Il terrorismo dal volto umano

abortoZENIT.org 24 e 26 aprile 2007

Adozione di bambini da parte di coppie ‘gay’, eutanasia anche per i bambini, liberalizzazione dell’aborto, anche in Portogallo, campagne di ecologisti radicali per diffondere la cultura contro la vita … Cosa sta succedendo in Europa? Da dove nasce questo desiderio di morte e chi lo promuove?

Intervista a monsignor Michel Schooyans


(Parte I)

In una intervista rilasciata a ZENIT, monsignor Michel Schooyans, professore Emerito di Filosofia politica e di Ideologie contemporanee all’Università cattolica di Lovanio (Belgio), cerca di rispondere a queste domande, analizzando le radici di questo desiderio di morte.

«Invece della vita, sembra che l’Europa abbia scelto la morte», spiega monsignor Schooyans, che all’argomento ha dedicato un volume intitolato “Il terrorismo dal volto umano” (“Le terrorisme à visage humain”, Paris, Éditions François-Xavier de Guibert, 2006).«Infatti – spiega monsignor Schooyans – in tutta l’Europa il numero delle nascite non compensa più il numero di decessi; la popolazione invecchia, la popolazione attiva diminuisce e ogni anno, la popolazione di una ventina di Paesi diminuisce».

«Solo nel 2005, la Russia ha perso circa 800.000 abitanti e la Germania 140.000. L’Italia, la Polonia e la Spagna sono sulla stessa china», afferma ancora questo esperto di Bioetica, membro della Pontifica Accademia per la Vita, della Pontificia Accademia per le Scienze sociali e dell’Accademia messicana di Bioetica.

«Giovanni Paolo II constatava già il “suicidio demografico” dell’Europa, sintetizzato in due dati: verso il 1914 essa annoverava il 25% della popolazione mondiale; nel 2050 ne conterà il 7%», sostiene Schooyans.

In quale modo si manifesta questo fascino della morte?

Mons. Schooyans: Giovanni Paolo II ha denunciato, dozzine di volte, la “cultura della morte”. Questa “cultura” è oggi molto affermata in Europa, dov’è il segno di un declino della speranza”. La sterilizzazione femminile e maschile è diventata una pratica corrente. In molti Paesi d’Europa gli aborti sono altrettanto numerosi delle nascite. Secondo l’Ufficio di Riferimento della Popolazione, oltre il 70% delle donne europee interessate ha fatto ricorso alla contraccezione.

I Paesi europei nei quali l’Enciclica “Humanae vitae” è stata ampiamente contestata figurano fra quelli dove la vita non ha alcun valore. Che dire degli effetti cancerogeni dei preparati contraccettivi riconosciuti dall’OMS? Che dire degli effetti possibilmente abortivi di alcuni di questi preparati chimici? Che dire infine del rischio di morte, assunto con cognizione di causa, da pazienti colpiti da malattie sessualmente trasmissibili?

Nella sua opera “Il terrorismo dal volto umano”, così come in altri lavori, torna spesso sulle radici di questo desiderio di morte. Lei segnala l’influenza di una pulsione di morte nelle ideologie contemporanee, in particolare nel comunismo, nel fascismo, nel nazismo, ma anche nel liberalismo utilitarista contemporaneo…

Mons. Schooyans: “Le ideologie totalitarie” del XX° secolo sopravvivono ai regimi che esse hanno ispirato. Queste ideologie hanno in comune il rifiuto di ogni riferimento morale. Bisogna essere pronti a morire, o a dare la morte, se il Partito, la purezza della Razza o lo Stato lo esigono. Queste ideologie che hanno ispirato il comunismo, il nazismo ed il fascismo sono sempre molto attive ed inoltre sono oggi sostenute dall’onda di choc dell’ideologia neo-liberale. Essa trova le sue radici nella corrente “illuminista”, che risale al XVII° secolo.

L’ideologia neo-liberale riporta due temi di questo illusionismo. Innanzitutto, l’individualismo: ciò che conta è l’autonomia, la libertà totale dell’individuo. Se tale individuo ne ha la forza, egli può utilizzare gli altri, sfruttarli, trarne vantaggi o piacere, eliminarli se sono inutili. L’uomo non è più un essere socievole; egli è nemico dell’uomo, padrone della vita. Indi l’approccio del libero esame: ciò che conta è la ragione individuale; la verità è relativa agli individui ed essi definiscono la loro morale in funzione ai loro interessi e ai loro piaceri individuali. La ragione serve a calcolare i piaceri. La religione deve essere combattuta, come devono esserlo tutti i pregiudizi.

