Fate attenzione! La prossima era dell’intelligenza artificiale (IA) è un salto nell’ignoto

Fonte: Tfp.org,

7 Gennaio 2022.

di John Horvat

L’era dell’intelligenza artificiale (IA) sta arrivando. Gli oracoli di questo futuro già ci stanno avvertendo di un grande cambiamento di paradigma. Di solito, simili pronostici possono essere presi grano salis perché spesso sfiorano la fantascienza.

Tuttavia, il recente libro, The Age of AI and Our Human Future (ndt, L’Era della IA e il nostro futuro umano), è diverso. Deve essere preso sul serio. L’opera del 2021 è scritta da due autori esperti di tecnologia, Eric Schmidt di Google e Daniel Huttenlocher del MIT. A loro si aggiunge l’inquietante figura dell’ex segretario di Stato Henry Kissinger, che mette a fuoco la tematica da un altro punto di vista.

Un libro scritto con drammaticità storica

È un libro scritto con cura. Gli autori si preoccupano assai di non esagerare il potere della IA come qualcosa che va oltre una creazione umana, esponendo con calma i loro argomenti nel contesto degli sviluppi attuali. E questa non è fantascienza.

Tuttavia, insinuano che tutti dovrebbero salire a bordo del processo dei prossimi cambiamenti per non rimanere emarginati. A questo fine, gli attuali crocevia in cui ci troviamo vengono dipinti con drammaticità storica e con mistero. L’IA non è solo una nuova fase di una rivoluzione tecnica. L’umanità sta entrando in una nuova era paragonabile o persino superiore all’Illuminismo. L’IA cambierà il modo in cui essa vede sé stessa, in un quadro disordinato e rischioso.

Da una prospettiva cattolica, spiccano tre punti rivelatori che indicano perché l’era dell’IA dovrebbe essere motivo di grave preoccupazione morale.

Una prospettiva post-razionale

Il primo punto è quello che si potrebbe chiamare di prospettiva post-razionale. La maggior parte degli errori moderni rifiuta la nozione cattolica di supremazia della ragione (illuminata dalla Fede), poiché essa mette limiti all’azione delle passioni libere. I filosofi moderni trovano diversi modi per sfuggire alla ragione e abbracciare le fantasie. David Hume arrivò a dire: “La ragione è e deve essere solo la schiava delle passioni”.

I tre autori – tutti ammiratori dell’Illuminismo – non sono così avventati da negare la ragione, ma cercano piuttosto di trascenderla.

Il messaggio del libro è chiaro: la modernità ha raggiunto “la fine parziale della superiorità presupposta della ragione umana”. L’IA introdurrà “una forma di logica che gli umani non hanno raggiunto o non possono raggiungere, esplorando aspetti della realtà che non abbiamo mai conosciuto e che non potremo mai conoscere direttamente”.

Gli autori rassicurano i lettori che “la ragione e la fede tradizionali persisteranno nell’era dell’IA”. Tuttavia, l’IA trasformerà tutti i regni dell’esperienza umana, anche alterando la società libera e il libero arbitrio. Oltre i limiti della ragione, la vita si organizzerà in modo aumentato dall’IA, spingendo “molti o anche la maggior parte degli umani a ritirarsi in mondi individuali, ritagliati su misura”.

Anche se non ancora tanto diffuso al momento della stesura del libro, se ne può intravedere l’arrivo nel “metaverso“, generato dall’IA; misto di libertà assoluta e immaginazione. Il mondo vedrà uno “spostamento dalla centralità della ragione umana alla centralità della dignità e dell’autonomia umana”. Domineranno le scelte, non le ragioni.

La storia attraverso i filtri

Il secondo punto rivelatore è il modello evolutivo della storia assunto dal libro, con i correlativi attacchi alla Chiesa. Gli autori mostrano poca originalità quando adottano la narrazione moderna classica di una storia senza Dio. Descrivono la storia come periodi in cui le persone percepiscono la realtà attraverso diversi filtri. Le società politeiste del mondo antico, per esempio, spiegavano la realtà attraverso il loro pantheon di dei mitologici.

Il Medioevo viene ridotto a un mondo in cui tutto “doveva essere conosciuto solo attraverso Dio; la teologia filtrava e ordinava le esperienze degli individui e i fenomeni naturali che si ponevano davanti a loro”.

I periodi successivi come il Rinascimento, la rivoluzione protestante e soprattutto l’Illuminismo hanno filtrato la realtà attraverso l’individualismo e la ragione.

