Europa, giù le mani dai cartoni per bimbi

Peppa Pig (800x660)

Una vignetta esclusiva di Marcello Sartori

La Croce quotidiano 17 gennaio 2015, p. 2

Gli animalisti dell’Aidaa inoltrano al Parlamento europeo una petizione “contro Peppa Pig”, rea di disinformare le giovani  generazioni circa il vero destino degli animali d’allevamento

Luca Del Pozzo

Non sapevo se ridere o piangere. Non può essere, mi son detto. Non che tutti i cartoni animati vadano bene, intendiamoci. Ce ne sono di alcuni fin troppo violenti, con personaggi orripilanti e storie da incubo, che i miei figli per quanto in mio potere non vedranno mai.

Ma me lo spiegate che male fa Peppa Pig, il campione indiscusso dei cartoni animati seguito da frotte di ragazzini in tutto il mondo? Nessuno, appunto. Eppure c’è chi la pensa diversamente, ed anzi – notizia di questi giorni – in Inghilterra la Oxford University Press ha addirittura bandito da tutti i manuali scolastici ogni immagine o illustrazione di maiali, veri o finti non importa, “al fine di non turbare i piccoli ebrei o musulmani”. Davvero, verrebbe solo da riderci sopra, su una simile sciocchezza. Se non fosse che la cosa è seria. Perché la notizia che giunge d’Oltremanica arriva più o meno a un anno di distanza da un’altra iniziativa, avente sempre ad oggetto la mitica Peppa Pig.

Stiamo parlando di una petizione – sì, avete letto bene, una petizione – al Parlamento Europeo promossa dagli animalisti dell’Aidaa, che hanno accusato il cartone di travisare la realtà sulla sorte quotidiana che tocca a maiali, mucche, topi, ecc.

Da qui l’appello a spegnere la tv, perché non sia mai che un domani quelli che oggi sono ignari bambini divengano da adulti consapevoli carnivori, e soprattutto affinché – udite edite – l’UE obblighi ad inserire nei titoli di coda una sorta di warning che dica il cartone è frutto di fantasia mentre nella realtà gli animali rappresentati vengono trattati crudelmente, sterminati o usati per la sperimentazione scientifica, maltrattati, uccisi e mangiati, ecc. ecc. No, dico ma ci rendiamo conto?

Non è bastata la caciara indecente contro la povera Caterina Simonsen – alla quale per inciso rinnovo tutta la mia solidarietà – rea di aver difeso la sperimentazione sugli animali e per questo insultata e linciata sul web; stavolta l’animalismo imperante, una delle tante sfaccettature del Pensiero Unico in salsa politically correct, ha preso di mira pure un innocuo cartone animato! Ma tant’è.

Aveva ragione il grande Chesterton quando diceva che il dramma dell’uomo moderno spesso non è di non credere a nulla, ma di credere a tutto. In ogni caso, ho un avvertimento da dare agli amici animalisti: fate pure tutte le petizioni che volete, ma giù le mani da Peppa Pig. O ve la vedrete con i miei figli.