ISLAM: come si passa il Natale in Arabia Saudita

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La cattedrale di Abu Dabi

Corrispondenza Romana n.928/02 del 07 gennaio 2006

In un suo resoconto giornalistico, il quotidiano “Avvenire” (27 dicembre 2005) ha descritto come i cristiani passano il Natale nel Paese islamico dell’Arabia Saudita.

Mentre da noi cattolici compiacenti si preoccupano di abolire canti natalizi o presepi nelle scuole e nei luoghi di lavoro per non urtare la sensibilità musulmana, nella “terra del profeta” ogni manifestazione di festa cristiana è rigorosamente vietata, anche in privato.

Vietato celebrare funzioni natalizie; vietati la produzione, il commercio e la consegna di pacchi che contengano segni cristiani o anche solo la scritta di “Buon Natale”; vietato esporre o anche solo tenere alberi, candele e altri addobbi natalizi; vietato lo scambiarsi auguri, anche per telefono.

A mantenere questi divieti e a punire i trasgressori ci pensano, a livello ufficiale, la polizia statale, ma anche e soprattutto, a livello ufficioso, la polizia religiosa, ossia i temibili mutawa’in, che hanno cura di segnalare, sul loro sito internet, un lungo e-lenco degli oggetti cristiani vietati. Nel dicembre di ogni anno, il ministero degli Interni saudita ammonisce i cristiani a non festeggiare il Natale, e invita i fedeli di Allah a denunciare i temerari che disobbediscono al divieto.

Due anni fa, la polizia religiosa ha fatto irruzione a Yambu, in una scuola privata per bambini occi-dentali di lingua inglese, per impedire una festa natalizia. Per i musulmani, il “profeta Gesù” ha valore solo in quanto viene citato nel Corano, ma non ha nulla a che fare col Cristianesimo; i Vangeli non hanno alcun valore religioso, anzi sono una falsificazione operata dai cristiani per giustificare le loro Chiese; perché mai quindi celebrare una falsa natività? Del resto, in Arabia Saudita è vietato perfino celebrare la nascita di Maometto, in quanto ciò è ritenuto un abuso ingiustamente tollerato in altri Paesi islamici.

Così, i 600.000 cristiani del Paese sono costretti a commemorare il Natale nel segreto delle loro case, dopo aver chiuso le finestre e aver creato un’atmosfera da coprifuoco, stando ben attenti alle spie e rischiando la prigione.

La Santa Messa può essere celebrata solo a Riad, nelle sedi di alcune Ambasciate di Paesi occi-dentali, da sacerdoti che vengono fatti passare per funzionari diplomatici. (CR 928/02 del 07/01/06)