25 aprile-2 maggio 1945: il “gladio spezzato”

soldati_italianiIl Borghese anno XVI, n. 7 – luglio 2016

L’ultima settimana della guerra civile

di Giuseppe Brienza

Nella memoria collettiva del paese il 25 aprile 1945 è la data che segna la conclusione della guerra. In quel giorno, in realtà, inizia la fuga da Milano di Benito Mussolini assieme alla maggior parte degli uomini del governo della Repubblica sociale italiana, atti che segnarono la fine del regime fascista, ma non il termine delle ostilità.

Il conflitto si concluse soltanto sette giorni dopo, il 2 maggio 1945, al termine di complesse trattative segrete fra tedeschi e americani, mentre ancora continuavano i combattimenti in tutto il nord Italia. In quelle giornate cruciali, il maresciallo Rodolfo Graziani, capo delle forze armate di Salò, delegò il comandante delle SS in Italia, Karl Wolff, a trattare la resa anche per le truppe sotto il suo comando: oltre cinquecentomila uomini, suddivisi in quattro divisioni e decine fra reggimenti e battaglioni nominalmente autonomi ma per vari motivi sotto stretto controllo della Wehrmacht.

La ricerca, condotta tramite indagini su bibliografia e documentazione d’archivio inedita, italiana e tedesca, mette a fuoco il collasso e la fine di queste formazioni, indagate da una storiografia ufficiale non sempre puntuale, o da agiografie nostalgiche lacunose e imprecise.

Dallo studio, che segue la cronologia delle giornate successive al 25 aprile (la c.d. “liberazione” o “insurrezione nel nord Italia”), emerge chiaramente come al momento in cui il gladio (la mostrina dell’ultimo esercito di Mussolini) si “spezzò”, poco o nulla era stato programmato per gestire la resa della repubblica fascista. Ci furono, quindi, ingenuità, tradimenti, voltafaccia, doppi giochi, furbizie dei capi ai danni dei loro sottoposti ma anche atti di estremo coraggio, gesti di coerente responsabilità, dimenticate azioni a difesa degli interessi nazionali. Il tutto mentre i nazionalsocialisti, spesso occupanti rapaci e spietati, osservavano quanto accadeva ai loro ex alleati ad oltranza con l’indifferenza di chi ha separato la propria sorte da quella di chi invece andava incontro alle inevitabili rappresaglie successive ad ogni guerra civile.

Come rileva nella Prefazione Francesco Perfetti, uno degli eredi del maggiore storico del fascismo Renzo De Felice (1929-1996), «Alla fine dell’aprile 1945, per quanto in numero non irrilevante, gli uomini che facevano parte delle forze armate del fascismo repubblicano si ritrovarono ad affrontare l’offensiva degli Alleati e l’insurrezione dei partigiani in condizioni particolarmente difficili soprattutto per la precarietà delle condizioni di equipaggiamento e di armamento, ma anche per la mancanza di piani operativi e direttive uniformi.

La percezione di un clima da resa dei conti e di una «battaglia finale» dall’esito ormai scontato era largamente diffusa sia tra i militari inquadrati nell’esercito di Graziani sia tra i volontari e le formazioni paramilitari del partito fascista repubblicano. Del resto anche la decisione dei tedeschi di «sacrificare» gli italiani per proteggere la propria ritirata verso il Brennero ebbe un peso nel determinare questa percezione che Rossi mette bene in luce analizzando i vari fronti di guerra. I tedeschi guardavano, ormai da tempo, la Rsi come uno Stato satellite al punto che le truppe repubblichine – tanto le divisioni addestrate in Germania quanto i volontari in camicia nera – erano costantemente controllate, utilizzate a piacimento e, spesso, disprezzate» (p. 10).

Per questo il libro Il gladio spezzato. 25 aprile – 2 maggio 1945: guida all’ultima settimana dell’esercito di Mussolini è un atto di giustizia anche nei confronti di questi «ultimi in grigioverde» (p.30), come li chiama l’Autore, Italiani che stanno progressivamente acquistando l’attenzione che meritano nella storia e nella memoria pubblica del Paese.

Andrea Rossi, dottore di ricerca in Storia Militare, è cultore della materia presso l’Università di Ferrara. Ha scritto numerosi saggi sui temi del fascismo e della guerra in Italia pubblicati su riviste scientifiche e in opere collettanee. Fra i suoi volumi: Fascisti toscani nella Repubblica di Salò (Pisa, BFS, 2000) e Le guerre delle camicie nere (Pisa, BFS, 2004).

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Andrea Rossi, Il gladio spezzato. 25 aprile – 2 maggio 1945: guida all’ultima settimana dell’esercito di Mussolini, Prefazione di Francesco Perfetti, D’Ettoris editori, Crotone 2015, pp. 144, €14,90.

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