L’intraprendente 17 maggio 2016
di Carlo Lottieri
In un mio libro di qualche anno fa (Credere nello Stato? Teologia politica e dissimulazione da Filippo il Bello a WikiLeaks, edito da Rubbettino) c’è un passaggio in cui s’afferma che lo Stato contemporaneo si regge sulla “convinzione che l’azione di sottrazione ai privati delle loro risorse sia non soltanto vitale per gli apparati pubblici, ma sia a tal punto nobile da giustificare ogni intrusione nella privacy, anche in assenza di prove effettive a carico del singolo”.