Turchia in Europa? Sia laica e rispetti i cristiani

turchiaPubblicato su Tempi n 38
15 settembre 2005

La Conferenza episcopale turca si dice favorevole ad un ingresso nella UE a patto che la minoranza cristiana sia riconosciuta e tutelata. «Quel che dobbiamo chiedere non è una generica tolleranza, ma vero rispetto» Dice a Tempi monsignor Fisichella, in pellegrinaggio con quaranta parlamentari italiani nella penisola anatomica

di Nicola Imberbi

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Paolo Manna

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32]

Paolo Manna

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COMMENTI/ Stato e Islam, soluzioni canadesi e dilemmi italiani

Canada_islamPubblicato su Il Giornale del 15 settembre 2005

di Massimo Introvigne

Nella Provincia canadese dell’Ontario il governatore Dalton McGuinty ha posto il veto alla legge che consentiva ai coniugi islamici di sottrarre le controversie in materia di famiglia alle corti civili sottoponendole volontariamente a un tribunale musulmano che avrebbe deciso secondo la legge islamica. Contemporaneamente, la confinante Provincia del Québec ha annunciato il varo di una legge che vieta di devolvere controversie in materia di famiglia a tribunali arbitrali privati. Scompare così una legge di cui molti, tra cui chi scrive, avevano segnalato i pericoli.

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Vita disprezzata

pillola_abortivaArticolo pubblicato su Il Timone n.11 gennaio-febbraio 2001

La “pillola del giorno dopo” nuova frontiera della cultura della morte. è un aborto chimico “fai da tè”: uccide un ovulo fecondato. Ma il Governo mente dichiarandola un contraccettivo. Ai cattolici il compito di operare per la difesa della vita.

di Paolo Gulisano

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I paradossi dell’aborto terapeutico

abortoarticolo pubblicato su Maternità
Aprile 2002

“L’ABORTO NON AGISCE SU UNA MASSA INFORME, MA SU UN ESSERE CHE SOFFRE”.

L’autore dell’articolo, neonatologo presso l’unità di Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale di Siena, evidenzia le contraddizioni che caratterizzano la pratica dell’aborto, soprattutto quando l’interruzione della gravidanza avviene in “epoca gestazionale avanzata”.

di Carlo Valerio Bellieni

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Legge 194, sconfitta della donna

donna_abortopubblicato su SÌ ALLA VITA (Movimento per la vita ) n. 3 – marzo 2002

di Olimpia Tarzia

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Le tappe massoniche di una politica di morte

massoneriaArticolo pubblicato sul n. 62-63 di Cristianità del 1980

A proposito del libro di Pierre Simon “De la vie avant toute chose”

di Arnaud de Lassus

Riportiamo, in una nostra traduzione, l’intervento di Arnaud de Lassus, depositato al Congresso Europeo Per la Vita, tenutosi a Roma dal 25 al 27 aprile 1980, che prende spunto dalla recente pubblicazione, in Francia, di uno sconvolgente libro scritto dal medico massone Pierre Simon, per ricordare ai cattolici e a tutti gli uomini di buona volontà l’urgente e imperativo dovere di combattere la barbarie rivoluzionaria, prima che questa riesca a sovvertire irrimediabilmente le caratteristiche naturali della persona umana.

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“Mamma, da grande voglio fare il kamikaze” come insegna l’imam

madrassaPubblicato su Il Foglio 9 settembre 2005

Madrasse italiane crescono

Il Sisde sta indagando sul fenomeno delle scuole islamiche clandestine, mascherate da “innocui” doposcuola

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Dubbi sulla guerra aerea durante la seconda Guerra Mondiale

bombardamentiLa Civiltà Cattolica n. 3725
3 settembre 2005

di Giovanni Sale s.j.

La decisione di portare la guerra aerea sulle città, facendo venir meno la tradizionale divisione tra fronte interno (costituito dai civili) e fronte esterno o militare (cioè il luogo ove si svolgeva il conflitto), sebbene sia stata presa dagli alti comandi militari e dai Governi, fu sostenuta pure dai Parlamenti nazionali e spesso dall’opinione pubblica, anche se indotta dalla martellante propaganda di guerra. Secondo J. Friedrich, «né i civili tedeschi né i britannici e nemmeno gli americani disapprovavano l’attacco mirato ai civili avversari» (1).

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Noi, stufe della scuola islamica

studentesse_veloArticolo pubblicato su
La Repubblica
14 settembre 2005

Parlano tre sorelle che studiavano in via Quaranta a Milano. Ora frequentano con il velo una statale

MILANO – «Eravamo stufe di stare nella scuola islamica di via Quaranta». Parlano per la prima volta, avvolte nello hijab, Saba, Almas e Halfa, tre sorelle pachistane che da due giorni frequentano un liceo pubblico italiano di Milano. Dicono: «Ci piacerebbe vestirci come le altre ragazze, ma la nostra religione non lo permette. Senza il velo mamma e papà non ci farebbero uscire di casa e ci hanno proibito di parlare con i maschi della nostra nuova classe. Ma vogliamo imparare l’italiano e restare in questo Paese».

di Teresa Menestiroli

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