Emergenza suicidio: fumare canne triplica il rischio

IFN – International Family News

16 Febbraio, 2020

L’allarme lanciato dagli psichiatri. Giovanni Serpelloni: «La cannabis altera il sistema nervoso degli adolescenti»

di Giacomo Bertoni

Cosa vuoi che sia uno spinello o una canna? In realtà può essere il primo passo verso comportamenti autolesionistici. Fino al tentativo di suicidio. Sono gli psichiatri a lanciare l’allarme, dopo la pubblicazione su Jama Psychiatry, il mensile medico dell’American Medical Association, di uno studio nel quale sono stati analizzati i comportamenti di 24mila giovani.

Fra i consumatori abituali di canne e spinelli, il rischio di cadere in depressione cresce del 37% rispetto ai coetanei che non fanno uso di droghe: la probabilità di avere pensieri suicidari cresce del 50%, e aumenta di tre volte e mezzo il pericolo di tentare un gesto estremo.

Sono dati che irrompono nel dibattito pubblico senza riuscire ad accenderlo, dati che però non sorprendono Giovanni Serpelloni, neuroscienziato, già direttore del Dipartimento Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, nonché direttore del Dipartimento Dipendenze e Centro di Medicina Comunitaria all’ULLS di Verona.

Professor Serpelloni, si sente parlare di cannabis light e di riduzione del rischio, poi però gli psichiatri spiegano che lo spinello può portare al suicidio. Cosa succede?

Partiamo da una cosa: quando si parla di cannabis, si parla di un prodotto che può avere una quantità variabile di principio attivo, che dalla cannabis naturale, che ha il 4% di Thc, adesso può arrivare anche al 38%, grazie a colture intensive e modificazioni genetiche. Diciamo che la cannabis è una droga leggera? Forse una volta. La cannabis va ad alterare il sistema degli endocannabinoidi, che è preposto alla modulazione del tono dell’umore, ed è legato quindi all’ansia, alla noia, alla motivazione.

Il sistema funziona con endocannabinoidi naturali, molecole simili a quelle del Thc, che abbiamo naturalmente nel corpo, e che sono 80 volte meno potenti di quelli sintetici. Assumere cannabis è come mettere carburante per un missile in una utilitaria: il sistema aumenta a dismisura la propria attività, il fisico sballa e l’effetto psicotico parte. In molte persone, già vulnerabili in partenza o geneticamente predisposte, questo può provocare depressione. Oltre a ciò, il Thc provoca il calo della motivazione, motivazione ad affrontare i problemi e le difficoltà della vita. Se mettiamo insieme depressione, motivazione e ansia, che può crescere con l’assunzione di droghe, si ha un mix di effetti che può portare a comportamenti autolesionistici.

C’è una grande differenza quindi tra gli effetti immediati di una canna, il classico sballo, e gli effetti a lungo termine?

Gli effetti acuti consistono in una disforia anche grave, in alcune persone si ottiene anche un certo rilassamento. Ci sono giovani che dicono “mi faccio una canna e poi vado a letto”. Ma assumere cannabis modifica il sistema e si fissa profondamente sui tessuti del cervello. Finito lo spinello, le sostanze continuano la propria opera, modificando le sinapsi e le strutture. Lo si è potuto documentare attraverso le risonanze magnetiche.

Non si dimentichi infatti che, oltre ad aumentare il Thc, è stato diminuito il Cbd, che contrastava gli effetti psicotici del Thc. Togliendo il Cbd aumenta l’effetto psichedelico, ma questo incrementa la possibilità che si verifichino psicosi. Provo lo spinello una volta, con gli amici? Il pericolo ci può essere anche con un solo spinello. Ci sono psicosi acute che vengono a crearsi con una dose sola. Non vale per tutti, ovviamente: ci sono infatti persone particolarmente sensibili, che possono avere disturbi di questo tipo. Il problema poi è il mix, perché spesso gli adolescenti provano la canna insieme all’alcool.

Le città sono piene di negozi dedicati alla cannabis light, dove viene spiegato però che la cannabis è venduta solo per collezionismo. Qualcuno potrebbe pensare “compro la light e sono sicuro…”

Sicuro di cosa? Abbiamo fatto esperimenti prendendo proprio la cannabis light. Da 30 grammi di cannabis dichiarata allo 0,3% di Thc, puoi estrarre fino a 15 milligrammi di Thc. La dose drogante è di 2 milligrammi. Attenzione, 30 grammi è una manciata di vegetale. Vero, non ha la potenza della cannabis con percentuale più elevata, ma se fumi cannabis light e la polizia ti fa un test, risulti positivo. Il vero problema della light è poi educativo, perché tu abitui ragazzini a cominciare con basse dosi per poi crescere.

Nei negozi ci sono volantini che elencano le proprietà benefiche della cannabis. Si legge che può essere usata anche per gravi patologie, dall’emicrania al morbo di Parkinson.

La canapa può avere usi medici? Può darsi. Potrebbe essere dimostrato scientificamente che è sicura, che è efficace. Ma prima, per capire queste cose, va studiata rispettando i protocolli. Non si può dire che la cannabis cura dalla calvizie al cancro per convincere la gente a fumarla per diletto. C’è una manipolazione informativa nata nel 1990: in Germania, nei manuali degli antiproibizionisti, si scriveva “se vogliamo far passare nel costume l’uso ricreativo abituale della cannabis, prima dobbiamo convincere che ha proprietà mediche e curative”. È una tecnica di marketing.

Poi, che possa avere qualche proprietà, bene: ma va studiata. Su Internet la cannabis viene consigliata addirittura alle donne in gravidanza: da neuroscienziato trovo questa cosa assolutamente inaccettabile. Il legame tra cannabis e suicidio è quindi confermato. Alterando il sistema degli endocannabinoidi vengono alterati anche il sistema serotoninergico e il sistema dopaminergico. Sono sistemi che tengono la persona in equilibrio. Se si sballano, la persona può andare incontro a sintomi depressivi, anche gravi. Riducendo la motivazione, poi, si riduce anche la capacità di reagire. Nei ragazzini, negli adolescenti, questo è più grave, abbiamo sempre più sindromi da ritiro: ragazzini che si chiudono nelle proprie camere e che non escono più per quattro mesi. Prendono la cannabis  e credono che tutti i loro problemi siano risolti.

I fruitori di cannabis sono consapevoli dei reali effetti collaterali di una canna e di uno spinello?

Noi mandiamo gli educatori nelle scuole, ma poi i ragazzi vanno su Internet e trovano i vari opinion leader, cantanti e influencer che sminuiscono il rischio e che deridono chi cerca di mettere in guardia mostrando i pericoli. Perché avviene tutto questo? Perché ci sono multinazionali potentissime che ci fanno soldi. Drogarsi come rito sociale, diritto di drogarsi? No, solo propaganda. Ci sono multinazionali, investitori, gente che vuole fare soldi. Addirittura, su siti di quotidiani italiani, escono banner pubblicitari con la classica foglia di marijuana e la scritta «Non fumare l’erba, investici».

Insomma, non fumarla perché fa male, però se ci investi e poi la fumano i ragazzini tu ci fai i soldi. La foglia di marijuana fa vendere di più. Ma queste tecniche chi le ha inventate? La Philip Morris tanti anni fa. Per promuovere l’abitudine alle sigarette si facevano i pacchetti con dentro le chewing-gum. Il bambino masticava la gomma, ma intanto si abituava ad aprire il pacchetto e a far finta di fumare. Nei negozi di cannabis light guarda caso spesso ci sono i ChupaChups. Non sono lì a caso, è marketing. Puro e semplice marketing.

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