La tragica ironia di una civiltà masochista

Newsletter di Giulio Meotti 7 Novembra 2021

In Germania afghano fa a pezzi una chiesa che finanzia gli sbarchi in Italia e un vescovo finanzia la moschea di Erdogan mentre chiude 450 su 500 chiese. Ci battiamo per tutti, non più per noi stessi 

di Giulio Meotti

Quando la scorsa settimana il pastore Klemens Müller ha guardato fuori dalla finestra, non poteva credere ai suoi occhi. Un giovane afgano stava letteralmente svuotando la sua chiesa di Frauenberg a Nordhausen. L’afghano, che vive in Germania da cinque anni, ha trascinato fuori sedie, svuotato l’altare, strappato libri religiosi e per organo e non si è fermato alla croce, che ha mutilato.

Alla Bild, il pastore racconta che l’afghano gli ha risposto che considerava “sbagliata” la fede cristiana. Il crocifisso fatto a pezzi, racconta la Welt, era stato salvato dalle macerie dopo il bombardamento di Nordhausen nella Seconda guerra mondiale. Ha resistito alle bombe, non al nostro masochismo. È ironico che la chiesa vandalizzata appartenga alla Chiesa luterana tedesca (EKD), che è uno dei maggiori donatori delle barche delle ong nel Mediterraneo, come la Sea Watch. Il capo della Chiesa luterana tedesca ha appena chiesto all’Italia di smettere di frapporsi alle ong che portano migranti in Italia.

E’ tutto ironico…

Marc Felix Serrao, caporedattore della Neue Zürcher Zeitung, scrive che l’ironia è tale che la Chiesa evangelica in Germania sul suo sito web parla di migrazioni, cambiamenti climatici, salvataggio in mare e l’alluvione a luglio. Sotto il titolo “migrazione”, ad esempio, si trova un testo del presidente uscente della Chiesa, Heinrich Bedford-Strohm, in cui spiega cosa deve fare una “società aperta e diversificata” per “consentire la partecipazione dei migranti”.

È importante, scrive il capo della chiesa, che si lasci “scomparire la propria croce” per “il rispetto e l’apprezzamento reciproci per chi arriva e per la società ospitante”. Il migrante afghano sembra averlo preso alla lettera. “La reazione sarebbe comica se non confermasse tragicamente il cliché di una chiesa che si batte per tutto e per tutti, ma non più per se stessa”, scrive Serrao. “La loro reazione, vagamente basata su Michel Houellebecq, può in realtà essere descritta solo come ‘sottomissione in Turingia’. Bedford-Strohm ha appena annunciato di non avere problemi con le chiamate musulmane alla preghiera a Colonia”.

Già, Colonia…La grande preghiera islamica può risuonare ormai ogni venerdì nel cielo della quarta città tedesca. E’ lo stesso grido di conquista che i cristiani d’Oriente e d’Africa giorno e notte sentono alle porte delle loro chiese e case. La storia accelera sulle rive del Reno, il fiume che irriga il cuore dell’Europa.

Sedici anni fa, Benedetto XVI fece il suo primo viaggio pontificio proprio a Colonia. Invitò i giovani d’Europa a tornare alle proprie radici in pellegrinaggio alla tomba dei Re Magi. A Ratisbona, un anno dopo, Ratzinger mise in guardia contro la violenza intrinseca dell’Islam.  

A Colonia Recep Tayyip Erdogan è venuto ad inaugurare la grande moschea alla presenza di Angela Merkel, la cancelliera democristiana figlia di un pastore prussiano. Questo gesto di buona volontà non ha impedito al presidente turco di trasformare Santa Sofia in una moschea nel 2020. Anche la chiesa cattolica di San Teodoro a Colonia ha contribuito all’islamizzazione della città finanziando la moschea, in nome di un dialogo interreligioso immaginario.

Esattamente come a Saint-Étienne du Rouvray, in Francia, dove il vescovo Duval regalò caritatevolmente un pezzo di terra confinante con una delle chiese della città per costruirvi la moschea. Adel Kermiche era solito pregare lì prima di andare a tagliare la gola a padre Jacques Hamel sul suo altare il 25 luglio 2016. “Vattene Satana!”, furono le ultime parole del prete.

Il 24 aprile scorso, anche l’arcivescovo di Colonia, cardinale Rainer Woelki, ha protestato solennemente contro le parole della deputata (AfD) Beatrix von Storch, principessa di Oldenburg, per la quale l’Islam è “un’ideologia politica che non rispetta i nostri fondamentali legge”. Oggi il porporato è in congedo per la gestione dei casi di pedofilia nella sua diocesi e larcidiocesi di Colonia prevede di ridurre le sue parrocchie da 500 a 50 entro il 2030.

Nel grande e ironico vuoto postmoderno dell’Europa, l’Islam va al galoppo.