Testamento biologico? No grazie

testamentoIl Timone n.80 febbraio 2009

Nessuna persona in salute può prevedere che cosa prova quando si è colpiti da una malattia incurabile, né i progressi scientifici e medici nella cura. e potrebbe cambiare idea su come essere trattato, senza però essere in grado di dirlo

 di padre Giorgio M. Carbone, OP

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Il sacro nella liturgia, cioè il Santissimo

liturgia_abusiIl Timone n.80 febbraio 2009

La secolarizzazione del sacro, tipica del post-Concilio Vaticano II, non si è fermata all’esterno delle chiese ma è entrata all’interno. Si è tentato di rendere la liturgia una imitazione del profano, con il chiasso, la materialità e la distrazione di cui esso è carico. Ma il Magistero ha sempre parlato chiaro…

don Nicola Bux

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Testamento biologico: perchè una legge è inutile

testamento_bioPer Rassegna Stampa

Una legge sul cosiddetto testamento biologico è inopportuna perchè non vi è alcuna lacuna nel nostro ordinamento da colmare, ma sarebbe anche controproducente, perche’ creerebbe più problemi di quanti ne potrebbe risolvere complicando un impianto legislativo già sufficientemente chiaro in materia

Aldo Ciappi

Presidente Unione Giuristi Cattolici Italiani di Pisa

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Ma il nostro codice tutela sempre la vita

codice_penaleAvvenire, 18 luglio 2008

 «Il principio di precauzione dovrebbe condurre a ben diverse conclusioni» Impossibile «dire parole definitive sulla coscienza delle persone che si trovano in questo stato» Appello per Eluana di un gruppo di penalisti

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Legge naturale e razionalità

rosa bianca

Studi Cattolici. 567 maggio 2008
Esistono valori superiori al rispetto delle leggi positive. Valori per cui vale certo la pena sacrificare la vita, ma soprattutto valori che la stessa legge positiva dovrebbe veicolare, pena la perdita della sua legittimità.
di Paola Bernardini

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La legge naturale superata? No, dà sostanza ai diritti umani

legge_naturalein Avvenire, editoriale del 4 gennaio 2008

 di Giacomo Samek Lodovici

Nel corso di questo 2008 cade il 60o anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Ben prima del 10 dicembre, giorno in cui venne siglata, questa ricorrenza susciterà dibattiti, convegni e rievocazioni. Ora, è l’esistenza di simili diritti che può giustificare processi come quello di Norimberga (a prescindere dai loro, talvolta, discutibili svolgimenti). Ma qual è il fondamento dei diritti umani?

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L’irresponsabilità dei giudici

giudiciper Rassegna Stampa

Aldo Ciappi

U.G.C.I. di Pisa

Sappiamo bene che in una corretta e ordinata democrazia le sentenze dei giudici, quando sono definitive, si possono criticare ma non disapplicare; ne va della coesione dell’intero sistema e, alla fine, della civile convivenza. Questo principio andrebbe sempre rammentato a tutti, ma soprattutto, per esempio, agli intellettuali amici di Adriano Sofri che, per anni, hanno pesantemente criticato con ogni mezzo possibile, la sentenza di condanna definitiva del leader di Lotta Continua per l’ omicidio del commissario Calabresi pronunciata dopo otto o nove gradi di giudizio (non ricordo più); gli stessi che, se le parti si invertono, si schierano all’unisono per la “legalità” quando la magistratura (come accade di frequente) accoglie le loro tesi.

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Giudici e giustizia

magistratiL’Occidentale, 9 dicembre 2008

Giovanni Formicola avvocato penalista

Diciamoci la verità. Non è che i magistrati italiani facciano molto per evitare l’onore delle prime pagine di giornali, telegiornali, radiogiornali, siti internet e chiacchiere diffuse. Del resto, senza, come avrebbero potuto e come potrebbero costruire fulminee carriere politiche e professionali, a partire dal semplice e teatrale gesto di sfilarsi la toga?

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Il circolo vizioso del problema dei rapporti tra giustizia e politica

magistraturaPer Rassegna Stampa 

Giuliano Mignini

La recente vicenda del processo cosiddetto “Berlusconi – Mills” e di tutto lo strascico, di polemiche e di iniziative legislative che ne è seguito, ripropone il problema dei rapporti tra classe politica (prevalentemente, ma non esclusivamente, di “centro – destra”) e mondo giudiziario.

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La povertà dei poveri è “colpa” dei ricchi?

Agenzia Zenit giovedì, 5 marzo 2009 (ZENIT.org)

di Padre Piero Gheddo

ROMA _ La cause radicali della povertà non sono né la colonizzazione, né le multinazionali né l’egoismo dei Paesi ricchi. I ricchi del mondo hanno tante responsabilità e colpe, ma non quelle di essere stati la radice della povertà dei popoli poveri.

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