Medioevo. Accendiamo le luci sui «secoli bui» dell’Europa

Pubblicato su Il Giornale del 17 agosto 2005
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di Marco Meschini

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«La rivoluzione delle Crociate»

crociatePubblicato su Il Giornale  29 agosto 2005

di Marco Meschini

Cosa sono state le crociate? Difesa o aggressione? Le guerre sante condotte per tre secoli dalla Cristianità hanno protetto l’Europa dall’invasione dell’Islam oppure sono state esse stesse conquista? È il secondo dei problemi principali sollevati dalla guerra santa del Medioevo, cui è dedicato il primo volume della nostra «Biblioteca medievale», il lavoro di Jean Richard: La grande storia delle crociate. Problema che oggi riprendiamo, dopo aver affrontato ieri il “nodo” della guerra in nomine Christi.

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Intervista a Francoise Furet

Francoise Furet

Francoise Furet

Da un articolo pubblicato su Il Sabato 4 gennaio 1989 (pp. 70/75)

“La rivoluzione francese trae la propria eco universale dall’essersi proclamata tale: al di là delle particolari condizioni in cui è nata, e anche del Paese in cui è scoppiata, essa si è data la missione non di aggiustare le istituzioni alle circostanze della storia nazionale o al variare dell’opinione, ma di riscrivere da capo a fondo – ripensandolo e risugellandolo nuovamente sulla base dei princìpi della volontà ragionevole – il contratto sociale.

Essa costituisce quindi un evento inscindibilmente politico e filosofico, già considerato sotto entrambi gli aspetti dai suoi contemporanei dato che il 1789 era stato salutato come la vittoria della filosofia illuministica in un ordine di realtà che questa si era scelta come sua specifica: la riorganizzazione della polis. Il carattere unico della rivoluzione francese nella storia moderna deriva da tale mescolanza di generi, grazie al quale il 1789 si apparente a un’Annunciazione religiosa laicizzata, a una Promessa della ragione o dei diritti che si sostituisce a quella di Dio.

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L’abolizione del “regime feudale” come specifico politico della Rivovoluzione francese

feudalesimo_abolizionedi Giovanni Cantoni

1. Dal 1789, cioè ormai da duecento anni, la ricorrenza del 14 luglio viene ricordata, in Francia e nel mondo, come data significativa di libertà. Infatti, i termini della tesi che sottende il festeggiamento si possono enunciare così: il 14 luglio 1789 una parte del popolo francese ha conquistato la fortezza della Bastiglia, dando la libertà al popolo tutto.

La ricerca storica ha invano acclarato di che qualità fossero i “vincitori della Bastiglia”, così come la natura della stessa “presa” e dei soggetti liberati: infatti, benché al “gruppo delle 954 persone che, nel 1790, ricevettero il titolo di “vincitore della Bastiglia”” (1) si debbano aggiungere “senz’altro vagabondi, individui loschi, malviventi che non ebbero motivo di rivendicare il titolo di “vincitori”, perché ciò avrebbe potuto metterli alle prese con la polizia” (2); benché, poi, “la sua guarnigione [fosse costituita] di 82 invalides [cioè “invalidi di guerra”], bonari e ben conosciuti nel quartiere Saint-Antoine, […] rinforzata, il 7 luglio, da un distaccamento di 32 soldati svizzeri” (3), ai quali il governatore, marchese Bernard René Jourdan de Launay, aveva imposto “di giurare “che non avrebbero fatto fuoco e non si sarebbero serviti delle loro armi se non li avessero attaccati”. (4).

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Sulla Rivoluzione francese: intervista a Pierre Chaunu

ChaunuArticolo pubblicato su Il Sabato del 29 aprile 1989, (pp. 72/76)

Un’aula della Sorbona, a Parigi. Fuori un tiepido gennaio. Dentro comincia la prima lezione dell’anno 1989. Sulla cattedra è il professor Pierre Chaunu, una delle autorità per la storia moderna, membro dell’Institut de France, con una sessantina di titoli al suo attivo.

Esordisce in tono sarcastico: “Dunque questa è la prima lezione dell’anno: voi sapete che cadono nell’89 una quantità di anniversari importanti”. E snocciola una filza di eventi storici, scientifici, economici, ma neanche una parola sulla Grande Commemorazione, quella che infiamma la Francia da otto anni: “Ho dimenticato qualcosa?” chiede beffardo il professor Chaunu, “no, non mi sembra ci sia altro di importante da ricordare”.

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Asini post-giacobini

asiniArticolo pubblicato su Il Secolo d’Italia
del 18 aprile 1999

di Alessandro Massobrio

Non si finisce mai d’imparare. La canonizzazione del Beato Marcellino Champagnat, che si svolge oggi, 18 aprile, in piazza San Pietro, ci ha rivelato alcune cose sulla Rivoluzione dell’89, che ancora non sapevamo. Prima fra tutte l’abissale ignoranza in cui era caduta la Francia postgiacobina.

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I grandi eventi del secolo XX nella prospettiva di Fatima

articolo trascritto dal periodico Tradizione Famiglia Proprietà, Anno VI, n. 1 – Gennaio 2000

Alle soglie del terzo millennio, Plinio Corrêa de Oliveira ripercorre i maggiori eventi di questo secolo che tramonta, alla luce del suo maggiore e più straordinario avvenimento: le apparizioni della Madonna a Fatima

Sommario

Nell’euforia delle grandi invenzioni
Dalle armonie dei valzer al tuono dei cannoni: la Prima Guerra mondiale
Dai resti di Civiltà Cristiana alla città del demonio
Il maggior avvenimento del secolo XX
Il nazismo: una falsa reazione al comunismo
La Seconda Guerra mondiale (1939-1945)
Il secondo periodo post-bellico: “il maggior naufragio della storia”
L’apogeo del comunismo
Fine del comunismo o metamorfosi?
La Rivoluzione culturale
La prospettiva del castigo
Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria

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Né giustizia né gloria

Articolo pubblicato su Il Sabato del 5 maggio 1990

Ecco la vera storia dei cristeros. Che presero le armi per difendere la Chiesa dalla persecuzione. E furono sterminati in barba agli accordi

di Alver Metalli

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Distruttore o liberatore ? Il cristianesimo in America Latina

AtzechiArticolo pubblicato su Il Foglio
del 18 novembre 2004

In margine al dialogo Ratzinger-Galli Della Loggia, appunto su sanguinari mores maiorum di Maya e Aztechi.

di Angela Pellicciari

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“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

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