Abstract: L’Europa deve tornare a difendere le frontiere se non vuole implodere di fronte all’ondata di immigrazione soprattutto islamica, che ha portato ad un incredibile aumento di crimini e attentati. La Germania ha già annunciato di voler sospendere Shengen per sei mesi a causa del pericolo di infiltrazione terroristica. Perfino Jacques Attali, l’intellettuale campione del globalismo, lo ha detto che più chiaro non poteva essere: “La questione delle frontiere è essenziale. L’Europa è un colabrodo e abbiamo fatto di tutto per distruggere le frontiere interne ed esterne. Non è che l’Europa non sappia proteggersi, è che non vuole proteggersi”.
Set 16
L’Europa deve tornare a difendere le frontiere
Set 16
Pioggia di soldi dalla UE per i progetti Lgbt
Abstract: pioggia di soldi dalla UE per i progetti Lgbt rivolti a giovani e giovanissimi. Lo annuncia il portale Erasmus Plus sul sito ufficiale della Commissione Europea guidata da Ursula Von der Leyen che stanzia una valanga di iniziative meramente ideologiche, nonché di assoluta pericolosità per i più piccoli, finalizzate soprattutto a uno scandaloso indottrinamento, che Pro Vita & Famiglia si prepara a contrastare con fermezza sia mediante incontri con gli Eurodeputati che hanno firmato in campagna elettorale ilManifesto di intenti valoriali, sia attraverso la creazione di un Dipartimento proprio presso l’Unione Europea ma anche firmano la petizione cliccando il link a fine articolo
Set 14
Breve corso di apologetica (di Giuseppe Ballerini)
(da Totus Tuus network)
[per leggere e scaricare il vol. clic sulla foto]
Per comprendere appieno l’antagonismo del pensiero moderno col pensiero cristiano, bisogna risalire un po’ lontano. Bisogna rifarci a quelle due grandi e supreme concezioni del mondo e della vita, a cui in ultima analisi si rannodano tutti i problemi di ordine morale, religioso e sociale.
Il medioevo si appoggiava alla concezione cristiana del mondo e della vita, e di là traeva tutta la sua forza morale e sociale.
L’evo moderno al contrario, a seguito dell’opera dell’umanesimo, del rinascimento, della riforma, dell’illuminismo e di tutte le rivoluzioni religiose e sociali che poi vennero, è tornato alla concezione pagana, o meglio alla concezione puramente naturalistica del mondo e della vita.
Da quelle derivano i nuovi orientamenti nel campo del pensiero e delle rivoluzioni sociali.
Set 12
La funzione sociale delle ricchezze
Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 16 Agosto 2024
di Plinio Corrêa de Oliveira
Il Vangelo ci raccomanda il distacco dai beni terreni. Questo distacco non significa che l’uomo deve evitarne l’uso, ma soltanto che deve usarli con superiorità e forza d’animo, nonché con temperanza cristiana, invece di lasciarsi schiavizzare da essi. Quando l’uomo non agisce così, e ne fa un cattivo uso, il male non risiede nei beni, ma in lui. Così, ad esempio, il male dell’ebbro risiede in questi e non nel vino con cui si ubriaca.
Set 11
La droga non fa bene e non cura
InFormazione cattolica 5 Settembre 2024
Per liberalizzare la droga si continua a spacciare il mito delle qualità terapeutiche degli allucinogeni. il caso svizzero
Set 11
Il crollo del mito dell’Italia grande potenza
InFormazione cattolica 9 Settembre 2024
Lettera sui danni prodotti dalle sinistre e dai liberali
Set 09
Dove sono finiti gli orsi polari?
Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 6 settembre 2024
di Gary Isbell
Dove sono finiti tutti gli orsi polari?
Gli orsi polari dominavano i dibattiti sul clima e le loro immagini apparivano ovunque. Scene false di orsi polari in uno zoo, non nell’Artico, sono apparse nel drammatico film di Al Gore del 2006, Una scomoda verità. Ci è stato detto che gli orsi erano sulla via dell’estinzione.
Continua a leggereSet 04
Dal vuoto educativo all’efferata violenza
Corriere della Sera 4 Settembre 2024
Siamo al baratro: viviamo nel culto del «bimbo perfetto».
Il male si combatte con l’educazione, non con i moralismi
Il mito da sfatare: viviamo nel culto del «bimbo perfetto»: i figli oggi vengono contemplati dai genitori e non più stimolati a privilegiare le virtù rispetto ai vizi. Bisogna smetterla con la retorica l’innocuità delle droghe leggere
di Susanna Tamaro
Nel 1995 ho scritto un libro per bambini, Il Cerchio Magico, in cui profetizzavo l’arrivo di un moderno «orco» che, tramite le televisioni, riusciva a imporre un nuovo ordine delle cose. Il suo motto era «Un mondo pulito e obbediente/pancia piena e in testa niente». All’epoca erano appena comparsi i primi telefonini e nessuno poteva immaginare che in soli trent’anni la nostra civiltà sarebbe implosa grazie all’iperconnessione e all’annullamento di tutta la cultura precedente. I pochi neurologi, psichiatri, artisti, educatori che hanno cercato di mettere in guardia contro questa scivolosa deriva non sono mai stati ascoltati.