Questa volta, il nuovo filtro sarà l’IA. L’Era dell’IA si inserisce perfettamente in questa visione evolutiva, laica e fatalista della storia senza Dio. Gli autori non “celebrano o lamentano” l’IA, ma solo annunciano la sua inesorabile marcia verso il cambiamento del “pensiero umano, la conoscenza, la percezione e la realtà”.

Naturalmente, questa visione contrasta con la nozione non fatalistica della storia che la Chiesa ha, per la quale ognuno di noi opera per la propria salvezza. La Chiesa non è solo un altro filtro tra i tanti. Del resto, i periodi storici sono influenzati dagli eventi, dalla virtù delle persone e dalla grazia di Dio, non determinati da filtri evolutivi.

Fidarsi di un’intelligenza ‘quasi divina’?

Il terzo punto è un’inquietante dipendenza dall’IA con conseguenze sconosciute. In effetti, il libro parla di più attraverso ciò che omette. Il testo pone costantemente domande stimolanti sulle implicazioni dell’IA, delle quali il lettore sospetta che gli autori conoscano le risposte.

Gli autori aggiungono l’urgenza di accettare l’era futura esplorando l’impatto dell’IA sulle relazioni internazionali e la sicurezza globale. Per loro, la minaccia molto reale della guerra cibernetica è in qualche modo più pericolosa delle armi nucleari. Perciò, essi invitano i leader mondiali a riunirsi urgentemente. La loro insistenza affinché il pubblico abbracci, senza resistenza, questo futuro informatico sconosciuto assume un tono di minaccia velata.

Questo salto nell’ignoto si rende peggiore perché viene chiesto al pubblico di abbracciare un futuro di IA che deve ancora “definire i suoi principi organizzativi, i suoi concetti morali, o il suo senso di aspirazioni e limiti”. 

Senza che si comprenda ancora bene l’IA, ci si aspetta che gli esseri umani si rimettano ad essa in misura crescente in questioni di portata sempre maggiore. La maggioranza inesperta di tecnologia verrà esposta a una potenza di elaborazione così stupefacente che “qualcuno potrebbe essere tentato di trattare i responsi   dell’IA come giudizi quasi divini”, emessi da “un’intelligenza simile a quella di Dio”, con “un modo sovrumano di conoscere il mondo e intuire le sue strutture e possibilità”.

Questa soluzione quasi magica dei problemi da parte dell’IA porta gli autori a speculare che il freddo mondo industrializzato sperimenterà “un nuovo incantesimo” con l’IA, che emetterà “pronunciamenti oracolari”.

Questa caricatura della Divina Provvidenza può rivelarsi uno strumento mostruoso nelle mani di malfattori e di stati canaglia.

“Persone con una profonda esperienza”

Il Dr. Kissinger e compagnia bella non si fidano che questo processo funzioni spontaneamente senza che “persone con profonda esperienza” guidino la strada. Anche se citano disperatamente la necessità di trovare presto una cornice etica, c’è ovviamente qualcosa già in atto in questa ora tardiva. Gli autori suggeriscono che sarà necessario “un piccolo gruppo di figure rispettate a livello mondiale dai più alti gradini di governo, degli affari e delle università” per coordinare la prossima era dell’IA. Questa rete globale si adatta bene ai modelli di “Great Reset” che ora circolano e che predicono cambiamenti monumentali nell’umanità.

Come tutti gli utopisti rivoluzionari, l’era dell’IA cerca di cambiare l’idea di umanità e di realtà in un mondo senza Dio. Una tale visione riduce la storia al relato di come le persone perseguono, nella massima misura possibile, i loro interessi personali e le loro gratificazioni. L’IA, questo oracolo abilitante, va rimessa al suo posto come mero strumento attraverso il quale le persone possono praticare meglio la virtù e favorire il bene comune.

Il futuro dell’IA concepito da Kissinger e soci è destinato a fallire perché non potrà mai soddisfare i bisogni delle anime per il sublime, il vero e l’eterno. Tali schemi incentrati sull’uomo tolgono all’umanità il suo bene più prezioso, il quadro spirituale che aiuta ogni persona a lottare per la santificazione e la felicità eterna. L’intelligenza artificiale non potrà rispondere a questi bisogni profondi dell’anima umana. Per questi, “solo Dio basta” (Santa Teresa).

Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia