Effetto serra, i conti non tornano

Howard Hayden

Abstract:  effetto serra, i conti non tornano; Il professore  della University of Connecticut stronca il rapporto dell’Ipcc, principale organo internazionale sul clima: viola le leggi della fisica  e studiando il clima in modo ingenuo ha creato una macchina multimiliardaria di cui beneficia. Tutto lascia pensare che con le variazioni climatice e l’effetto serra la famigerata CO2 non c’entra nulla. 

La Verità 18 Gennaio 2023

«Ignorate le leggi della fisica. Tutti i conti

che non tornano negli studi sull’effetto serra»

Il pof della University of Connecticut stronca il rapporto dell’Ipc, principale organo internazionale sul clima: «ha creato una macchina multimiliardaria di cui beneficia»

di Franco Battaglia

Howard Hayden è professore emerito di fisica alla University of Connecticut, dove ha insegnato per 32 anni. Da sempre si è occupato anche di sistemi energetici e di clima, campi ove ha ricca pubblicazione scientifica, compresa una newletter mensile, The Energy Advocate.

Lei non è un climatologo…

«I climatologi fanno previsioni sul clima futuro io invece applico i principi della fisica elementare per analizzare tali previsioni. La domanda che mi interessa è se le previsioni dell’Ipcc (Intergovernmental panel on Climate Change, ndr), violino le leggi della fisica»

E le violano?

«Sì, e per capirlo dobbiamo comprendere il grafico di bilancio termico dell’Ipcc. È una schematizzazione degli scambi energetici globali, espressi in watt per metro quadro. Nel grafico sono indicate cose come quanta energia solare arriva sull’orbita terrestre, quanta viene riflessa dalla superficie del pianeta, quanta dallo spazio. All’equilibrio, il calore irradiato nello spazio è uguale al colore al calore assorbito dal sole, un bilancio necessario, altrimenti il pianeta si raffredderebbe o riscalderebbe indefinitivamente. Il grafico dimostra che gli scienziati che lo hanno costruito comprendono la legge di conservazione dell’energia e come calcolare la quantità di energia emessa dalla superficie terrestre. L’Ipcc ha prodotto cinque grafici del bilancio termico dal 1995 fino all’ultimo, il sesto rapporto del 2021, noto come Ar6, e tutti hanno un difetto comune: mancano di un numero importante»

Quale numero?

«L’effetto serra! Suona ironico, no? Il campo di competenza del Ipcc è l’effetto serra, ma il numero mancante nei grafici del bilancio termico e quello dell’effetto serra»

Eh già, i più pensano che l’effetto serra sia un fenomeno, non un numero.

«L’effetto serra è una combinazione di molti e complessi fenomeni. Ma per gli scopi che interessano tutti noi, si riduce al fatto che la superficie del nostro pianeta emette radiazione infrarossa, di cui solo una parte va nello spazio. Fin dal primo rapporto l’Ipcc ha notato che la radiazione verso lo spazio e solo il 60% di quella emessa dalla superficie ed è rimasto ossessionato da quella cifra. Ma ora, nel Rapporto Ar6 si è accorto che l’effetto serra è la quantità netta di radiazione infrarossa assorbita dall’atmosfera, e si ottiene sottraendo la quantità di infrarossi emessi nello spazio esterno dalla quantità di infrarossi emessi dalla superficie terrestre. Ma la cosa non l’ha compresa fino in fondo tant’è che quel numero manca nella tabella di bilancio termico».

Perché usare la differenza al posto della frazione?

«I nostri occhi non possono vedere gli infrarossi, ma se potessimo vederli vedremmo un bellissimo arcobaleno di colori. Ora, dell’arcobaleno di infrarossi che lasciano l’atmosfera verso lo spazio solo alcuni colori sono indeboliti: quelli che la CO2 e gli altri gas serra assorbono, mentre la radiazione degli altri colori passa indisturbata. Dire che la quantità complessiva di infrarossi e solo il 60% di quella emessa dalla superficie e corretto ma inutile. È molto più significativo dire che l’atmosfera ha sottratto selettivamente, parte di alcuni “ colori” di quell’arcobaleno.

