Ambiente, catastrofi annunciate ma non avverate

Abstract: Ambiente, catastrofi annunciate ma non avverate, dal clima all’ambiente si continuano ad annunciare, e a sperare, sciagure che però non avvengono. I fatti continuano a smentire gli allarmisti. L’eco pessimismo ha basi più solide della scienza ambientale, in parte perché serve a fini politici. .

Articolo pubblicato su Il Giornale 15 giugno 1992

Catastrofi che passione

Molte catastrofi attese con fiducia, perfino con impazienza, sono in ritardo. L’elenco dei danni al pianeta previsti e non avveratisi si sta allungando

di George F.Will

Molte catastrofi attese con fiducia, perfino con impazienza, sono in ritardo. L’elenco dei danni al pianeta previsti e non avveratisi si sta allungando, il che costituisce un buon motivo per non lasciarsi impressionare troppo dal vertice sull’ambiente di Rio.

La Audubon Society l ha definito «il più importante consesso della storia dell’umanità» (il Concilio di Trento, il Congresso di Vienna, il primo incontro tra Socrate e Platone, tutte bazzecole!). ma quando i delegati di 176 Paesi si riuniscono, teniamo ben presente una cosa: alcuni governi del Terzo mondo (la più parte dei governi della Terra) sono «cleptocrazie». Preferiscono la redistribuzione della ricchezza  del mondo sviluppato all’abbandono dello statalismo su cui si fonda il loro potere, ma che è anche il maggiore ostacolo alla prosperità dei loro popoli e quindi causa primaria di danno ambientale.

Venti anni fa – un lasso di tempo non troppo lungo nella vita del pianeta – il panico «politicamente corretto» riguardava il raffreddamento del pianeta. Si segnalarono allora «molti elementi che indicano come la Terra si avvii verso una nuova era glaciale» (The New York Times, 14 agosto 1975), «una tendenza ad una massiccia glaciazione dell’emisfero settentrionale» (Science Magazine, 10 dicembre 1976).

Si disse che «una nuova era glaciale rappresenta, insieme con la guerra nucleare, la più probabile causa di morte e miseria indiscriminate» (International Wildlife, luglio 1975), che «i climatologi concordano sulla necessità di prepararsi alla prossima era glaciale» (Science Digest, febbraio 1973). Newsweek (28 aprile 1975) mise in guardia contro «preoccupanti segnali di un ulteriore raffreddamento del clima terrestre», mentre i meteorologi erano «quasi unanimi» sulla tendenza «a una progressiva diminuzione della produzione agricola per il resto del secolo». Il Chriastian Science Monitor (27 agosto 1974) riferisce che «gli armadilli abbandonano il Nebraska, ritirandosi a sud, mentre le lumache, amanti del caldo, sono scomparse dalle foreste dell’Europa centrale», «l’Atlantico settentrionale registra una diminuzione della temperatura al ritmo di cui l’oceano può raffreddarsi».

Nel 1968 lo studioso Paul Erlich affermò: «La battaglia per nutrire i popoli della Terra è ormai tersa… nel prossimo decennio non saremo in grado di prevenire carestie su larga scala». Dal 1968 la produzione mondiale di grano è aumentata del 60 per cento. Negli ultimi trent’anni le riserve di generi alimentari in rapporto ai consumi sono aumentati a un ritmo più rapido della popolazione.

Nel 1980 Erlich scommise 1000 dollari con l’economista Julian Simon che in dieci anni i prezzi di cinque materie prime (rame, nichel, cromo, tungsteno e stagno) sarebbero aumentati. I prezzi di tutte e cinque sono crollati ed Erlich ha pagato.

E Stephen Moore, del Cato Institute, ci informa (su The Public Interest) che contrariamente alle previsioni di penuria di materie prime derivante da incremento demografico e industrializzazione «qualsiasi valutazione oggettiva indica negli anni Ottanta una maggiore disponibilità e non una diminuzione delle risorse naturali». L’eco pessimismo ha basi più solide della scienza ambientale, in parte perché serve a fini politici. Non di rado l’ambientalismo «è un albero verde con le radici rosse», è il sogno socialista di vite ascetiche rigidamente regolamentate da tirannelli visionari, camuffato da amore per il pianeta.

I motivi di preoccupazione vanno e vengono, ma l’offerta di pessimismo è pressoché costante. Un immaginario dottor Noitall sostiene che i suoi compagni profeti di catastrofi sono svantaggiati dalla inesauribile crescita  del livello e della durata della vita. Ma trae conforto dal fatto che inquietudine e ansia non solo si placheranno dato che «le attese aumenteranno sempre più rapidamente della produttività».

E prevede con soddisfazione «il terrore che si diffonderà tra la popolazione leggendo del contagio di morti per cause naturali». Notizia che diamo in anteprima.

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Chi soffia sul fuoco delle catastrofi  per l’ambiente viene smentito dai fatti. Per approfondire:

I profeti del catastrofismo

Dati ambigui e prove certe