Olanda: l’immigrazione sta andando fuori controllo

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23 Marzo 2023 

Il tema dell’immigrazione, soprattutto quella islamica, preoccupa sempre di più gli olandesi. Civitas Christiana, la TFP olandese, ha pubblicato in merito una serie di articoli. Ecco il primo.

Nonostante l’esplicita promessa del primo ministro Mark Rutte di “ridurre sostanzialmente” l’afflusso di migranti, nel 2022 ne sono arrivati nei Paesi Bassi ben 402.000, il doppio rispetto all’anno precedente e un record storico. Questo mentre la popolazione originaria si riduce anno dopo anno. Sembra un paradosso: sebbene per la prima volta dal 1900 siano morte più persone di quante siano nate, la popolazione continua a crescere rapidamente a causa del flusso migratorio. Siamo già 17,8 milioni.

Gli immigrati stanno spingendo la crescita della popolazione, secondo il Centraal Bureau voor de Statistiek, mentre la popolazione originaria si sta riducendo ormai da anni. È dunque vero che la popolazione sta aumentando, ma solo se per “popolazione” intendiamo semplicemente tutte le persone nei Paesi Bassi. Per la popolazione propriamente olandese, non nel senso statistico ma in quello culturale, ossia le persone nate e cresciute in seno alla cultura olandese, le cose non sembrano per nulla prospere.

Al momento, la maggior parte degli immigrati proviene dall’Ucraina che, come la Polonia, è un Paese di cultura occidentale e cristiana. Dopodiché, però, vengono siriani e turchi, in prevalenza di religione islamica. Secondo un servizio della CBS, mentre il cristianesimo è in franco declino, l’islam sta attecchendo sempre di più. Le statistiche mostrano che l’islam è l’unica religione che conta su un seguito sempre crescente tra i giovani olandesi.

macellazione halal

Di conseguenza, anche la cultura islamica si sta diffondendo sempre di più: l’appello pubblico alla preghiera fatta dai muezzin, la moltiplicazione di macellerie halal, l’introduzione della giurisprudenza islamica e via dicendo. Alcuni portavoce dell’islam cominciano pure a chiedere l’introduzione dell’intera Sharia. Tutto questo conta con sempre più sostegno sociale.

Nel 2008, André Rouvoet, allora leader della ChristenUnie e ministro delle politiche giovanili nel governo Balkenende, tentò di sollevare con cautela la necessità di una politica demografica. Secondo Rouvoet, si doveva incoraggiare le famiglie olandesi ad avere più figli. Dopo tutto, non si può semplicemente lasciare che la popolazione diminuisca e che il flusso migratorio dilaghi senza controllo.

Il ministro indicava poi un altro aspetto del problema: mentre le famiglie olandesi fanno sempre meno figli, sono le famiglie islamiche a mantenere alto il tasso di natalità. Il che, a lunga scadenza, produrrà una sostituzione demografica. D’altronde, con l’invecchiamento della popolazione originaria, diminuisce pure il numero di persone attive.

A un certo punto non ci sarà più una base di contribuenti che possa mantenere il sistema pensionistico e sanitario. All’epoca, in sostegno di Rouvoet si alzò pure la voce della deputata Hirsi Ali, di origini somale ma critica dell’islam.

Tuttavia, i tempi non erano ancora maturi per una politica demografica. Né Rouvoet né Hirsi Ali ricevettero appoggio. Questo perché all’epoca c’era un entusiasmo politicamente corretto in tema di immigrazione. Si diceva che gli immigrati portavano ricchezza ed erano la soluzione al problema dell’invecchiamento. Come se gli immigrati non invecchiassero…

Le Nazioni Unite hanno coniato la nozione di “migrazione sostitutiva”, che ci sembra assai fuorviante. I migranti non possono “sostituire” gli olandesi, semplicemente perché non sono olandesi. Nella migliore delle ipotesi, possono contribuire all’economia e alla cultura come individui, ma non come gruppo. Questo per non parlare dei costi astronomici dell’immigrazione per la nostra economia. Per esempio, sebbene costituiscano meno del 20% della popolazione, agli immigrati va il 63% dei benefici del welfare. Un calcolo conservatore parla di un costo di 400 miliardi di euro, cioè uguale all’intera produzione di gas naturale.

Fonte: Cultuur onder Vuur, 6 Gennaio 2023.

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