Corrispondenza Romana 1 Ottobre 2025
di Giuseppe Brienza
Applicando la norma costituzionale che riconosce ai genitori il dovere e diritto di educare e istruire i figli (articolo 30), il Governo Meloni risponde finalmente alla richiesta di associazioni e famiglie che ritengono il “Consenso Informato Preventivo” sui progetti didattici riguardanti temi educativi “sensibili”, in primo luogo sessualità, educazione alla salute e diversità maschile-femminile (in contrapposizione alla teoria del gender), una modalità indispensabile per difendere la libertà educativa e favorire la corresponsabilità scuola/famiglia.
In tale direzione si erano mosse a dire il vero numerose normative emanate in materia negli scorsi decenni, dalla legge n. 153/1969 che ha riconosciuto il diritto dei genitori di scegliere l’educazione dei propri figli con la possibilità di frequentare istituzioni scolastiche non statali alla legge n. 62/2000 che ha equiparato le scuole non statali a quelle statali rafforzando la libertà di scelta dei genitori. Al di là dell’affermazione di importanti principi, però, a causa della mancanza di risorse pubbliche appositamente stanziate, della scarsa convinzione politica e della dissoluzione della famiglia nel frattempo provocata con il Sessantotto, le varie disposizioni sono rimaste in gran parte lettera morta, conducendo all’attuale crisi nell’educazione scolastica non solo negli istituti “pubblici” (ovvero quelli comunali e statali) ma, per “osmosi”, anche in quelli non statali, ideologicamente definiti dalla sinistra “privati”.
Il recente disegno di legge (DDL) promosso dal Ministro dell’istruzione e del merito (MIM) Giuseppe Valditara, approvato dal Consiglio dei ministri il 30 aprile 2025, presentato alla Camera dei deputati il 23 maggio (Atto Camera n. 2423) e attualmente in discussione in sede referente nell’ambito della VII Commissione cultura di Montecitorio, viene a colmare quindi un vuoto normativo e, se applicato con coerenza ed efficacia, sarà sicuramente in grado d’introdurre nell’ordinamento scolastico italiano il diritto al consenso preventivo informato dei genitori relativamente a lezioni e contenuti “sensibili” impartiti dalla scuola ai propri figli minori. A differenza di leggi e circolari che in passato hanno interessato il tema della libertà educativa e della corresponsabilità scuola/famiglia, questa volta l’ottimismo è d’obbligo ed è dettato non solo dalla chiarezza delle norme proposte ma anche dall’iniziativa governativa del disegno di legge. Le finalità del DDL Valditara, infatti, sono condivise da tutti i partiti della coalizione che sostiene il Governo Meloni, che a sua volta è esplicitamente determinato a ripristinare (o rafforzare dov’è stata almeno tentata) l’alleanza scuola-famiglia, come leggiamo nella relazione illustrativa.
Quando il disegno di legge sarà votato in Parlamento ed entrerà in vigore diventerà obbligatorio per tutte le scuole pubbliche (cioè statali e non statali) fornire ai genitori o alle persone che esercitino la potestà genitoriale, non solo ad inizio anno ma se necessario anche durante l’anno scolastico, dettagliate informazioni sulle iniziative didattiche riguardanti progetti che per loro stessa natura coinvolgono le scelte culturali ed educative fondamentali delle famiglie. L’informativa ai genitori dovrà essere resa per iscritto preventivamente all’attività e il consenso informato preventivo richiesto entro il settimo giorno antecedente alla data prevista per lo svolgimento delle attività. Com’è logico, anche il consenso/dissenso alla partecipazione dei propri figli minori dovrà essere recepito per iscritto dagli Istituti e, imprescindibilmente, previa messa a disposizione del materiale didattico che i soggetti promotori delle attività “sensibili” intendono utilizzare e del curriculum di eventuali esperti esterni o rappresentanti di enti o di associazioni a vario titolo coinvolti. Nel caso che le menzionate attività si svolgano in orario normale di lezione, ne consegue la necessità che si prevedano, per gli studenti che non aderiscono in quanto si esprimano in senso contrario i genitori, proposte didattiche alternative e modalità organizzative consone affinché, nel rispetto del primato educativo della famiglia, della libertà di insegnamento dei docenti e dell’autonomia riconosciuta alle istituzioni scolastiche, tutti i soggetti coinvolti siano parte attiva del processo formativo ed educativo degli studenti.
Da quest’ultimo punto di vista appaiono strumentali, in quanto dirette sempre e comunque ad attaccare il Governo, oltre che prive di fondamento nel merito, le polemiche che i soliti ambienti statalisti e di sinistra hanno sollevato contro il DDL Valditara. Mi riferisco in particolare all’affermazione apodittica per cui «con il consenso informato la scuola non avrà più il carattere di Istituzione di interesse pubblico, perderà la sua funzione pedagogica e democratica» (Barbara Piccininni, Consenso informato, la destra cancella il confronto, il manifesto, 31 luglio 2025). La condivisione degli obiettivi, il rispetto dei ruoli, la trasparenza delle procedure di decisione e l’assunzione di responsabilità in capo a genitori, insegnanti e operatori scolastici che la nuova normativa apporterà, al contrario, costituiscono fattori decisivi di qualità e, quindi, reale “democrazia” e perseguimento dell’interesse pubblico da parte della scuola.
Per quanto riguarda la “funzione pedagogica” della scuola, non vorremmo che lo “scongelamento” di questa nobile parola, ereditata dal greco antico e che vorrebbe giustamente gli adulti nel ruolo di “guida” dei giovani, si presti unicamente a veicolare negli studenti, spesso all’insaputa dei genitori, quella teoria del gender «sulla cui consistenza scientifica molte sono le discussioni nella comunità degli esperti» in quanto vorrebbe «negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale. Questa differenza fondante è non solo la più grande immaginabile, ma è anche la più bella e la più potente: essa raggiunge, nella coppia uomo-donna, la più ammirevole delle reciprocità ed è così la fonte di quel miracolo che mai smette di sorprenderci che è l’arrivo di nuovi esseri al mondo» (Dicastero per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Dignitas Infinita” circa la dignità umana, 2 aprile 2024, nn. 57-58).