Unione Cristiani Cattolici razionalisti (UCCR) 15 Luglio 202
Le martiri dell’Illuminismo. Nel 2025 celebriamo il centenario della beatificazione delle religiose ghigliottinate in nome della tolleranza francese, le Martiri d’Orange.
Nel luglio del 1794, nel cuore dell’Illuminismo francese, 32 religiose furono ghigliottinate a Orange, nel sud della Francia.
Si trattò delle Martiri d’Orange, suore benedettine, cistercensi, sacramentine e orsoline, ree di aver scelto la vita religiosa e di essersi rifiutate di prestare giuramento alla Costituzione civile del clero che subordinava la Chiesa allo Stato.
Come luogo dell’esecuzione pubblica, i rivoluzionari francesi scelsero un antico teatro romano, simboleggiando -probabilmente con grande nostalgia- la persecuzione dei cristiani nel I secolo da parte degli imperatori romani.
Il 2025 segna il centenario della beatificazione delle 32 Martiri d’Orange da parte di Papa Pio XI, avvenuta nel 1925.
I martiri dell’Illuminismo, uccisi in nome della tolleranza
La loro morte rappresenta uno dei tanti episodi di persecuzione religiosa durante la Rivoluzione francese, un periodo che, pur venendo celebrato dalla storiografia contemporanea per i valori di libertà e uguaglianza, si caratterizzò per l’intolleranza verso la Chiesa cattolica e per la violenza sistematica contro chi non si allineava agli ideali rivoluzionari.
Il clima di terrore portò alla soppressione di conventi, alla confisca di beni ecclesiastici e a un vero e proprio tentativo di estirpare l’influenza cattolica nella società francese dell’epoca, con conseguenze durature sulla Chiesa e sulla cultura europea.
Oltre alle Martiri d’Orange vanno ricordati i 200 sacerdoti, arcivescovi, religiosi e laici cattolici che furono massacrati nelle prigioni di Parigi, i cosiddetti “Martiri dei massacri di settembre”. Anche loro si rifiutarono di piegarsi al dio Stato, scegliendo la fedeltà alla Chiesa di Roma.
Alcuni furono massacrati nell’abbazia di Saint-Germain-des-Prés, altri nell’Hôtel des Carmes, altri ancora nel seminario di Saint-Firmin. Sempre Pio IX li ha beatificati il 17 ottobre 1926.
Le vittime della tolleranza illuminista furono molte altre, San Giovanni Maria Vianney (il Curato d’Ars) fu un testimone d’eccezione della persecuzione. Un caso famoso fu quello del beato André Grasset, ucciso assieme a 96 ecclesiastici e buttato nelle fogne intorno a Parigi.
Nel corso degli anni ne abbiamo ricordati alcuni, ecco quali:
- Le 16 suore carmelitane (martiri di Compiègne) canonizzate nel 2022 da Papa Francesco (Ultimissima 04/03/2022);
- Il genocidio vandeano dei contadini cattolici che si ribellarono al governo di Parigi (Ultimissima 14/05/2013);
- Il chimico cattolico Antoine Lavoisier (Ultimissima 24/05/2013);
- Il religioso cattolico Salomone Leclercq, ucciso dai rivoluzionari francesi il 2 settembre 1792 (Ultimissima 09/02/2017)
- Suor Margherita Rutan, Figlia della Carità di San Vincenzo de ‘Paoli a Dax, ghigliottinata per non aver voluto abiurare dalla fede (Ultimissima 22/06/2011)
- La soppressione dei Gesuiti (Ultimissima 26/03/2013)
Le vittime dell’Illuminismo, il giudizio degli storici
Mentre l’Illuminismo promuoveva la tolleranza e la libertà di pensiero, in pratica agiva come agisce oggi il terrorismo politico. Non a caso Francesco Benigno, docente presso l’Università degli Studi di Teramo, ha illustrato che il concetto di terrorismo nacque proprio in Francia verso la fine del ‘700.
Marcello Flores D’Arcais (Università di Siena) ha aggiunto che il frutto più maturo dell’Illuminismo sbocciò nella ghigliottina e nel Terrore giacobino, un «“regime di sangue e paura”, il cui scopo era il fine palingenetico della Rivoluzione e l’attuazione di Virtù e Giustizia anche attraverso violenza repressiva e legislazione speciale».
Quest’anno facciamo memoria delle Martiri d’Orange che nel silenzio della loro fede hanno testimoniato coraggio e fedeltà ai propri principi mentre gli illuministi le ammazzavano seguendo i loro.
Concludiamo con due citazioni, la prima dello storico tedesco Michael Hesemann: «Nel nome della gloriosa Rivoluzione francese, che portava sui suoi stendardi il motto “libertà, uguaglianza e fraternità”, nel giro di un anno furono uccise più persone di quante erano morte nella crociata contro i catari, nei “secoli bui” del Medioevo, e di quante erano state le vittime dell’Inquisizione nei suoi cinquecento anni di storia in Europa. Questi morti furono uomini e donne che facevano parte della Chiesa: vescovi e preti, monaci e suore. Il loro unico “crimine” fu la fedeltà alla loro fede» (1).
La seconda è di Pierre Chaunu, specialista della storia sociale e religiosa della Francia e docente alla Sorbona di Parigi: «La persecuzione religiosa subita dai francesi cattolici durante la Rivoluzione francese non ha equivalenti nella storia se non le grandi persecuzioni del XX secolo. Di tutte la Rivoluzione francese è stata il modello. La persecuzione religiosa non fu solo persecuzione contro i religiosi, ma una rivolta contro il cristianesimo, con il preciso intento di de-cristianizzare la nazione. La maggioranza dei preti è stata assassinata o espulsa, tutte le chiese sono state chiuse per un anno e mezzo ed il loro patrimonio requisito ed incamerato, 250 mila vandeani sono stati massacrati perché volevano andare alla Messa e restare fedeli a Roma» (2).
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(1) P. Chaunu, in 30giorni, n. 1, gen. 1987, p. 19
(2) M. Hesemann, Contro la Chiesa, San Paolo 2009, p. 276