il Giornale, 6 dicembre 2006
di Massimo Introvigne
Il governo continua a rivoluzionare la politica dell’immigrazione che, sotto il vigore della legge Bossi-Fini, aveva impedito che nascessero in Italia «banlieue» come quelle parigine, ghetti di immigrati disoccupati pronti a esplodere alla minima scintilla. Il disegno – lo ha spiegato il ministro Paolo Ferrero di Rifondazione comunista, che ha almeno il pregio di parlar chiaro fin da quando (prima delle elezioni) chiedeva la nazionalizzazione della Fiat – è palese: arrivare a portare in Italia una massa di extracomunitari tale da riequilibrare in pochi anni, tramite la «cittadinanza breve» e la concessione del voto, il vantaggio elettorale di cui gode la Casa delle Libertà nell’Italia settentrionale. Dal momento che gli elettori del Nord non votano per la sinistra, anziché cambiare politica il governo pensa di cambiare elettori.
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