"Cori e bestemmie contro la processione"

processione_LivornoLa Nazione, 14 giugno 2009

Questa è la  libertà religiosa che si respira nelle città rosse

Livorno: Gruppi di antagonisti aggrediscono i pellegrini al santuario di Montenero

di Maria Nudi

CORI E BESTEMMIE con­tro la processione dei pellegrini che da tutta la Tosca­na ieri mattina si sono ritrovati in piazza delle Carrozze, a Montenero, per partecipare alla messa in ri­to Tridentino a mezzogiorno, nel santuario della Madonna di Montenero. Espressioni blasfeme, in­giuriose ed irriguardose al corteo in preghiera e ai sacerdoti che lo accompagnavano in preghiera.

Protagonisti dell’agguato una ven­tina di livornesi appartenenti, se­condo le forze dell’ordine, alla si­nistra antagonista. Sono stati tut­ti identificati. I fedeli sono partiti alle 11.15 da Montenero basso per raggiungere il santuario. Ma sono stati insultati. Ingiu­rie, espressioni bla­sfeme, offese contro la processione reli­giosa. I contestatori non si sono limitati ad offendere verbal­mente i fedeli, urlan­do bestemmie e frasi ingiuriose dando dei «fascisti» ai credenti che partecipavano all’iniziativa, ma hanno cercato di rallentare la processione.

E se non fossero in­tervenute le forze dell’ordine non è escluso che l’aggressione verba­le avrebbe lasciato spazio all’attac­co fisico. L’intervento dei carabi­nieri e della polizia richiesto dagli organizzatori ha scongiurato il peggio.

I fedeli sono entrati nel santuario. I carabinieri hanno vi­gilato sulla iniziativa religiosa e la messa è stata officiata senza parti­colari problemi con il piazzale del Santuario «sorvegliato speciale».

Protagonisti di un episodio con­dannato dalla curia vescovile e de­finito «Un gesto ignobile ed incivile che non ha permesso il sere­no svolgersi della celebrazione re­ligiosa», un gruppetto di giovani livornesi che, secondo gli accertamenti dei carabinieri, appartengono alla sinistra antagonista. Una ventina di persone che sono state identificate: non sono scattate al momento denunce. Il gruppetto ha abbandonato alla fine la piazza spontaneamente.

I fedeli non avevano comunque accolto la provocazione per non turbare un evento storico. Per la prima volta dopo ben 40 anni e a due anni di distanza dal motuproprio «Summorum Pontificum» emanato dal Papa Benedetto XVI, è stata organizzata l’iniziativa religiosa celebrata alla presenza di monsignor Tardelli, su invito del vescovo Simone Giusti, che prevedeva la celebrazione della Santa Messa in latino secondo il rito di San Pio V.

I pellegrini convenuti da tutta la Toscana hanno partecipato alla processione nella quale è stato recitato il Santo Rosario: è durante la processione si è verificato l’agguato. L’evento religioso è importantissimo, il primo nel suo genere in Italia ed è stato organizzato dal Coordinamento Toscano “Benedetto XVI” e da Livorno Credente. La Santa Messa solenne è stata officiata con assistenza pontificale di monsignor Fausto Tardelli, vescovo di San Miniato, secondo il Messale Romano del 1962.

«Un episodio di intolleranza che offende la tradizione di una città aperta e multiculturale», si legge nel comunicato della diocesi che specifica: «I veri livornesi sicuramente non sono coinvolti in un affronto così vile e inammissibile e da esso prenderanno pubblicamente le distanze». Il vescovo monsignor Simone Giusti ha preferito affidare all’ufficio stampa la riflessione su un episodio che offende la città.