«Torturate e massacrate dal lavoro». Così vengono «rieducate» le donne nel gulag cinese di Masanjia
di Leone Grotti
Pestaggi, lavoro massacrante, torture ripetute e malnutrizione. È quello che avviene ogni giorno nel campo di lavoro femminile (laojiao) di Masanjia (nella foto, una cella), nella provincia di Liaoning, uno dei 300 «campi di rieducazione attraverso il lavoro» attivi in Cina, dove chiunque può essere rinchiuso fino a quattro anni senza processo. Nonostante le promesse da parte del Partito comunista di «riformarli», la realtà è che i campi sono in piena attività, come racconta un servizio inedito del mensile cinese Lens, basato sui racconti di ex detenuti,,ex ufficiali del laojiao e procuratori provinciali.