Il Governo mette un freno alla cancel culture

Abstract: il Governo mette un freno alla cancel culture. Tra le tante modifiche   al decreto legislativo che regola i servizi audio-visivi, spunta una norma contro la cancellazione della nostra identità. Per il ministro  Gennaro Sangiuliano la cancel culture è una «barbarie da combattere». Un passo importante che mette la nostra cultura al riparo da ogni tentativo di sbianchettamento che mette in qualche modo in sicurezza il nostro sterminato patrimonio culturale. Una garanzia contro la preoccupante oicofobia che sta contagiando la nostra società.

Libero venerdì 29 Dicembre 2023

Quelle due righe che fermano la cancel culture

Tra le tante modifiche  del governo al decreto legislativo che regola i servizi audio-visivi, spunta una norma contro la cancellazione della nostra identità. Il ministro: «Barbarie da combattere»

di Lucia Esposito

Antoine de Saint-Exupéry nel suo Piccolo Principe fa dire alla volpe che l’essenziale è invisibile agli occhi. Talvolta però l’essenziale è racchiuso in poche righe  e ben nascosto dentro pagine e pagine di articoli di legge, commi e postille. L’essenziale spesso sfugge ad una lettura veloce e distratta, si perde dentro termini burocratici, resta schiacciato sotto i numeri del linguaggio dei codici.

Scorrendo le tantissime modifiche apportate dal governo al decreto legislativo approvato dall’esecutivo Draghi nel novembre 2021, però balzano subito agli occhi due parole: “cancel culture” contenute nel punto “h” dell’articolo quattro. Su legge testualmente: «Contrasto alla tendenza contemporanea di distruggere o comunque ridimensionare gli elementi o i simboli della storia e della tradizione della Nazione (cancel culture)». Finora mai si era cercato di disciplinare la mannaia che, importata dagli Stati Uniti, si è abbattuta sulla nostra civiltà. Sono solo poche righe ma saranno una potente arma di dissuasione contro la cancel culture, un argine allo straripare di questa sciagura che pretende di stabilire cosa è giusto e cosa no e che come un moderno e spietato Torquemada decide quale personaggio merita di essere ricordato e celebrato e quale invece va rimosso senza appello come un dente cariato. L’aggiunta di quelle righe è stata voluta dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano da sempre in prima fila in questa battaglia contro quello che lui definisce «una barbarie, una forma di regressione culturale. La cultura è data dall’identità, dalla storia dei popoli che non si può annullare. Penso ai talebani che nel marzo del 2001 distrussero i Buddha di Bamiyan costruiti in epoca preislamica»

LE MODIFICHE

Quella lettera “h” che si affaccia tra le tante disposizioni e articolazioni e articoli di legge fa parte di un pacchetto di modifiche che l’attuale governo ha inserito nel decreto legislativo n.208 del novembre 2021 di attuazione della direttiva europea 2018/1808 del Parlamento europeo e Consiglio «relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri, concernente il testo unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi in considerazione dell’evoluzione delle realtà del mercato». Il testo unico riguarda, in pratica, tutti i servizi di media audiovisivi come la trasmissione di programmi televisivi, anche quelli a richiesta, di programmi radiofonici e di servizi su qualsiasi piattaforma di diffusione e comprende anche gli spot commerciali.

PRIMO PASSO

Quando il testo entrerà in vigore ogni tentativo di cancel culture potrà essere sanzionato dall’Agcom.

Un passo importante che mette la nostra cultura al riparo da ogni tentativo di sbianchettamento che mette in qualche modo in sicurezza il nostro sterminato patrimonio culturale. Una garanzia contro la preoccupante oicofobia che sta contagiando la nostra società. Un primo passo per fermare quella valanga che ha già travolto  capolavori dell’arte e della letteratura e personaggi che hanno cambiato la storia. Tutti ricordano la furia con cui hanno abbattuto la statua di Indro Montanelli  per via del suo matrimonio “coloniale” con una minorenne eritrea. Almeno in televisione e in radio non sarà più possibile calpestare impunemente la nostra storia e la nostra identità. Una prima, importantissima vittoria contro questa furia ottusa.