La mossa azzardata del ministro Mussi

Fabio Mussi

Fabio Mussi

Il Popolo settimanale della diocesi di Tortona

del 15 giugno 2006

Via libera alla sperimentazione della pillola abortiva RU486, dichiarazioni favorevoli ai pacs, ritiro dell’Italia dal gruppo dei paesi europei contrari alla ricerca sulle staminali embrionali. I primi dieci giorni del governo Prodi deludono e preoccupano il mondo cattolico.

don Maurizio Ceriani

Come ben sappiamo il primo atto del ministro della ricerca e dell’università, il diessino Fabio Mussi, è stato quello di ritirare la firma del nostro Paese alla Dichiarazione etica che impediva il finanziamento da parte dell’Unione europea a programmi di ricerca con l’impiego di cellule staminali, prelevate dagli embrioni. In termini più accessibili questo significa che l’Italia esce da quel gruppo di paesi che, in seno all’Unione europea, promuovevano il divieto di creare embrioni umani da usare per le ricerche di laboratorio.

È lampante come quella del ministro sia una mossa dettata dall’ideologia e per nulla rispettosa della sensibilità del popolo italiano e nemmeno della sua sovranità, visto gli esiti del referendum di un anno fa. Anche la pretesa scientifica dietro cui Mussi si trincera non regge, dal momento che la ricerca sulle cellule staminali adulte sta dando ottimi risultati e il nostro paese si pone all’avanguardia nel settore.

È prevedibile che il ministro si adopererà perché anche sul patrio suolo la legislazione in materia possa cambiare e la famigerata legge 40, salvata dalla massiccia astensione al referendum, venga modificata, dando così il via libera alla sperimentazione sugli embrioni umani.

La posizione cattolica è ugualmente chiara e riposa sull’irrinunciabile principio della morale per cui un fine, ritenuto buono, non può essere perseguito con mezzi cattivi. Non si può creare un embrione umano – quindi una persona umana – per prelevarne cellule da usare per la sperimentazione scientifica, causandone così la morte. Detto questo, occorre sottolineare una grave stonatura nel comportamento del ministro.

Infatti non è certamente etico prendere tale decisione in assoluta autonomia dal governo, dal parlamento e dalla sensibilità chiaramente espressa del Paese. Non sarà che nel ministro Mussi ci sia ancora qualcosa di quella radice comunista da cui proviene, per la quale “popolare” e “democratico” erano semplici aggettivi privi di contenuto?

Anche l’atteggiamento del premier Romano Prodi è molto ambiguo. Da un lato bacchetta il suo ministro e porta sui colli umbri “in ritiro” il governo per spiegare che ci si deve muovere di concerto, dall’altro – almeno a tutt’oggi – la firma non viene rimessa. Non sarà che pensi di tacitare il malumore dei cattolici del suo schieramento solo con dei rimbrotti? Oppure che speri che il tempo scorra rapido, facendo dimenticare questo colpo di mano?

Da parte nostra, oltre l’indignazione per il gesto poco onorevole del ministro Mussi, c’è la richiesta di porre rimedio al male fatto, rimettendo le cose com’erano. A motivo della mitezza che si vuole contraddistingua i Cattolici, non vogliamo infierire contro il ministro, chiedendone le dimissioni; ci sia però concesso sottolineare che, in quanto a sensibilità, l’onorevole Mussi può andare tranquillamente a braccetto con l’allora ministro Calderoli e con le sue magliette.

È possibile che un ministro della Repubblica non si fermi un attimo a considerare che il 75% degli Italiani, meno di un anno prima, non ha voluto saperne di sperimentazioni sugli embrioni? Questa non è mancanza di rispetto per il popolo sovrano? Ugualmente c’è da chiedersi se le priorità della ricerca e dell’università in Italia stiano nelle staminali embrionali.

La stessa domanda possiamo formularla al ministro della salute Livia Turco, chiedendoci se le priorità della salute degli Italiani stiano nella sperimentazione della pillola abortiva RU486, e al ministro della famiglia Rosy Bindi con la domanda se le priorità delle politiche familiari sino i pacs. Iniziative e discorsi, fatti dai nuovi ministri all’indomani della loro designazione, che sono pesantemente segnati da posizioni ideologiche non attente alle reali esigenze del Paese e che ci portano a guardare non certo con simpatia al nuovo esecutivo.

Siccome c’è ancora tanta strada davanti, auguriamo buon lavoro al Presidente Prodi… e ci auguriamo che corregga il tiro dei suoi ministri!