
di Riccardo Cascioli
Una strana moda da qualche tempo attraversa i media cattolici: la condanna dello sviluppo. Non di un certo tipo di sviluppo, identificabile magari con il liberismo più estremo; no, è proprio la condanna dello sviluppo in sé. Basta vedere la frequenza con cui compare sulle pagine di tanti media cattolici il pensiero di certi economisti, quali Serge Latouche, Wolfgang Sachs e Susan Gorge, o eco-catastrofisti come Lester Brown e Mathis Wackernagel, il teorico dell’ “impronta ecologica”.
Per averne un’idea basterebbe dare un’occhiata al catalogo della EMI, la principale casa editrice missionaria: i titoli che teorizzano la fine dello sviluppo o “la decrescita” economica sono innumerevoli.