La sottrazione è una applicazione diretta della legge di conservazione dell’energia. Gli infrarossi emessi dalla superficie sono uguali al totale netto assorbito dall’atmosfera più il totale netto emesso nello spazio esterno: la legge di conservazione dell’energia è una legge di addizione e sottrazione. Non di moltiplicazione magica come il 60%. Quando c’è un aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, aumenta la quantità netta di infrarossi assorbiti di un particolare “ colore”, che è il colore che assorbe la CO2.

Tutti gli infrarossi di colore diverso continuano ad attraversare l’atmosfera indipendentemente dalla quantità di CO2 presente. L’effetto serra è quel numero – indichiamolo con la lettera G – uguale alla differenza tra radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre (B) meno la parte di essa immessa nello spazio (A), e vale G=B-A=160W/m2 (di cui 30W/m2 sono dovuti alla CO2 naturale, e questo numero manca in tutti i grafici del bilancio termico che lpcc ha pubblicato. Quando la concentrazione di CO2 sarà raddoppiata (forse nel 2100), esso sarà diventato, secondo l’Ipcc, G=164 W/m2 o poco meno»

Cioè l’effetto serra sarà aumentato di meno del 2,5%. Sembra irrilevante.

«Infatti lo stesso Ipcc ci informa che quel valore G=160 consente che la Terra sia più calda di 33 gradi centigradi. Cioè, senza atmosfera la Terra sarebbe 33 gradi più fredda di com’è ora. Perché mai appena 4 W/m2 in più, dovuti alle emissioni antropiche, su 160 W/m2 naturali, dovrebbero fare qualcosa di spettacolare?»

Cosa dicono all’Ipcc?

«Qui casca l’asino! Dicono che la temperatura della Terra aumenta di 3 gradi. Ma se così fosse, nell’equazione G=B-A la quantità di B (cioè la radiazione emessa dalla Terra) aumenterebbe perché aumenta la temperatura, la quantità A (cioè la radiazione immessa nello spazio) diminuirebbe (perché aumenta la CO2), e lo farebbe in modo tale che il nuovo valore di B -Aa risulterebbe non 164 ma, almeno 180. Insomma, secondo l’Ipcc, 164=180!»

Sembra che l’Ipcc abbia commesso qualche errore

«I calcoli non soddisfano la legge di conservazione dell’energia»

Si son dati una via d’uscita?

«Ci provano, ma sbagliano ancora: si sono inventati una sorta di effetto valanga. Dicono: pi CO2 da combustibili fossili fa aumentare la temperatura; che, a sua volta, fa aumentare l’emissione di altra CO2 disciolta negli oceani, fa aumentare il vapor acqueo (altro gas serra) in atmosfera e, sciogliendo il permafrost, fa aumentare l’immissione in atmosfera di metano (altro gas serra); e questi aumentati gas serra fanno aumentare vieppiù la temperatura; chi è a sua volta… eccetera eccetera»

Dove sbagliano?

«Causa di questo presunto effetto valanga e l’aumento di temperatura. Ma nell’ultimo mezzo milione d’anni la Terra ha subito diverse volte variazioni di temperatura dell’ordine di 10 e più gradi senza che alcun effetto valanga si sia mai manifestato»

E lei che idea s’è fatto di questo nostro periodo caldo?

«Innanzitutto, possiamo tranquillamente ipotizzare che la radiazione verso lo spazio rimanga costante senza essere influenzata dalla variazione della concentrazione di CO2 punto invece, la temperatura della Terra può aumentare se la Terra assorbe più luce solare. E questo può accadere o perché diminuisce l’albedo (il potere riflettente di una superficie, ndr), o perchè aumenta la quantità di luce solare che raggiunge l’orbita. Senonché tutti i modelli dell’Ipcc affermano che l’albedo aumenta se aumenta la CO2, se così è, allora l’unica spiegazione per l’aumento della temperatura e l’aumento della radiazione che arriva dal sole all’orbita terrestre. Ma l’Ipcc si ostina a non voler considerare questa possibilità. Studiano il clima in modo ingenuo e hanno creato l’industria multimiliardaria della crisi climatica, della quale hanno beneficiato».

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