Le ferite della fecondazione eterologa

fivetStudi Cattolici n.644 ottobre 2014

di Franco Olearo

La Corte Costituzionale, con sentenza del 9 aprile 2014, ha dichiarato incostituzionale il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa per le coppie sterili, perché, come dice la sentenza, la scelta di «diventare genitori e di formare una famiglia che abbia anche dei figli costituisce espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi». Vicende come questa mostrano con dolorosa evidenza l’esistenza di vuoti legislativi in difesa dei più deboli. Continua a venir convalidato il principio secondo il quale «la legge è uguale per tutti», purché quel «tutti» sia costituito da persone che vadano a votare. In questo momento storico manca qualsiasi forma giuridica dei nascituri.

La possibilità di poter ricorrere alla fecondazione eterologa determinerà profonde ferite nel tessuto sociale. Ne abbiamo individuate quattro.

1. Viola i diritti del nascituro. È l’aspetto più evidente, già sottolineato dal segretario della chi Nunzio Galantine : «Una sentenza che non garantisce i più deboli». La fecondazione eterologa di fatto «fabbrica artificialmente» un orfano, di padre o di madre a seconda dei casi. Non si tratta dell’orfano che per un ingrato destino si trova senza uno o entrambi i genitori e verso il quale è ammirabile qualsiasi gesto di solidarietà; si tratta di un ragazzo (o ragazza) che è stato crudelmente e volontariamente privato dei rapporti con il suo vero padre (o madre).

Un ragazzo (o ragazza) che si domanderà sempre come sarebbe vissuto se fosse stato educato dal suo vero padre, con il quale avrebbe, per esempio, potuto condividere quella vocazione musicale (o atletica o altro) verso la quale si sente particolarmente portato e che non trova riscontro nel genitore adottivo. Un concepito che si trova nel grembo materno non è un semplice ammasso di tessuti; è già un essere umano completo di tutte quelle caratteristiche, doti, inclinazioni che gli sono state trasmesse dai suoi genitori biologici; ha solo bisogno di venir alimentato dalla madre per crescere e svilupparsi.

2. Crea squilibrio all’interno della coppia. Nel caso di coppie sterili, il gesto più bello e generoso che esse possano fare è quello di allevare un orfano. Si tratta di un gesto che possiamo definire «simmetrico» perché entrambi i coniugi si trovano ad accogliere questo bambino: un impegno che li consolida nella loro unione. Al contrario, il ricorso alla fecondazione eterologa è un atto profondamente asimmetrico: se l’infertilità è dell’uomo, la donna potrà avere dalla fecondazione eterologa piena soddisfazione per il suo istinto materno, mentre il marito si troverà nell’incomoda situazione di esser coinvolto all’interno di uno strano «ménage a trois».

Il film americano Provetta d’amore (The babymakers, 2012) uscito nelle sale italiane a luglio 2014, sviluppa una satira particolarmente mordace nei confronti della fecondazione eterologa: un amico della coppia sterile, venuto a conoscenza del loro problema, propone di evitare il fastidioso procedimento della fecondazione artificiale e si offre quindi come donatore «naturale», unendosi alla donna nel modo più classico. Al di là delle buone intenzioni e della generosità dei coniugi, la fecondazione eterologa è un atto divisivo della coppia e oggettivamente egoistico nella sua ricerca di una soluzione unilaterale al problema dell’infertilità.

3. Viola una volontà popolare chiaramente espressa. Il referendum abrogativo del giugno 2005 sulla Legge 40 conteneva espressamente un quesito sulla fecondazione eterologa. Se sommiamo le persone che non si sono presentate alle urne a quelle che hanno votato «no» all’abrogazione di questo punto, possiamo concludere che il 79,9% degli italiani iscritti a votare si è manife­stato contrario a tale pratica. La Corte Costituzionale (indiscrezioni parlano di un solo voto di scarto) ha considerato illegittima questa chiara espressione della volontà popolare. Al di là di quanto prescrive l’ordinamento giuridico italiano, è lecito domandarsi che cosa abbia più significato: una sentenza dei 13 magistrati della Corte Costituzionale o la volontà democratica, soprattutto quando espressa in un modo così plebiscitario?

Il lavoro dei magistrati della Corte, se ben fatto (cosa di cui non dubitiamo), è necessariamente circoscritto: deve rivolgersi al passato per garantire che le leggi del Parlamento siano coerenti con i princìpi espressi dalla Costituzione del 1947. Nella fattispecie della fecondazione eterologa è inevitabile un alto grado di alcatorietà su una tematica che non poteva minimamente venir concepita 67 anni fa dai padri costituenti. Al contrario, con i risultati del referendum del 2005 il popolo italiano si è chiaramente espresso intorno a una situazione che gli era ben presente perché contemporanea.

Chi si è espresso per il no all’eterologa ha percepito molto bene quali sono i presupposti di qualsiasi vero amore genitoriale: bisogna concepire il figlio come un totalmente altro-da-sé, degno della massima dignità e rispetto, che non può in alcun modo essere manipolato per diventare un mezzo che soddisfare la propria aspirazione alla genitorialità. Occorre ben riflettere, in questa come in analoghe situazioni future, se sia opportuno che la volontà espressa da un voto popolare, soprattutto quando raggiunge questi livelli di consenso, diventi vincolante anche nei confronti della Magistratura.

4. Determina un cambiamento di atteggiamento: dalla procreazione all’acquisto. La scelta del seme del donatore è una delle attività da compiere per attuare la fecondazione eterologa. Si sta discutendo in questo momento su come limitare tale scelta (fino a che punto e fino a quando il donatore dovrà restare segreto?) e contenere le speculazioni su questo business nascente (solo donazioni gratuite? Ma se è lecito il rimborso spese, ci saranno mille modi per aggirare l’ostacolo). Anche se si cercherà di porre un argine a questo fenomeno, è facile ipotizzare nei prossimi anni una spinta verso una sempre maggiore liberalizzazione.

Sappiamo, da quanto accade in altri Paesi, che la scelta del donatore è diventata una vera procedura di acquisto con tanto di cataloghi fotografici per scegliere la più bella o il più prestante. Nel serial televisivo americano Brothers & Sisters due giovani che stanno insieme da tempo si ritrovano una sera nella casa di lei quando lui scopre nel frigo la presenza di un contenitore di sperma. La donna gli manifesta chiaramente le sue intenzioni: non vuole un figlio da lui, ma ha comprato a caro prezzo il seme di un famoso atleta perché desidera assolutamente avere, tramite inseminazione artificiale, quello che ha sempre desiderato: un figlio che possa diventare un campione sportivo.

La paternità e la maternità sono sempre state un servizio, quasi sempre non facile, di donazione totale e incondizionata. Come sarà possibile conser­vare questo atteggiamento quan­do si sarà cercato di acquistare il «meglio» e questo «meglio» poi non si manifesta? La fecondazione eterologa determinerà gravi ingiustizie nei confronti dei nascituri e sta mettendo a nudo pesanti deficienze legislative: se si considera che in Italia non è consentita la soppressione dei cani randagi, perché ciò è ritenuto indegno di un Paese civile, dobbiamo concludere che oggi, in assenza di leggi che definiscano i diritti dei nascituri, un cane randagio ha maggiori tutele di un essere umano.