Unione Cristiani Cattolici Razionalisti (UCCR) 15 Giu 2025
Cosa significa “Fuori dalla Chiesa non c’è salvezza”? E’ davvero questo che insegnano la Chiesa e il Catechismo cattolico?
Che cosa significa l’espressione latina “Extra Ecclesiam nulla salus“? Ovvero, fuori dalla Chiesa non c’è salvezza.Qual è il pensiero della stessa Chiesa su questo, e cosa dice il Catechismo cattolico? E, infine, davvero può giungere alla salvezza soltanto chi aderisce alla Chiesa cattolica?
E’ di questo che parliamo nell’odierna puntata della rubrica domenicale “Risposte cattoliche”.
Riportiamo qui sotto l’interessante riflessione di Jimmy Akin, autore e conferenziere cattolico di fama internazionale.
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di Jimmy Akin
(scrittore e apologeta)
Da “Salvation” (Catholic Answers Press 2015)
I Padri della Chiesa sono famosi per l’espressione: “Extra Ecclesiam nulla salus”, «fuori dalla Chiesa, nessuna salvezza».
Dove nasce la frase: “Fuori dalla Chiesa non c’è salvezza”?
È un tema che risale a Gesù, quando disse ai suoi discepoli: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14,6).
I primi cristiani lo compresero, e san Pietro dichiarò con coraggio alle autorità del suo tempo che «in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati»» (Atti 4,12).
Per una persona che sa che Gesù è il Figlio di Dio e respinge la fede, il pentimento e il battesimo nella sua Chiesa, sta rifiutando la salvezza alle condizioni in cui Dio la offre, quindi rifiuta la salvezza stessa.
È per questo che i Padri della Chiesa dicevano che non c’è salvezza fuori dalla Chiesa.
La salvezza per i non cristiani
I primi cristiani riconoscevano già, però, che molte persone non si trovano in questa situazione. Potrebbero non aver aderito alla Chiesa, ma non per colpa loro. In quei casi, non hanno rifiutato consapevolmente e deliberatamente l’offerta di salvezza di Dio.
E allora, che dire delle persone in questa condizione?
Nel mondo antico, e ancora oggi, molti non hanno avuto la possibilità di rispondere al messaggio cristiano semplicemente perché non l’hanno mai sentito.
Così, quando san Paolo parlò al popolo di Atene, disse che Dio «ha trascurato» i tempi dell’idolatria, nella speranza che gli uomini «lo cercassero, andando quasi a tentoni, e lo trovassero». Egli indicò persino che alcuni loro pensatori erano arrivati a una conoscenza parziale di Dio (Atti 17,22-31).
Nella sua “Lettera ai Romani”, Paolo parla di come alcuni pagani, che non hanno mai sentito la parola di Dio, obbediscano tuttavia alla legge di Dio, perché essa è scritta nei loro cuori. Egli sembra poi lasciare aperta la possibilità della salvezza anche per loro, affermando che le loro coscienze potrebbero giustificarli nel giorno del giudizio (Romani 2,14-16).
Questo tema fu ripreso anche dai Padri della Chiesa.
San Giustino Martire sosteneva che coloro che non avevano udito il Vangelo potevano essere salvati se vivevano «secondo la ragione», e il termine greco da lui usato per “ragione” è logos — lo stesso che san Giovanni usa per riferirsi a Cristo prima dell’incarnazione nel prologo del suo Vangelo (Giovanni 1,1-18).
L’idea era che, pur senza aver udito esplicitamente la predicazione di Cristo, alcuni pagani vivessero secondo la ragione, secondo il Logos, e così avessero un legame implicito con Cristo che permetteva loro di essere salvati. Era comunque attraverso Cristo che sarebbero stati salvati, anche se non ne erano consapevoli in questa vita.
Il Catechismo e chi ignora senza colpa il Vangelo
Pertanto, oggi la Chiesa cattolica riconosce la necessità di Gesù e dell’adesione alla sua Chiesa per la salvezza, ma riconosce anche che alcune persone, pur non essendo pienamente incorporate nella Chiesa, possono comunque essere in relazione con essa in un modo che rende per loro possibile la salvezza.
Così il Catechismo afferma: «Questa Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo, presente per noi nel suo corpo, che è la Chiesa, è il Mediatore e la Via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e del Battesimo, ha insieme confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò non potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non ignorando che la Chiesa cattolica è stata da Dio per mezzo di Gesù Cristo fondata come necessaria, non avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa perseverare» (1).
E prosegue, precisando: «Questa affermazione non si riferisce a coloro che, senza loro colpa, ignorano Cristo e la Chiesa: Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l’influsso della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna» (2).
Il fatto che sia possibile per alcune persone salvarsi senza essere pienamente incorporate nella Chiesa non significa che non abbiano bisogno di ascoltare il messaggio di Cristo, o che noi non abbiamo il dovere di comunicare loro il Vangelo.
Ancora il Catechismo, su questo: «Benché Dio, attraverso vie a lui note, possa portare gli uomini, che senza loro colpa ignorano il Vangelo, alla fede, senza la quale è impossibile piacergli, è tuttavia compito imprescindibile della Chiesa, ed insieme sacro diritto, evangelizzare tutti gli uomini» (3)
Lo stesso Gesù disse: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Matteo 28,19).