Aziende Lgbt in vista dei pride

aziende LgbtAbstract: Aziende Lgbt in vista della stagione dei pride, con prodotti ed eventi  rivolti a tutte le età e perfino bambini. I consumatori hanno reagito con una rabbia e un vigore inaspettati ma  nonostante le perdite finanziarie le multinazionali non hanno desistito. Il mondo aziendale era solito prostrarsi in adorazione davanti all’altare del dio denaro a oggi preferisce inchinarsi alla nuova ideologia woke e alla dissoluzione morale

Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 7 Luglio 2023 

Al servizio di un “dio” woke (1) più potente dei soldi

di John Horvat

Preparandosi al terrificante mese del “pride”, molte aziende hanno promosso prodotti ed eventi pro-LGBTQ rivolti a tutte le età e persino ai bambini. I consumatori hanno reagito con una rabbia e un vigore inaspettati che hanno avuto un impatto sui profitti delle aziende.

La maggior parte dei dirigenti sapeva che queste decisioni comportavano dei rischi e ne hanno pagato le conseguenze. Ad esempio, la Bud Light ha avuto una debacle a causa di un influencer transessuale, subendo perdite multimiliardarie nel valore delle azioni. Sempre politicamente corretta, Target ha anche offeso innumerevoli acquirenti mettendo in evidenza le sue linee di prodotti LGBTQ-friendly, compresi i vestiti per bambini e persino una partnership con uno stilista apertamente satanico. Infine, la squadra di baseball dei Dodger ha scioccato i suoi fan cattolici, prima disinvitando e poi decidendo di rendere omaggio alle blasfeme “Sorelle della Perpetua Indulgenza”, un gruppo sgargiante di uomini travestiti da suore.

Tutte queste disavventure hanno provocato ingenti perdite finanziarie. Il commento abituale è che questi giganti aziendali hanno calcolato male l’impatto sui loro consumatori, ma lo hanno fatto nel desiderio di ampliare i loro mercati.

Il Dio denaro

Questa spiegazione fornisce solo una parte della storia. La reazione è stata effettivamente forte. Tuttavia, le aziende multimiliardarie non diventano grandi facendo calcoli errati di questo tipo. Hanno i migliori dipartimenti di marketing al mondo, i quali tengono traccia di ogni prodotto e conoscono bene il loro pubblico di riferimento. Errori di questa portata non rientrano nella logica delle loro procedure operative standard.

Una spiegazione più ragionevole è il cambiamento delle priorità. Il mondo aziendale era solito prostrarsi in adorazione davanti all’altare del dio denaro. Tutto era orientato esclusivamente a raccogliere la massima quota di mercato, ad aumentare il valore degli azionisti e a realizzare enormi profitti. Chi falliva poteva aspettarsi le sanzioni rapide e radicali della perdita economica riservate a tutti coloro che offendevano questo dio-mammona.

Un profondo cambiamento sta ora scuotendo l’America delle imprese e il futuro non promette nulla di buono.

Offendere il cliente

L’evidenza di un cambiamento di paradigma è forte.

Se i prodotti pro-LGBTQ-friendly fossero calcoli sbagliati, coloro che venerano l’altare del denaro smetterebbero immediatamente di promuovere questi articoli e azioni offensive. Per ricostruire la fiducia, si scuserebbero con la clientela offesa, una regina che ha sempre ragione Tuttavia, tali azioni non si stanno verificando. Alcuni prodotti più offensivi vengono ritirati o spostati nei negozi, ma molti altri rimangono. La maggior parte delle aziende coinvolte in queste controversie non si scusa, ma giustifica le proprie scelte. Alcune addirittura raddoppiano gli errori commessi, nel più totale disprezzo dei loro profitti.

Nonostante il massiccio contraccolpo, le grandi aziende continuano a promuovere pubblicità, prodotti e iniziative per celebrare il mese dell’ “orgoglio LGBT”. Ad esempio, Walmart offre una collezione di prodotti a marchio LGBTQ con il lemma “Pride & Joy”. Abbandonando le più sacre pratiche commerciali, le aziende sono disposte a correre rischi immensi e a perdere miliardi di dollari. Nemmeno il dio denaro può trattenerle dal perseguire la corsa a capofitto verso la rovina.

