Unione Cristiani Cattolici Razionalisti 24 Ottobre 2025
Uno studio sulla visione teologica dei sacerdoti americani sottolinea un divario generazionale importante. E c’è un equivoco sull’interpretazione “politica” dell’indagine.
Una nuova generazione di sacerdoti sta emergendo negli Stati Uniti.
Lo comunica un’interessante studio condotto dalla Catholic University of America in cui sono state analizzate le opinioni teologiche dei sacerdoti e quelle politiche, notando uno schema abbastanza parallelo attraverso le generazioni.
Secondo il “2025 National Study of Catholic Priests“, infatti, tra i sacerdoti ordinati prima del 1975, oltre il 70% si descrive come teologicamente progressista, mentre lo fa solo l’8% tra quelli ordinati dal 2010 in avanti.
Al contrario, oltre il 70% dei sacerdoti più giovani si descrive come “ortodosso” o “molto ortodosso” e solo uno su cinque si posiziona come “moderato”. Una netta polarizzazione tra le generazioni.
Priorità all’Eucarestia, meno giustizia sociale
Questo interessante grafico ci porta più nel dettaglio delle posizioni dei giovani sacerdoti.

L’aspetto più interessante che emerge è che l’88% dei giovani sacerdoti ritiene maggiormente prioritario occuparsi della devozione all’Eucarestia rispetto a tutto il resto, mentre solo il 57% dei sacerdoti più anziani concorda con questo.
Per chi è stato ordinato prima del 1980 sono invece nettamente più prioritari i temi della giustizia sociale (94%), del razzismo (92%), della povertà (98%) e dell’immigrazione (93%).
E’ un’ingenuità progressista pensare che i giovani abbiano ragione e gli anziani no, Anzi, quasi sempre è vero il contrario. Ma in questo caso il dato è davvero significativo.
I giovani sacerdoti vogliono concentrarsi su ciò che effettivamente è il cuore della vita cattolica: l’Eucarestia, la preghiera e la liturgia come centro della relazione con Dio. D’altra parte è questo il compito principale del presbiterio.
Questo orientamento non significa disinteresse per le importanti questioni sociali, ma suggerisce una concezione della pastorale che parte dalla dimensione spirituale e sacramentale, ritenuta il fondamento per qualsiasi azione nella società.
Messa in latino, povertà e sinodalità
Va chiarito invece l’equivoco che i giovani sacerdoti americani siano identificabili come “tradizionalisti”. No, solo il 39% ritiene prioritario l’accesso alla Messa in latino, il 60% non la pensa così.
Altrettanto interessante è l’alta percentuale (79%) di chi tra i giovani preti vede prioritario occuparsi della povertà, in linea con l’ultima enciclica di Leone XIV.
Il fatto invece che pochissimi (29%) ritengano importante la sinodalità dovrebbe porre interrogativi importanti sulla corretta trasmissione di questa tematica da parte dei vertici ecclesiastici.
Fuori sincronia con i cattolici laici?
C’è chi fa notare che le visioni teologiche dei giovani sacerdoti sarebbero però fuori sintonia con quelle maggioritarie dei loro coetanei nella popolazione cattolica.
I giovani cattolici, infatti, tenderebbero ad abbracciare uno spirito riformista riguardo a vari temi come l’abolizione del celibato sacerdotale, il matrimonio omosessuale, la comunione per i cattolici divorziati risposati, l’ordinazione femminile e varie tematiche legate alla sessualità.
Occorre però domandarsi chi siano questi giovani cattolici: lo sono soltanto nominalmente o si impegnano con coerenza nella Chiesa?
Secondo un recente studio del Pew Research Center, infatti, i cattolici praticanti -giovani o meno giovani-, sono invece perfettamente in linea con i giovani sacerdoti e si dichiarano meno propensi a sostenere cambiamenti significativi nella dottrina tradizionale della Chiesa.
Ortodossi non significa conservatori
Gli stessi autori giustamente ricordano che la visione teologica ortodossa rispetto alla Tradizione della Chiesa non coincide necessariamente con il conservatorismo politico, né implica automaticamente il sostegno a partiti politici conservatori.
Questo emerge chiaramente quando è stato chiesto ai sacerdoti: «In che misura siete preoccupati per le politiche dell’attuale amministrazione politica negli Stati Uniti?».
Le risposte hanno mostrato che il 66% dei giovani sacerdoti con visione teologica “molto ortodossa” e l’83% di chi l’ha definita “ortodossa” è preoccupato, del tutto o in parte, per le politiche dell’amministrazione Trump.
Guardando il grafico, un’altra conferma deriva dall’alta percentuale (74%) dei giovani sacerdoti che ritiene prioritario occuparsi dell’assistenza ai migranti e ai rifugiati.
Di conseguenza, viene a cadere il binomio “conservatore” / “visione teologica ortodossa”. Si tratta di un tipico difetto americano (esportato in tutto l’Occidente) di ricondurre qualunque cosa alla polarizzazione politica.
I giovani preti più fedeli alla Tradizione
In sintesi, è sbagliato sostenere – come molti invece stanno facendo – che la nuova generazione di sacerdoti negli Stati Uniti è più conservatrice o più tradizionalista.
Ciò che emerge davvero in questo studio è che i giovani preti sono più profondamente radicati in una visione cattolica tradizionale, che pone al centro di tutto la vita sacramentale, la liturgia e l’Eucarestia come cuore della missione sacerdotale.