Le magnifiche sorti e progressive, simili a feroci Tyrannosaurus Rex, hanno divorato l’umano, spingendo le società verso una dimensione molto pericolosa nella quale la maggior parte delle persone non è più consapevole di se stessa e vaga in un perlopiù confortevole nulla, senza rendersi conto che questa assenza di sé è la via maestra per far affiorare in noi la parte più primitiva, quella del branco e degli istinti che vanno immediatamente soddisfatti.
Posto che stiamo assistendo a strabilianti progressi in ambito tecnologico e scientifico di cui non possiamo che essere felici, mi turba che nessuno si interroghi sul fatto che non ci sia stato un corrispondente avanzamento evolutivo nell’umano ma che piuttosto si sia inserita un’inarrestabile retromarcia che dovrebbe preoccupare tutti coloro che hanno a cuore la civiltà.
I tragici e immotivati omicidi degli ultimi giorni non sono che la punta di un iceberg di un gravissimo malessere che si preferisce ignorare. Se le sorti fossero davvero magnifiche e progressive, la vita delle giovani generazioni sarebbe segnata dalla costruttività e dalla sfida di mettersi alla prova. Mentre ora assistiamo esattamente al contrario. Passività, autolesionismo, alcolismo, uso spregiudicato degli stupefacenti, forza del branco come identità individuale.
Ma se un bambino e un ragazzo non ha avuto altro nutrimento che la rete e dunque, a dieci anni di età, ha già assistito a un numero incredibile di omicidi, sparatorie, atti efferati come si può essere così leggeri da pensare che il cervello non assorba e rielabori costantemente questi contenuti? Il cervello infatti non è molto diverso da una spugna, assorbe e quando si spreme, se non è stata fatta un’opera di contenimento, esce ciò che ha assorbito.
E allora torniamo al solito perfino noioso argomento. Il culto del bambino perfetto. Perché è questo lo straordinario salto indietro che è stato fatto dalla società postmoderna. Il bambino nasce perfetto e a noi, suoi devoti, non rimane che contemplare estasiati la sua perfezione. La griglia etica dell’essere umano dunque è stata sollevata: liberi tutti perché il male non esiste e non dobbiamo fare nessuno sforzo per contrastare queste oscure e ataviche pulsioni che vivono costantemente dentro di noi.
Un tempo la società, la scuola, la famiglia erano consapevoli che i difetti dei bambini andavano corretti e che educare voleva dire privilegiare le virtù davanti all’indolenza dei vizi. E questo per un fatto molto semplice, perché a differenza delle altre specie di mammiferi che popolano la terra, e che non hanno turbamenti perché l’istinto li conduce per una strada senza deviazioni, gli esseri umani sono portatori di una grande e anche oscura complessità e il momento in cui ci si scorda di questo abbiamo già fatto un passo verso il baratro. Baratro individuale e baratro di una società che si rifiuta di vedere l’abisso davanti a sé.
Nel mondo la presenza attiva del male invece esiste, basta aprire qualsiasi notiziario per esserne consapevoli, e questo male può agire come un tarlo dentro di noi, lavorare silenziosamente logorando la struttura, oppure può esplodere con il fragore di un grande petardo, accecando e facendo compiere atti di cui mai ci si sarebbe creduti capaci.
E quando questi atti succedono, non volendo riconoscere questa realtà, non ci si può che avvolgere nel manto del moralismo, della perpetua e dell’inutile ricerca di una ragione psichiatricamente comprensibile e dunque tranquillizzante.
«Sono dispiaciuto» ha detto Moussa, come se uccidere una persona fosse non molto diverso dall’arrivare tardi a un appuntamento. «Non so perché l’ho fatto», ha detto il ragazzo di Paderno Dugnano. In entrambi i casi l’arma era un coltello e penso che usare una lama per uccidere tre persone richieda una forza fisica davvero straordinaria e non penso possa essere un atto di distrazione.
L’educazione è un cammino che dovrebbe proseguire tutta la vita e questo cammino — capace sempre di mettere a fuoco le debolezze e di lottare per vincerle — necessita della più umana, e ormai lungamente ridicolizzata, delle forze: quella di volontà. Io desidero essere altro da quello che sono e, per compiere questo cambiamento, lavoro costantemente su me stesso. La scomparsa della volontà virtuosa lascia pieno campo a quella più distruttiva, la volontà di potenza.
