Il Belgio, fra un popolo cattolico ed una costituzione liberaldemocratica

cattolici_BelgioDalla pagina Facebook del Centro Culturale Lepanto, Giugno 2010

di Claudio Bernabei

Sua Santità Papa Benedetto XVI ci ricorda nel Suo Magistero che «la sapienza della Chiesa ha sempre proposto di tenere presente il peccato originale anche nell’interpretazione dei fatti sociali» (SS. Papa Benedetto XVI, Caritas in Veritate, § 34, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2009, p.35).

Al contrario alcuni ambienti cattolici hanno negli ultimi anni entusiasticamente abbracciato l’illuministica bandiera del Libero Mercato, cosa assai diversa dalla difesa della visione romana e cristiana della Proprietà Privata, in quanto esso si basa sull’implicita negazione del peccato originale.

Ciò è avvenuto nell’infantile illusione che lo Stato liberaldemocratico, bastione del Libero Mercato, offrisse a Santa Madre Chiesa quelle garanzie di libertà che gli Stati fondati sul Marx-Leninismo, sulla Sharia, sul Confucianesimo o sul Tribalismo nativo negano fermamente e talvolta persino ferocemente.

Il fatto della recente aggressione alla Chiesa Cattolica belga, addirittura aggravata dall’atteggiamento derisorio con il quale esponenti del Governo belga hanno respinto le proteste vaticane, ci riporta di fronte alla realtà.

La realtà di uno Stato decentrato e federalista, promotore del superamento della sovranità statale nell’Unione Europea, difensore del Libero Mercato, con una Costituzione di stampo liberaldemocratico, tollerante al punto di avere degli omosessuali dichiarati fra i massimi esponenti della politica, il quale Stato si e mosso contro le Gerarchie ed i luoghi sacri del Cattolicesimo belga con una violenza degna degli incursori saraceni, dei Giacobini, degli Anarchici e dei Comunisti.

La realtà dei fatti e dura, ma ci si va a sbattere contro solo se si tengono chiusi gli occhi del pensiero, solo se non si vede che una Costituzione liberaldemocratica altro non è, e lo afferma un liberaldemocratico come Nicola Matteucci, che «quella tecnica giuridica attraverso la quale ai cittadini viene assicurato l’esercizio dei loro diritti individuali e, nel contempo, lo Stato è posto nella condizione di non poterli violare. Se le tecniche variano secondo i tempi e le tradizioni di ciascun paese, l’ideale delle libertà del cittadino resta il fine ultimo in vista del quale queste tecniche vengono preordinate o organizzate» (Nicola Matteucci, Costituzionalismo, in Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino, Dizionario di Politica, Novara, De Agostini, 2006, p.429).

Ma il Romano Pontefice ci ammonisce che «l’assolutismo della tecnica tende a produrre un’incapacità di percepire ciò che non si spiega con la semplice materia. Eppure tutti gli uomini sperimentano i tanti aspetti immateriali e spirituali della loro vita» ( SS. Papa Benedetto XVI, cit., § 77, p.77).

E quale sia lo spirito di una Costituzione liberaldemocratica ce lo ricorda Norberto Bobbio affermando che, per quanto riguarda la «concezione liberale dello Stato, il punto di partenza fu il celebre discorso di Benjamin Constant su La libertà degli antichi comparata a quella dei moderni. Per Constant la libertà dei moderni, che deve essere promossa e accresciuta, è la libertà individuale nei riguardi dello Stato, quella libertà di cui sono manifestazione concreta le libertà civili (…) mentre la liberta degli antichi, che l’espansione dei commerci ha reso impraticabile, anzi dannosa, è la liberta intesa come partecipazione diretta alla formazione delle leggi attraverso il corpo politico di cui l’assemblea dei cittadini è la massima espressione» (Norberto Bobbio, Democrazia, in Dizionario di politica, cit., p.505).

Perciò abbiamo due diverse concezioni della democrazia: una, quella degli “antichi” ossia dell’età classica greco-romana e dell’età cristiana, oggi sprezzantemente definita «democrazia populistica, il cui principio fondamentale è la sovranità della maggioranza”» (Norberto Bobbio, cit., p.513); un’altra, quella “moderna”, liberaldemocratica, una democrazia in cui ad essere sovrano non è il popolo ma la Costituzione, perché «soltanto un ordinamento giuridico può essere “sovrano”, cioe, un’autorità suprema” » (Hans Kelsen, Teoria generale del diritto e dello Stato, Milano, ETAS, 1994, p.389).

Ma essendo la Costituzione non una persona, ma un idolo di carta, ad essere sovrani sono i suoi sacerdoti, ossia Magistrati e Politici di professione, i quali proclamano di agire in difesa delle liberta civili.

Ed un maestro del pensiero cattolico come Plinio Corrêa de Oliveira ricorda a noi ed a quei Cattolici infatuati del Libero Mercato che «il liberalismo dà poca importanza alla libertà per il bene. Gli interessa solo la libertà per il male. Quando è al potere toglie facilmente e perfino con soddisfazione al bene la liberta, in tutta la misura possibile. Ma protegge, favorisce, sostiene, in molti modi, la libertà per il male. In questo dimostra la sua opposizione alla civiltà cattolica, che dà al bene tutto l’appoggio e tutta la liberta e limita, per quanto possibile, il male.

Ora, questa libertà per il male è precisamente la libertà così come è intesa dall’uomo in quanto “rivoluzionario” nel suo intimo, cioè in quanto consente alla tirannia delle passioni sulla sua intelligenza e sulla sua volontà» (Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Roma, Luci sull’Est, 1998, p.69).

Dopo queste riflessioni, come stupirsi di quanto è successo in Belgio e potrebbe accadere negli Stati Uniti d’America?