di Augusto del Noce
Non ha mai avuto paura di andare contro-corrente. «Ho sempre avuto una certa simpatia per i perdenti» spiega Augusto del Noce, 75 anni, filosofo. le sue prime interpretazioni del fascismo risalgono già al ’45. Il tentativo era di condurre un’analisi culturale del fenomeno, il più possibile oltre la polemica del momento. «Preparai alcuni articoli per il “Popolo Nuovo”, l’allora quotidiano torinese della Dc – racconta – . ma solo i primi vennero pubblicati. Forse non erano troppo in sintonia con la linea del giornale». Perché? «Ho sempre negato che l’unità antifascista fosse un’unità di valore, era essenzialmente un’unità contro il nazi-fascismo»