“Non morirete affatto!”: le parole più minacciose pronunciate da Xi e Putin a Pechino

Corrispondenza Romana 17 Settembre 2025

di Giuseppe Brienza

Il 3 settembre scorso si è tenuta in piazza Tienanmen, davanti a cinquantamila persone, la grande parata militare organizzata dal regime comunista di Xi Jinping per celebrare gli 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dell’occupazione giapponese della Cina.

Prima dell’inizio dell’imponente manifestazione, durata ben 90 minuti, il Presidente cinese ha ispezionato le truppe e le armi a bordo di una limousine decappottabile lungo la Chang’an Avenue di Pechino. Tornando dai suoi ospiti, fra i quali il dittatore russo Vladimir Putin e quello nordcoreano Kim Jong-un, il segretario del Partito Comunista Cinese ha lanciato, fra l’altro, due velate ma chiare e strettamente collegate minacce che, indirizzate all’Occidente in generale, sono rivolte in particolare al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Da un lato, infatti, Xi Jinping ha affermato che «oggi l’umanità deve nuovamente scegliere tra pace e guerra, dialogo e scontro», dall’altro ha fatto intendere le sue intenzioni a seconda della “scelta” che verrà effettuata. Il leader comunista ha quindi scandito: «la Cina è una grande nazione che non si lascia intimidire da nessuno», concludendo con l’avvertimento: «il grande rinnovamento della nazione cinese è inarrestabile». In poche parole, ogni minaccia o interferenza bellica o destabilizzante contro Pechino e contro le sue mire mondiali avrà come conseguenza la guerra, diretta o indiretta, ma comunque su larga scala.

È vero come rilevato da Marcello Veneziani che «quel che sembra la minaccia [cinese] sul nostro domani in realtà ha quasi sessant’anni», essendo partita nel 1966 «dalla Rivoluzione culturale (e criminale) di Mao Tse Tung e dal proselitismo che la Cina cominciava a fare nel mondo» (Marcello Veneziani, L’Occidente lavora per la Cina, La Verità, 5 settembre 2025, p. 1 e 6). È anche vero, però, che il tenore della risposta alle minacce di Xi da parte del Capo di Stato più importante del mondo (occidentale) non ha precedenti. «Vi prego di porgere i miei più cordiali saluti a Vladimir Putin e Kim Jong-un mentre cospirate contro gli Stati Uniti» ha scritto infatti Trump sul suo social Truth.

Non è un caso che la gigantesca parata militare di Pechino sia avvenuta al termine dell’ultimo vertice per la cooperazione di Shanghai (SCO), ovvero dell’organizzazione euroasiatica composta da trenta Paesi e fondata nel 2001 (tre mesi prima dell’attacco alle Twin Towers) con fini dichiaratamente anti-occidentali.

Ma le parole più minacciose pronunciate da Xi Jinping e Putin in occasione della “parata della vittoria” non sono neanche state quelle relative alle nuvole belliche che incombono sull’Occidente, bensì quelle neo-prometeiche carpite dalla registrazione di uno stralcio di conversazione informale avvenuta tra i tre maggiori dittatori riuniti a Pechino. Come riportato da tutti media nazionali e internazionali, infatti, nel corso dello “scambio conviviale” di battute, tradotto dagli interpreti tra il mandarino e il russo, dopo che Xi e Kim che si dicono contenti di vedersi dopo diversi anni, il dialogo si instaura fra il primo e Putin. Quindi «Xi dice: “ora le persone a 70 anni sono ancora giovani”. Dopo qualche secondo in cui è difficile distinguere chi parli, Xi si rivolge a Putin, dicendo: “Un tempo difficilmente la gente viveva oltre i 70 anni, ma oggi a 70 anni…sei ancora un bambino”. Segue anche il contributo del presidente (quasi) a vita (quasi eterna?) Putin: Con lo sviluppo delle biotecnologie, gli organi umani possono essere trapiantati più volte, e le persone possono vivere più a lungo e persino raggiungere l’immortalità”. A quel punto Xi risponde, dicendo: “Secondo le previsioni nel corso di questo secolo gli esseri umani potranno vivere fino a 150 anni”» (cit. in Xi Jinping, Vladimir Putin e Kim Jong-un hanno parlato anche di immortalità, Il Post, 4 settembre 2025).

Premesso che, come spiega il bioeticista Maurizio Calipari, Segretario Generale del Centro Studi Scienza & Vita, il microfono “indiscreto” di Pechino denuncia l’alterata informazione da sempre ricevuta dai dittatori di tutte le latitudini, in quanto «parlare di “sostituzione seriale” di organi come se l’uomo fosse una macchina da riparare è oggi del tutto irrealistico. Ogni trapianto comporta gravi rischi, richiede terapie immunosoppressive e non elimina comunque il deterioramento complessivo dell’organismo» (Alla ricerca dell’immortalità: tra biotecnologia, potere e fragilità umana, Agenzia SIR, 6 settembre 2025), rimane il fatto che il delirio di onnipotenza di capi di potenze nucleari non lascia affatto tranquilli. E sia per le distorsioni anti-umane che le tecniche di “bioprinting” di tessuti e di “rigenerazione cellulare” potranno portare in questi Paesi sia per le derive cui la “hybris” di questi dittatori, ovvero il loro orgoglio smisurato, causerà in termini di prevaricazione dell’ordine naturale, del diritto internazionale e del volere divino stesso.

In definitiva, al di là della suggestione irrealistica di Putin e Xi, rimane sullo sfondo, anche per quella parte di Occidente che condivide l’atteggiamento prometeico di questi dittatori, la prospettiva di un “accanimento tecnologico” sull’uomo «che promette molto ma rischia di aumentare disuguaglianze e illusioni» (Maurizio Calipari Alla ricerca dell’immortalità…, art. cit.).

Il dibattito aperto dalla frase carpita a Pechino può dunque essere l’occasione per ritornare alle radici della concezione classica e cristiana della persona umana, la cui qualità della vita non si misura sul tempo biologico, bensì sul valore della sua storia, della sua libertà e del suo amore donato.

In conclusione, come ricordato dal prof. Calipari, «la vera “immortalità” a cui tendere non sta nell’illusione di sfidare la morte con la tecnologia, ma nella capacità di lasciare tracce di bene nella storia comune». L’alternativa è quella indicata dalla Bibbia e risuonata a margine della “parata della vittoria”: «Il serpente disse alla donna: “No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio» (Genesi 3, 4-5).