L’Illuminismo è la fonte delle correnti attuali che contestano ogni norma, ogni regola morale e – a fortiori – ogni religione che rafforzasse le prescrizioni di una morale naturale. Questo individualismo e questo approccio del libero esame sono oggi i maggiori responsabili della banalizzazione del dono della morte, come nell’aborto e nell’eutanasia, ma anche nella contraccezione.

Alcuni, fra cui Hegel, vanno ancora oltre: essi raccomandano il suicidio, non solo come un diritto, ma come l’affermazione suprema della libertà individuale. La logica di questi due temi porta inevitabilmente all’eliminazione di ogni morale e di ogni religione; essa porta al soggettivismo ed all’agnosticismo di fronte ad ogni affermazione riguardo alla vita, al relativismo di fronte alla questione dei valori, al nichilismo di fronte al senso ultimo dell’esistenza e della morte.

L’ecologia umana non potrebbe controbilanciare l’influenza di queste ideologie?

Mons. Schooyans: Bisogna capire di quale ecologia si parla, poiché vi è un’ecologia dolce, non solo buona, ma necessaria, ed un’ecologia radicale. Questa ultima trova la sua espressione contemporanea più affermata nella Carta della Terra, documento patrocinato dall’ONU. L’ideologia a cui si ispira questa Carta, riprende dei temi vicini a quelli divulgati cinquant’anni fa da Julian Huxley, primo Direttore dell’UNESCO: l’uomo è “predatore”, egli è il “cancro del pianeta”. Egli è il prodotto di un’evoluzione puramente materiale e non può rivendicare alcuna superiorità di dignità in rapporto agli altri esseri che popolano il mondo.

Per Peter Singer, è meglio un cane in forma, di un bambino malato. Oggi, queste idee vengono riprese non solo nella Carta della Terra, ma anche da antropologi come Claude Lévi-Strauss. Secondo questo concetto ecologista, a forte connotazione New Age, l’uomo, alla sua morte, dovrà tornare definitivamente alla terra da dove proviene. La morte definitiva, senza alcuno spazio per la speranza, avrà sempre l’ultima parola.

Davanti ai Nunzi dell’America latina, il Santo Padre ha fatto riferimento alla pressione delle lobby che potrebbero pesare negativamente sui processi legislativi. Vi sono dei gruppi di pressione, delle lobby, che promuovono la cultura della morte?

Monsignor Schooyans: Per rispondere a questa domanda, è necessario innanzitutto chiarire i termini. I fautori del laicismo alimentano con cura la confusione fra“laicismo” e “laicità”. Con il termine laicità si intende a partire da Renan la separazione tra Chiesa e Stato, tra il potere temporale e quello spirituale. In principio, la laicità non sollevava un problema particolare nelle nostre società. Per quanto riguarda il laicismo, è una dottrina che si richiama esplicitamente alla tradizione illuminista.

Questa dottrina si è tuttavia lasciata permeare dai suoi satelliti ideologici, in particolare fascisti ed ecologisti. Tale dottrina vuole giustificare l’eliminazione di qualsiasi convinzione, cristiana o altra. Il laicismo è inoltre un fascio di movimenti d’azione che militano per far trionfare questo razionalismo antireligioso. Alcune repubbliche europee si sono attribuite un ruolo messianico nella divulgazione universale del laicismo. E’ il caso della Francia e della Spagna, che cercano di esportare il loro laicismo, la Francia verso l’Europa, la Spagna verso l’America latina.

Nella misura in cui questa dottrina trova i suoi punti di ancoraggio nel razionalismo e l’approccio del libero esame, essa stessa ed i suoi movimenti si trovano ad essere al servizio della cultura della morte. Oltre ad agenzie delle Nazioni Unite, come il potente UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione), moltissime ONG, fra cui l’International Planned Parenthood Federation si adoperano per aggredire la religione e divulgare pratiche che mirano a controllare la vita. Facciamo altri due esempi di movimenti che diffondono la dottrina del laicismo.

Il primo riguarda una specie di internazionale clandestina, la massoneria, che beneficia di un tabù che bisognerebbe spezzare. Innumerevoli pubblicazioni, a volte firmate da massoni stessi, dichiarano apertamente il ruolo delle logge nella produzione di leggi bioetiche che rendono precario il diritto alla vita. Secondo il parere stesso di alcuni suoi membri, questa organizzazione ha partecipato e continua a partecipare a campagne che mirano a privare di protezione legale efficace il bambino non nato, il malato incurabile o depresso; è protetto legalmente solo il personale che opera l’aborto o l’eutanasia.

