8×1000 alla Chiesa cattolica, scelta di utilità per tutti

23 maggio, 2013

E’ cominciata la campagna dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica, un tema che è spesso oggetto di discussione. Cerchiamo di fare un po’ di ordine sull’argomento offrendo alcuni numeri e dati.

Ogni cittadino, tutti gli anni, è chiamato a scegliere a chi va destinato l’8×1000 del gettito complessivo dell’Irpef: allo Stato, alla Chiesa Cattolica o ad altre istituzioni religiose.Secondo le informazioni fornite dagli uffici della Ragioneria generale dello Stato, il 43,5 per cento dei contribuenti ha effettuato la scelta relativa alla destinazione dell’otto per mille, di questi l’85% ha scelto la Chiesa Cattolica. Stando ai dati del 2008 i contribuenti in Italia sono circa 40 milioni. Ciò significa che sono circa 15 milioni gli italiani che hanno espresso la loro preferenza di destinare l’8×1000 in maggioranza alla Chiesa cattolica. Qualsiasi sondaggio non avrebbe cifre così rappresentative.

Sul sito http://www.8×1000.it/ la Chiesa Cattolica pubblica periodicamente il rendiconto che distribuisce anche a tutte le redazioni dei media. L’uso dell’8×1000 è descritto nel dettaglio sul sito http://www.chiediloaloro.it/ dove si può vedere come vengono utilizzati i proventi sul territorio. I dati sono aggiornati all’aprile del 2012.

QUANT’È L’8×1000 ALLA CHIESA

Nel 2012 la Chiesa ha ricevuto 1 miliardo 148 milioni 76 mila e 594 euro (1.148.076.594,08), di cui euro 117.430.056,09 a titolo di conguaglio per l’anno 2009 ed euro 1.030.646.537,99 a titolo di anticipo dell’anno 2012.

Come vengono spesi questi soldi? L’8×1000 finanzia tre aree: esigenze di culto, interventi caritativi e sostentamento del clero (per un resoconto dettagliato degli interventi dal 1990 al 2011 consultare: http://www.8xmille.it/rendiconti/rendiconto.pdf).

Esigenze di culto: chiese, centri di ascolto, tutela del patrimonio Quando si parla di esigenze di culto e della popolazione, per cui vengono spesi 479 milioni di euro all’anno, è bene capire di cosa si sta parlando. Ad esempio appartiene a questa area non solo la costruzione di nuove chiese laddove ce n’è bisogno ma anche la creazione di centri di ascolto e centri di accoglienza parrocchiali o diocesani che sono a servizio dei cittadini. In un articolo qualche tempo fa avevamo mostrato il contributo che le parrocchie e gli oratori restituiscono al Paese quantificabile in 260 milioni di euro all’anno.

Nelle esigenze di culto rientrano anche progetti di volontariato e di assistenza promossi e portati avanti dai sacerdoti, così come il supporto economico a chi deve affrontare processi matrimoniali canonici e non ha le risorse: ad esempio una donna che chiede la nullità del matrimonio e non può permettersi la causa.

Sempre nelle esigenze di culto rientra la tutela e restauro dei beni culturali ecclesiastici che costituiscono il 70% del patrimonio artistico italiano. Come abbiamo già scritto su circa 95.000 chiese, ben 85.000 sono ritenute un bene culturale, così come 1.535 monasteri, 3.000 complessi monumentali, 5.500 biblioteche, 26.000 archivi, 700 collezioni e musei ecclesiastici e migliaia di opere pittoriche e scultoree. Negli ultimi anni la Cei ha destinato ogni anno tra i 63 e i 68 milioni di euro alla tutela e il restauro dei beni culturali ecclesiastici.

Interventi caritativi Per gli interventi caritativi vengono spesi 255 milioni di euro all’anno. Questa cifra è aumentata costantemente negli anni passando da 149 milioni del 2000 ai 255 milioni del 2012. Tra gli interventi sono stati supportati progetti nelle 226 diocesi italiane, progetti come a Rovereto dove 140 volontari si sono alternati nell’emergenze freddo, oppure la fondazione Comunità solidale che offre sostegno ai senza fissa dimora in continuo aumento anche per colpa della crisi economica.

A Firenze ad esempio la Caritas ha aperto alcune case alloggio per l’assistenza diurna e notturna dei malati di Aids. Oltre alle cure mediche ricevono accoglienza per rompere la barriera di solitudine in cui la malattia li costringe. A Palermo, quartiere Ballarò, un asilo multietnico “Il giardino di madre Teresa” si prende cura dei bambini dalle 7.30 alle 18.00 permettendo ai genitori, per lo più immigrati, di svolgere un lavoro, requisito importante per una vera integrazione.

A favore dei paesi del Terzo Mondo sono stati approvati finora più di 11 mila progetti. Con iniziative per l’alfabetizzazione in Madagascar, realizzazione di strutture abitative per studenti poveri in Vietnam e Myanmar, costruzione della facoltà di diritto in Congo, costruzione di scuole per bambini in India e così via.

Un altro ambito di intervento è quello dei progetti di rilevanza nazionale. Nel rendiconto si legge: “la CEI ha stanziato fondi per: la Caritas italiana, la Fondazione Migrantes, i Centri di aiuto alla vita, i centri d’accoglienza di studenti stranieri, il coordinamento nazionale delle comunità terapeutiche per tossicodipendenti, le organizzazioni di volontariato internazionale, i centri sociali e ricreativi per giovani, i centri di soccorso e assistenza ai poveri e ai barboni, per il sostegno a giovani disadattate, i centri sociali per marittimi e per il sostegno ai volontari in campo sanitario. Inoltre nel 2009 è stato costituito il “Prestito della Speranza” anche grazie ad un “fondo straordinario di garanzia” per le famiglie che la crisi ha lasciato senza reddito. Nel 2010 ne è iniziata l’erogazione tramite le caritas diocesane. Ricordiamo, infine, i fondi destinati per far fronte ai bisogni essenziali delle persone straziate da spaventosi disastri come il terremoto in Abruzzo, l’alluvione nel messinese e il nubifragio in Sardegna. I contributi sono continuati anche nel corso del 2010 e del 2011 come, ad esempio, il milione di euro stanziato dopo il devastante nubifragio del 4 novembre a Genova”.

Sostentamento del clero In Italia ci sono circa 38.000 sacerdoti dei quali 2.980 in pensione o malati. L’8×1000 contribuisce al loro sostentamento con 364 milioni di euro. E’ da tener presente che un prete “costa” all’anno circa 15.000€ lordi. Gli stipendi variano da 900€ al mese circa per i sacerdoti appena ordinati a 1.300€ circa al mese per i vescovi a fine mandato. I parroci e i sacerdoti prestano un servizio costante 7 giorni su 7, week-end compresi.

Come abbiamo visto tempo fa a fronte del miliardo e 148 milioni dell’8×1000 la Chiesa rende allo Stato 10 volte tanto in servizi alla popolazione (circa 11 miliardi di euro).