Dieci punti per smontare le balle sul clima

La Verità, martedi 5 agosto 2025

II New York Times ha provato a confutare il recente rapporto del Dipartimento dell’Energia americano, che aveva cancellato decenni di frottole ecologiste. Ma il tentativo è naufragato perché, tra altre bugie e imprecisioni, il contestato documento ne esce addirittura rafforzato.

di Franco Battaglia

Con questo articolo faremo un’esercitazione di applicazione del metodo scientifico. Il  Rapporto del dipartimento dell’Energia americans (Doe) –organo governativo- che, con un colpo di spugna, ha cancellato la trentennale balla ecologista del cambiamento climatico d’origine antropica (che sarebbe cioè causato dall’uomo) e, com’era da attendersi, ha sol-levato varie critiche da parte di chi, quelle balle, ha, per trent’anni. sostenuto. Il che è un bene perché è cosi che funziona la scienza, intesa come metodo scientifico (unico senso che io do alla parole). E cioé: io, scienziato. avanzo una congettura e gli altri miei colleghi, con mia gioia, si prodigano per sconfessarla. Se la sconfessano, la congettura è cestinata. Se non la sconfessano, la congettura non diventa verità acquisita. Però, quanto più una congettura resiste agli attacchi, tanto più essa acquisisce «pezze d’appoggio» per qualificarsi come «teoria scientifica».

Orbene, lo scorso 31 luglio, a firma di Maxine Joselow e Brad Plumer, il New York Times pubblicava un articolo di refutazione del Rapporto-Doe. Come ora vedremo, tutti gli argomenti avanzati falliscono l’obiettivo di refutazione e, di conseguenza, rafforzano la validità del Rapporto-Doe. Virgoletto le citazioni dalla «refutazione» del Nyt.

– «Gli argomenti del Doe sono tipici di quelli che respingono il consenso scientifico»: qui abbiamo una duplice fallacia. Innanzitutto, siccome sugli argomenti del Doe v’è un consenso abbastanza vasto (si pensi ai 2.000 climatologi, geologi, geofisici, astrofisici affiliati alla Fondazione Clintel), si potrebbe parimenti dire che sono i detrattori del Rapporto-Doe a respingere un consenso scientifico. Inoltre, l’argomento del consenso scientifico è a priori fallace, giacché non è col consenso che si decide tra due diverse congetture.

– «Il Rapporto-Doe ha lo scopo di dar sostegno politico all’amministrazione Trump»: questa è una calunnia sconfessata dal fatto che gli autori del Rapporto-Doe sostengono le proprie convinzioni da decenni, prima ancora che Donald Trump «nascesse». Inoltre, uno degli autori era stato vice-ministro nell’amministrazione Obama.

– «Nel Rapporto si fa una scelta selettiva delle conoscenze»: a parte il fatto che il Rapporto-Doe è accompagnato da quasi 300 riferimenti bibliografici, l’accusa è formulata ma non è sostenuta da esempi sulle presunte omissioni e, come vedremo a breve, ove le omissioni sono denunciate, esse sono omissioni inventate.

-«Il rapporto-Doe è un attacco alla scienza»: un’altra accusa non sostenuta da esempi. Non si capisce dove sarebbe «l’attacco alla scienza». L’articolo del Nyt non chiarisce la propria affermazione. Avrebbero potuto ben scrivere: «Il Rapporto-Doe è pieno di bugie», senza però citarne neanche una.

– «La grande maggioranza dei climatologi concorda che la CO2 si sta accumulando in atmosfera, facendola riscaldare e facendo aumentare il rischio di uragani e onde di calore»: in realtà, anche il Rapporto-Doe concorda che si sta accumulando maggiore CO2 in atmosfera. Solo conclude che non si osserva, negli ultimi 50 anni, un aumentato rischio di uragani e onde di calore. E qui la parole «osserva» è cruciale, perché attiene ai «fatti» per come sono registrati e non ai timori ipotizzati. In particolare, si sono registrati negli ultimi decenni uragani che, per intensità e per numero, sono inferiori a quelli registrati nei decenni precedenti; e negli anni 1920-1940 si è registrato un indice di ondate di calore molto superiore a quello registrato negli anni 2000-2025. Insomma, ammesso e non concesso che quel rischio sia aumentato, la verità è che quei temuti eventi non sono aumentati né in numero né in intensità.

– «Uno degli autori del Rapporto-Dos ha ammesso che “il rapporto non è perfetto”»: qui il Nyt vuol veicolare il dubbio che gli autori non siano sicuri di quel che hanno scritto. Ma questo è l’atteggiamento dell’onesto uomo di scienza, aperto a ogni miglioramento e a ogni aggiustamento, se emergessero nuove evidenze. Al contrario, proprio i sostenitori della narrazione mainstream rifiutano ogni confronto e. come dicono spesso, «il dibattito è chiuso».

– «Il Rapporto-Doe non nega che la CO2 riscaldi il pianeta e che tra gli effetti del riscaldamento v’è l’innalzamento del livello dei mari»: qui il Nyt vorrebbe veicolare un’altra «debolezza» del Rapporto-Doe ove esso dia ragione alla narrazione tenuta per 30 anni. Il fatto è che non c’è alcun dubbio che la CO2 sia un gas-serra e che, senza la CO2, il pianeta sarebbe più freddo. Quel che il Rapporto-Doe contesta è che la CO2 antropica, che si aggiunge a quella naturalmente presente, sia di rilevanza sul clima ma è di gran beneficio per la vegetazione e per la resa dei raccolti. Naturalmente il Rapporto-Doe riconosce v’è uno scioglimento dei ghiacci: ogni aumento delle temperature globali (qualunque sia l’origine, naturale o antropica) comporta un maggiore scioglimento dei ghiacci e, quindi, un aumento del livello dei mari.

– «Il Rapporto-Doe non accenna al fatto che il global warming può avere effetti negativi sulle rese di riso, soia e grano»: come nel punto 5 precedente (ove abbiamo confrontato il rischio con la realtà fattuale), anche qui si noti l’affermazione ipotetica che si evince da quel «può». La realtà fattuale è che se si confrontano i volumi dei raccolti di riso, soia e grano del 1950 e del 2000, questi ultimi sono stati da doppi a tripli rispetto ai primi.

– «Il Rapporto-Doe è stato messo insieme in due mesi (in realtà tre, ndr), invece quelli che esso contraddice sono stati prodotti in anni, da centinaia di scienziati»: la critica è molto debole, gli autori del Rapporto-Doe sono professionisti esperti del campo e conoscono da decenni le cose che hanno scritto nel Rapporto.

– «Roger Pielke Jr. è un politologo che nel passato ha criticato i climatologi. Egli è ora un dirigente di un think-tank di conservatori»: questo Pielke non è tra gli autori del Rapporto-Doe e non si capisce perché è nominato. Il suo duplice peccato sarebbe l’aver manifestato apprezzamento per il Rapporto-Doe e di essere di posizioni politiche conservatrici. Chissà, forse il Nyt potrebbe incalzare: Franco Battaglia ha apprezzato il Rapporto-Doe ma la sua opinione non conta perché scrive per La Verità.

In conclusione, il tentativo di confutare il Rapporto-Doe è senz’altro un apprezzabile impegno ma, in questo caso, è miseramente fallito: il Rapporto-Doe ne esce rafforzato. E cosi che funziona il metodo scientifico.