Paura di un Dio più grande e senza nome

L’unico modo per spiegare questo cambiamento è la paura. Un’America aziendale sveglia è disposta a rinunciare al dio denaro perché teme un dio “woke” che è più grande e più potente, ed esige obbedienza totale ed esclusività. Questo dio innominato, ma malvagio, crea l’illusione di comandare ovunque. Tutti devono adorarlo riconoscendo questa regola, anche se non sono d’accordo. Tutti devono sacrificare interessi personali e profitti (come offerta d’incenso) a questo nuovo dio.

Questo riconoscimento pubblico non è come il tributo che il male rende al bene attraverso il virtue signaling (2) (segnalazione della virtù). Si tratta invece di una opposta “segnalazione del vizio” che esige complicità per ogni perversione, peccato e vizio. Chi non riesce a placare questo dio più grande può aspettarsi il trattamento peggiore.

Rendere omaggio

Per ora, il nuovo dio tollera il pagamento di un tributo in cui le aziende riluttanti pagano quello che viene chiamato rainbow-washing (imbiancamento arcobaleno) (3). Il tributo passa attraverso le mozioni di sostegno all’agenda LGBTQ nella speranza di evitare la completa emarginazione. Ma è una speranza vana, perché ogni nuova concessione porta con sé nuove richieste.

Molti dirigenti preferirebbero evitare del tutto qualsiasi posizionamento morale e continuare a offrire sacrifici al vecchio dio denaro. Tuttavia, il nuovo dio della liberazione totale è geloso e non avrà altri dei davanti a sé. Non si può essere neutrali in questa lotta. Così, il mondo delle imprese “woke” paga volentieri questo tributo, vedendo il nuovo programma come una liberazione dalle costrizioni morali. Il dio denaro rappresenta ormai un passato che deve essere abbattuto. Così, queste aziende vivono nella contraddizione di mettere il potere delle loro enormi fortune e del loro prestigio al servizio del nuovo dio che le distruggerà.

Un mondo nuovo e coraggioso 

Non dovrebbe sorprendere che un mondo aziendale “woke” si prostri davanti a questo nuovo dio e alla sua agenda. Il nuovo dio della liberazione totale rappresenta un mondo nuovo e coraggioso che nega la realtà, perverte la natura e mette in discussione l’identità. Il suo dinamismo non deriva dalla frenetica sregolatezza dei mercati governati dal vecchio dio, ma dall’euforia delle passioni sfrenate che portano l’immaginazione agli estremi più selvaggi.

Questo nuovo dio promette la libertà, ma è in grado di realizzare la peggiore delle tirannie. Non è una coincidenza che appaia talora insieme all’immaginario satanico, poiché è questo che lo ispira.

Un processo rivoluzionario

L’avvento del nuovo dio fa parte di un processo rivoluzionario che da tempo scuote l’Occidente e distrugge le strutture sociali e morali che mantenevano una parvenza di ordine nella società. Parte della guerra culturale in corso è una battaglia tra questi due dei. Pertanto, questo nuovo e più forte falso dio non esce di scena, né questa lotta può essere vinta da un ritorno al dominio della divinità minore del denaro, che prevaleva nell’ordine liberale.

L’unica via per la vittoria è il ricorso al vero Dio: il Creatore di tutto, l’Onnipotente, il Signore Dio degli eserciti. Dio può riportare l’America e il resto dell’Occidente all’ordine, mettere in fuga l’orgoglio e la lussuria e rovesciare gli idoli dei falsi dei che opprimono la società.

Note

(1). Neologismo per qualificare la nuova sinistra culturale fissata con questioni a sfondo sociale, razziale, discriminatorio, ecc.

(2). “L’espressione pubblica di opinioni o sentimenti volti a dimostrare il proprio buon carattere o la propria coscienza sociale o la correttezza morale della propria posizione su una particolare questione” (Oxford Language).

(3). “Rainbow washing è una parola formata dalla crasi tra “rainbow“, arcobaleno, e “whitewashing“, imbiancare o nascondere. Questa parola rappresenta una forma più specifica del pinkwashing, identificando un’attività sociale o di marketing indirizzata a presentare una realtà come gay-friendly allo scopo di aumentarne il consenso presso il pubblico” (Wikipedia).

Fonte: Return to Ord, 23 Giugno 2023. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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