I poveri del Libano

cucina_libanoNewsletter n.8 Ottobre 2016

Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.

Padre Damiano Puccini

A causa della guerra che sta devastando la Siria, circa sette milioni di persone sono state costrette a un esodo di massa. Due milioni di profughi hanno varcato il confine libanese, trovando una precaria sistemazione: i più fortunati in scheletri di abitazioni (normalmente garage), altri in tende di cartone e naylon o nei campi libanesi, polverosi e assolati d’estate, sferzati da gelidi venti d’inverno.

I profughi in Libano sono private della loro identità, perché non possiedono più alcun documento valido per l’espatrio, e anche della loro dignità poiché costretti a vivere ammassati ai bordi delle strade e in mezzo alle serre in cui si coltivano pomodori e melanzane, costretti a pagare un affitto per il semplice calpestio del suolo.

Sono inoltre privati di qualsiasi tutela sanitaria, perchè sprovvisti della benché minima disponibilità economica. Ad Aleppo, che aveva circa tre milioni di abitanti, si stima che ne restino ancora circa un milione e mezzo; in quanto ai cristiani, dei 150 mila che vi abitavano ne restano circa 30 mila.

I nostri volontari di Oui pour la Vie hanno concentrato le loro forze per sostenere, con le rinunce e il tempo donato senza risparmiarsi, la cucina di Damour, che continua ad offrire gratuitamente 300 pasti due volte alla settimana, insieme a porzioni di cibo per altri casi disperati per i quali speriamo la Provvidenza intervenga per aiutarli regolarmente.

Fadda, una signora siriana che ormai assiduamente viene a ritirare i pasti alla nostra cucina, ha confidato ai nostri volontari come l’umiliazione dell’esilio dalla propria terra sia una ferita medicata da questa sua nuova esistenza che la fa sentire accolta come in famiglia quando collabora gratuitamente per qualche ora con noi nella cucina, alla fine del lavoro suo e dei ragazzi (il marito, clandestino, si nasconde nei campi, mentre per le donne e i bambini ci sono meno controlli).

Zeina, una giovane, che viene alla nostra cucina, straziata per la perdita di suo fratello e dei suoi nipoti a causa della guerra ha visto un giorno i volontari di Oui pour la Vie offrire dei fiori per metterli davanti alla foto del giovane caduto. Ha quindi voluto vendere un orologio, il solo ricordo rimasto, per dirci il suo grazie.

Sara, una signora italiana vicina ad una comunità ortodossa, che vive in Argentina e da anni in contatto con noi, nonostante i suoi numerosi debiti, cerca di riprendersi con alcuni lavori saltuari, ma per il desiderio profondo di aiutare questa popolazione straziata ha deciso ugualmente di offrire per i poveri il 10% di quello che guadagna in favore della nostra cucina, per sentirsi vicina ai nostri volontari di Oui pour la Vie.

Stanno riaprendo le scuole e i nostri volontari si mettono a disposizione gratuitamente per le ripetizioni, cercando anche talvolta di pagare le tasse e i libri di studio, affinché i ragazzi delle famiglie rifugiate che assistiamo possano superare gli esami di ammissione.

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Chi è interessato a maggiori informazioni o a conoscere le modalità per una testimonianza in Italia o un  contributo in favore della nostra opera può inviare un sms al 333/5473721 in Italia o al 0096171509475 (Libano) o scrivere una email a:   info@ouipourlavielb.com