La tutela della religione cattolica e delle religioni minoritarie

Madonna_Carmine_TO

Madonna del Carmine (To)

DUE PESI E DUE MISURE

Corrispondenza romana  n.919/01

27 ottobre 2005

La tolleranza è espressione bella e condivisibile ma senza verità è una ipocrisia

Sabato 22 ottobre a Torino, un gruppo di anarchici ha urinato contro la facciata della chiesa del Carmine ed ha lanciato un petardo all’interno del tempio mentre si stava svolgendo la funzione. I facinorosi, non contenti del loro gesto, hanno anche imbrattato la facciata della storica chiesa torinese con scritte del tipo: “Con le budella dei preti impiccheremo Pisanu” e “Nazi-Ratzinger”. Gli anarchici, una decina circa, facevano parte di un gruppo più nutrito, circa un centinaio, provenienti da tutta Italia e giunti nel capoluogo piemontese per protestare contro gli sgomberi nei centri sociali e la TAV.

L’incredibile notizia dell’atto sacrilego sarebbe passata sotto il più completo silenzio mediatico se non fosse stato il presidente del Senato Marcello Pera a rivelarla. “È scandaloso il silenzio che si è registrato sulla profanazione della chiesa del Carmine avvenuta a Torino”, ha esclamato a Siena la seconda carica dello Stato il lunedì successivo nel corso della presentazione del libro di Papa Benedetto XVI, L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture. “Il fenomeno paradossale – ha proseguito il presidente Pera – è che mentre noi abbiamo il dovere sacrosanto di rispettare tutte le culture e tutte le religioni degli altri, quando si arriva alla nostra si arriva ad invocare la libertà di espressione e di pensiero.

La tolleranza è espressione bella, nobile e condivisibile, ma la tolleranza senza la verità, dice Papa Ratzinger è un’ipocrisia. Una tolleranza che ci obbliga a rispettare gli altri ma ci induce a non rispettare noi stessi, produce comportamenti scandalosi e volgari come la profanazione avvenuta sabato a Torino, come se non ci fosse il dovere del reciproco rispetto” (“Il Tempo”, 25 ottobre 2005).

Altrettanto incredibile è la nonchalance con la quale la stampa di sinistra ha tentato di ridimensionare il gravissimo ed inquietante episodio. “Cosa sarebbe accaduto di tanto grave in quella città?”, si chiede sornione “il manifesto”, che prosegue: “Che sabato scorso, durante un corteo di un migliaio di antagonisti e anarchici, sulle mura della chiesa sarebbero comparse un paio di scritte anticlericali e contro il papa, mentre un petardo è stato fatto esplodere in chiesa” (“il manifesto”, 25 ottobre 2005).

Di altro avviso, e giustamente preoccupato, il parroco del Carmine, don Salvatore Vitiello, presente all’atto sacrilego, che ha riferito: “Le scritte sui muri del Carmine erano scritte violente contro tutto ciò che la Chiesa rappresenta, non slogan politici. Frasi di morte. Torino è una città dove regna una cultura di morte.

Pensiamo al Sant’Anna e alla pillola abortiva…” (“La Stampa”, 25 ottobre 2005). “Qui siamo fermi al ’68” ha proseguito il sacerdote. “Il corteo non era di 700 persone, ma di 100-120, scortato in modo inadeguato dalla polizia. Erano 16enni guidati da un gruppo di quarantenni. Hanno lanciato un petardo in chiesa, poi in 10-12 hanno urinato contro la facciata. Due con il volto coperto dal passamontagna hanno tracciato le scritte di morte contro il Papa, i preti e Pisanu”.

Che cosa sarebbe accaduto, diciamo noi, se l’orribile atto fosse stato compiuto da un gruppo di cattolici ai danni di una moschea o di una sinagoga? Apriti cielo! E giustamente. Perché allora, questo desiderio di voler far passare a tutti i costi sotto silenzio un atto di una gravità inaudita? Solo perché compiuto ai danni di una chiesa cattolica? Perché? La religione della stragrande maggioranza degli italiani, che ha costituito le radici storiche e culturali del nostro Paese e del nostro continente, non ha forse diritto ad uguale tutela delle religioni ampiamente minoritarie?