Ami i bambini? Non aiutare l’Unicef

10 dicembre 2004
L’UNICEF è diventata negli ultimi dieci anni uno dei maggiori ostacoli per la sopravvivenza dei bambini nei Paesi in via di sviluppo.

Ad affermarlo è la rivista scientifica britannica “Lancet” che, dati alla mano, dimostra che la direzione di Carol Bellamy – dal 1995 alla guida dell’UNICEF per volontà dell’allora presidente americano Bill Clinton – è disastrosa perché ha tradito la vocazione originaria del Fondo Onu per l’infanzia a favore di un approccio ideologico.

I dati riportati da “Lancet” dimostrano che 600mila bambini continuano a morire ogni anno per cause assolutamente prevedibili malgrado siano disponibili interventi efficaci a basso costo. Addirittura la mortalità infantile è cresciuta in molti dei Paesi poveri e le risorse destinate dall’UNICEF a terapie elementari di prevenzione della mortalità (reidratazione orale, disponibilità di vitamina A, terapie per infezioni respiratorie acute) sono incredibilmente misere nei 42 Paesi che rappresentano il 90% della mortalità infantile.

Sotto accusa è proprio Carol Bellamy, che ha dirottato l’UNICEF verso progetti di intervento basati sui “diritti” anziché sulla sopravvivenza dei bambini. Insomma, l’ideologia contro la realtà, perché “la preoccupazione dei diritti ignora il semplice fatto che i bambini non hanno alcuna possibilità di sviluppo se intanto non sopravvivono”.

La denuncia di “Lancet” conferma quanto già sostenuto l’anno scorso nel “Libro Bianco” sull’UNICEF pubblicato dal Catholic Family & Human Rights Institute, in cui si accusava la Bellamy di aver messo l’agenzia ONU a servizio della lobby femminista radicale, al punto che il Fondo che dovrebbe proteggere l’infanzia si trova oggi a promuovere l’aborto e la contraccezione, nonché a finanziare programmi finalizzati a diminuire il ruolo della famiglia.

Non a caso la Santa Sede ha ritirato il proprio contributo all’UNICEF già nel 1996. Per questa ragione, in occasione del Natale, il CESPAS invita tutti a boicottare l’UNICEF – evitando aiuti economici al buio – finché non tornerà ai suoi scopi originari, e sollecita il governo italiano a mobilitarsi nelle sedi opportune per riportare a capo dell’UNICEF una persona realmente interessata al bene dei bambini.