Ultimamente, davanti alla deriva della nostra civiltà, mi torna spesso in mente il primo Salmo che, nella traduzione da me preferita, dice: «Beato l’uomo che non siede nel consesso dei beffardi». Chi è il beffardo? Quello che deride ogni cosa e che cos’è la derisione se non la negazione stessa del fondamento? I beffardi manipolano la realtà, seguendo il loro orizzonte che non è quello della costruzione ma piuttosto della distruzione. I beffardi proclamano ormai da troppo tempo che il metro di ogni cosa è il nostro desiderio e che è lecito compiere ogni atto per realizzarlo, perché il bene è unicamente ciò che fa bene a me.
È forse giunto il momento che le persone che non desiderano sedere in questo consesso comincino ad alzarsi in piedi e dire una serie di «adesso basta». E il primo «adesso basta» è quello sull’uso ricreativo delle droghe. Personalmente ho fumato hashish molto giovane, a quindici anni, e dato che ho già una grande fragilità neurologica, è stata un’esperienza pericolosamente destabilizzante. Non parlo per moralismo dunque ma per esperienza personale. Adesso basta con la retorica dell’innocuità delle droghe leggere. Le droghe sono droghe, annullano la volontà e se, mescolate tra di loro con psicofarmaci e alcol, o se prese da persone con preesistenti problemi psichiatrici, possono avere un effetto devastante.
La parola «assassino» nella lingua italiana nasce dagli aderenti di una setta sorta nel secolo XII in Persia, cecamente obbediente a un capo politico religioso, detto il Veglio della Montagna, divenuta famosa per la sua azione terroristica in Siria, Palestina e Mesopotamia. Questa setta si chiamava hassisya, che vuol dire «fumatore di hashish», perché questa è l’attività che compivano gli adepti prima di andare a compiere le loro stragi efferate.
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Leggi anche:
Set 03
Della vita e del martirio dei santi giapponesi della Compagnia di Gesù (di p. Giuseppe Boero S.J.)
(da Totus Tuus network)
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San Paolo Miki, dall’alto della croce in cui sta per essere ucciso, grida al popolo: “Son giapponese e religioso della Compagnia di Gesù condannato a questa croce, non per niun fallo ch’io abbia commesso, ma sol perché ho predicato la legge del Signor Nostro Gesù Cristo”.
Questo conferma, che l’odio per la legge di Cristo da parte di Taicosama (i.e. Toyotomi Hideyoshi) non ha motivazioni economiche o politiche. La terrificante persecuzione di 250 anni, le crudelissime tecniche di tortura escogitate dagli shintoisti sono dovute all’ostilità alla missionarietà.
Se il missionario ottiene conversioni individuali, poi nascono famiglie cattoliche. Tali famiglie vivono in modo più conforme alla natura umana e le conversioni alla vera fede si moltiplicano, fino a mettere in discussione il vigente sistema sociale. Nel caso del Giappone, l’opera dei missionari trova terreno fertilissimo nella coerenza e mentalità giapponese: Hideyoshi se ne accorge, per esempio, dalla ripulsa di donne cristiane a prestarsi ai suoi capricci.
Lo Shogun comincia a temere per il numero sempre crescente di cattolici (non solo contadini e poveri ma anche numerosi nobili, intellettuali e samurai) che parlano di Cristo come del loro Shukun, loro Signore, verso il quale mostrano un attaccamento e una fedeltà assoluta, come si deve a un vero Signore. È esemplare il caso del Beato Dom Justo Takayama Ukon (1552-1615, festa liturgica il 4 febbraio) Daimyō e samurai giapponese.
Ecco, dunque, il grande insegnamento che ci viene da San Paolo Miki: “Or trovandomi io in quest’ultimo punto della mia vita, nel quale ben potete creder sicuro che non voglio ingannarvi, vi denunzio e protesto, che non v’è altra legge, né altra via da salvarsi, che quella che tengono i cristiani”.
Ago 30
Genere o gender una lettura scientifica (di Chiara Atzori)
(da manif pour tous)
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Terzo volume de La Manif Pour Tous Italia. Dopo Le radici storico-filosofiche dell’indifferentismo sessuale e L’ideologia del genere, ecco il nuovo dossier intitolato Genere o gender, una lettura scientifica. L’autrice è Chiara Atzori, dirigente medico ospedaliero, specialista in malattie infettive, membro dell’Associazione Scienza&Vita, Milano.
A partire dalla situazione attuale in cui domina una mentalità, che ha separato il concetto di «genere» da quello di «sesso» fino ad arrivare alla «teoria del gender», l’autore rilegge il tema della sessualità dal punto di vista scientifico. L’identità sessuale è ontologica, nel senso che fa parte essenziale della struttura della persona umana, sia da un punto di vista strettamente genetico, sia da quello globale dell’«integrazione tra fattori biologici, psichici e culturali, che non sono estrapolabili».
Di qui la denuncia della falsa «scientificità» della teoria del gender che, isolando un fattore culturale da tutti gli altri, rappresenta l’indebita intrusione nella scienza di una visione ideologica.