La guerra di Biden all’energia americana  

Tradizione Famiglia Proprietà  newsletter 7 Aprile 2022

di John Horvat 

La guerra della Russia all’Ucraina sta cambiando la geopolitica del mondo. La delicata situazione richiede agilità e improvvisazione per adattarsi a una crisi che potrebbe rapidamente diventare brutta.

L’amministrazione Biden e l’Europa occidentale hanno imposto sanzioni come parte di una strategia per porre fine alla guerra. Tuttavia, l’amministrazione sta simultaneamente applicando “sanzioni” all’industria energetica americana in ossequio all’ideologia sinistrorsa del cambiamento climatico. L’America non potrà vincere nessuna guerra se combatte contro sé stessa.

Il presidente Biden sta facendo una guerra all’energia americana, e la sua amministrazione fa tutto il possibile per scoraggiare la produzione. Non può ignorare che cosa sta facendo.

Una decisione devastante della SEC

Una recente decisione della Securities and Exchange Commission (SEC) è un caso emblematico. L’organismo dominato dai democratici ha votato per portare avanti la proposta di una nuova regola che porterà scompiglio fra i produttori di energia, proprio quando hanno più bisogno di aumentare la produzione per compensare le forniture russe sanzionate.

La nuova regola proposta dalla SEC espanderà il requisito che tutte le aziende pubbliche rivelino i rischi climatici che possono causare le loro operazioni. Questo requisito, un tempo assennato, è stato ora reso completamente irragionevole. La legge attuale copre i cosiddetti eventi e rischi “materiali”, definiti come informazioni ritenute importanti per qualsiasi persona ragionevole. Tali comunicazioni sono di solito molto limitate a quelle cose che hanno un impatto sull’ambiente e che gli investitori avrebbero bisogno di sapere.

Tuttavia, il presidente della SEC, Gary Gensler, e i suoi colleghi democratici, hanno votato 3-1 per ridefinire il concetto di “materialità” al fine di farlo significare qualsiasi cosa si voglia. La nuova proposta di 510 pagine amplia le esigenze di divulgazione pubblica dei rischi a ogni aspetto collegato al carbonio e alla politica del cambiamento climatico e in qualsiasi fase della produzione.

Aperta contradizione dello scopo della SEC

Non c’è mai stata una proposta come questa nella storia della SEC. La regola scarica una montagna di procedure burocratiche su aziende già in difficoltà. Contraddice la legge sui titoli e la sana pratica normativa. Queste esigenze favoriscono gli investitori progressisti che cercano di strangolare il petrolio e gli investimenti energetici privandoli di credito e di capitale. La divulgazione di queste informazioni fornisce munizioni agli investitori “woke” che possono eliminare le aziende non in regola.

La SEC esiste per assicurare che gli investitori abbiano informazioni rilevanti sulle imprese quotate in borsa e per nient’altro. Non è mai stata pensata per essere un’agenzia che fa politica e che impone un’ideologia. Il suo scopo è quello di assicurare l’equità nei mercati dei titoli, proteggendo gli investitori dalle frodi. La SEC fu fondata dopo il crollo del mercato azionario nel 1929 per cercare di ripristinare la fiducia degli investitori fermando le pratiche di vendita ingannevoli e le manipolazioni all’origine del crollo. La commissione stabilì delle regole, una supervisione e proibì l’uso sleale di informazioni non pubbliche sulle azioni durante il trading.

Una regola con un’agenda ideologica

La nuova regola usa questa esigenza di divulgazione completa per richiedere informazioni sulle emissioni di gas serra e altri dati riguardanti l’ideologia del clima. I nuovi requisiti sono pesantissimi. Lo zelo fanatico dei promotori del green-new-deal ignora ancora una volta la realtà per favorire la decrescita e l’eco-fantasia. Il nuovo rapporto richiesto deve includere tutte le fasi della produzione. Questo inizia con le emissioni di gas serra causate direttamente dalle operazioni degli impianti aziendali e dal loro consumo energetico. Le aziende dovranno anche riferire sulle emissioni Scope 3, cioè sui dati relativi alle catene di fornitura e all’utilizzo da parte dei clienti.

Anche se tutti i produttori dovranno sentire la mano pesante dello stato normativo, questi requisiti draconiani prendono di mira soprattutto le compagnie petrolifere, che saranno tenute a stimare le emissioni delle piattaforme, delle petroliere e delle condotte che trasportano petrolio e gas. Sul lato dei prodotti, le emissioni emesse dal consumo dei motori a combustione, dalla plastica e da altri materiali a base di petrolio verranno monitorate.

La cosa peggiore delle emissioni Scope 3 è che la SEC ammette che non esiste una definizione precisa. La commissione “non ha proposto una soglia quantitativa chiara per la determinazione della materialità”. Tutto dipende dai fatti e dalle circostanze che circondano ogni caso. Così, il potenziale di arbitrarietà nell’applicazione delle regole è enorme. Tutto quello che serve è che un regolatore molto zelante determini un eco-fattore rilevante all’ipotetico fine che un eventuale investitore lo venga sapere.

Molestie su larga scala

La nuova regola ha lo scopo di intimidire. La commissione ha l’autorità di rivelare solo quelle cose che sono “necessarie o appropriate nel pubblico interesse o per la protezione degli investitori”. La decisione della SEC non ha fornito alcuna prova che le informazioni richieste dall’ideologia verde rendano necessaria la divulgazione pubblica.

La SEC sostiene che la nuova regola “promuoverà l’efficienza, la concorrenza e la formazione di capitale”. In realtà, aggiungerà un altro strato di regolamentazione governativa al già eccessivo fardello portato dalle aziende. La minaccia di tali pubblicazioni esaustive scoraggerà le aziende dall’andare nel settore pubblico e incoraggerà il riacquisto di azioni per tornare nel settore privato.

Inoltre, costringerà i partner privati della catena di approvvigionamento a rivelare informazioni sul clima che di solito non sarebbero tenuti a riferire. Tutte queste informazioni dovranno essere certificate e controllate e le aziende saranno responsabili per eventuali imprecisioni. Questo enorme sforzo sembra fatto per aiutare gli investitori “woke” ed ecologici, come BlackRock e i fondi pensione pubblici, a fiutare i “trasgressori” del clima, il cui unico “crimine” sarà quello di usare carbonio come ogni essere umano in America.