Luca Muchaisdze

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

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di Rino Cammilleri

L’avanzata dei mongoli ai danni dei musulmani fu fermata nel 1260 in Siria dal generale mamelucco Baybars, mandato dal sultano Qutuz. Nello stesso anno, Baybars spodestò il sultano e ne prese il posto col nome di al-Zahir Ruknuddìn Baybars al-Bayraqdari. Scrive Camille Eid nel suo A morte in nome di Allah (Piemme) che fu sotto il suo regno che «ebbe inizio il crollo del regno crociato».

Sempre in quel periodo fu ucciso a Gerusalemme il monaco georgiano Luca Muchaisdze. Sua madre, rimasta vedova, si era fatta monaca nel locale monastero della Santa Croce; anche Luca vi vestì l’abito e nel 1270 divenne igumeno, cioè superiore dell’intera comunità monastica georgiana di Gerusalemme. Ma nel 1273 il governatore della Città Santa, lo sceicco Khidr, chiese e ottenne dal sultano di poter trasformare il monastero di Luca in moschea.

Quando arrivarono le guardie a sloggiare i monaci, l’igumeno andò a protestare col governatore. Questi per tutta risposta gli propose una golosa e remunerata sistemazione in cambio del suo passaggio all’islam. Luca ribattè che, per lui, era peccato anche il solo dare ascolto a simili profferte. Vediamo se indovinate come andò a finire.

Sì, avete indovinato: il monaco cristiano venne decapitato lo stesso giorno.

Il Giornale 27 giugno 2005