostoli.

9. Offre sacrifici quotidiani a Dio.

10. Conserva tutte le parti della Scrittura, le realizza tutte e non in parte.

11. Onora e pratica i consigli di perfezione: verginità, povertà, obbedienza.

12. Vede compiersi di continuo miracoli nel suo grembo, mentre non ne avvengono tra protestanti e gli altri.

13. È odiata dal mondo: secondo la Scrittura, questo è il segno della vera Chiesa.

________________________

Rino Cammilleri Dio è cattolico? Lindau, 2009

ACQUISTA