Il secondo esempio è quello delle infinite lobby che finanziano e cercano di dare una copertura legale al commercio della morte. Ci riferiamo in particolare all’ONG Catholics for a free Choice, una truffa intellettuale che inganna numerosi cristiani, facendo credere loro di essere al servizio della vita, mentre invece il loro unico obiettivo è di indurre degli innocenti a scegliere la morte.

[Giovedì, la seconda parte dell’intervista: “Il terrorismo dal camice bianco”; il lavaggio del cervello nei grandi sistemi totalitari contemporanei; la questione dell’obiezione di coscienza]

(Parte II)

Nel suo ultimo libro, “Il terrorismo dal volto umano”, lei denuncia una nuova forma di terrorismo, quello dal colletto e dal camice bianchi. In quale modo questo nuovo terrorismo favorisce il culto della morte?

Monsignor Schooyans: A differenza dal terrorismo classico, il nuovo terrorismo è tanto più efficace quanto più è discreto. Esso ricorre ad una serie di argomenti, nei quali si incontrano le scienze biomediche, la demografia, il diritto, le tecniche di comunicazione. Questo tipo di terrorismo ha l’appoggio logistico e finanziario di alcune delle più importanti organizzazioni internazionali. Questo nuovo terrorismo attacca innanzitutto l’integrità intellettuale e morale delle persone. Sembra avere un volto umano; sembra onorare la verità; sembra favorire la libertà, mentre nella realtà cerca di trascinare gli uomini nella cultura della morte.

Il senso naturale delle parole viene distorto, rivoltato per rivestire imprese omicide. Non esiste più alcun criterio per distinguere il vero dal falso, il bene dal male. La giustizia è il prodotto di un mercanteggiamento e poi di un consenso. Ne consegue che il diritto, ad esempio, deve essere salvato dall’indegnità nella quale è caduto quando viene strumentalizzato per giustificare qualsiasi azione.

Lei sottolinea che questo terrorismo dal volto umano è un fenomeno assolutamente nuovo. Ma cosa dire della propaganda e del lavaggio del cervello nei grandi sistemi totalitari contemporanei…

Monsignor Schooyans: Effettivamente, da tempi immemorabili, gli uomini hanno avuto la tendenza ad accettare volontariamente i loro vincoli. Questo meccanismo psicologico viene sfruttato anche ai nostri giorni, con tecniche raffinate. Ciò che costituisce una drammatica novità, è l’organizzazione su scala mondiale di un fronte comune contro la vita.

Un fronte comune, dove lavorano in sinergia giuristi, politici, medici, economisti, etici, filosofi, dai quali ci si potrebbe aspettare che essi proteggano la vita senza ambiguità. Nei fatti, ci troviamo in presenza di una nuova rivoluzione culturale, di portata mondiale, totalmente chiusa alla trascendenza e dominata dall’utopia di una società chiusa alla speranza.

La Chiesa appare molto sola in questa difesa della vita. Molti cristiani devono affrontare il problema dell’obiezione di coscienza e in molti Paesi compaiono dei segnali precursori di persecuzione…

Monsignor Schooyans: E’ una constatazione che facciamo anche noi. E Gesù, per primo, è stato esposto all’ostilità di coloro che ritenevano che la salvezza dipendesse dalle loro opere e non da un dono gratuito di Dio. Gesù ha dovuto affrontare l’alleanza diabolica della menzogna e della violenza. La Sua passione inizia dalle tentazioni, quando si trova ad affrontare l’Avversario.

E’ vero che agli occhi del mondo, la Chiesa è oggi molto sola nella lotta contro la cultura della morte. In effetti, ci troviamo in una guerra di tipo nuovo, una guerra essenzialmente religiosa. Il terrorismo dal volto umano aggredisce l’essere umano poiché esso è l’immagine di Dio. Non potendo colpire Dio, le forze del male si sono scatenate contro la creatura che, attraverso la sua ragione e la sua volontà, riflette qualcosa del Suo volto divino. Davanti a coloro che rifiutano di riconoscere che essi sono finiti ed accogliere l’invito a diventare figli di Dio per sempre, la Chiesa deve offrire al mondo il messaggio di tenerezza che rianimerà la capacità di amare, sonnolenta nei cuori più induriti.

A tal fine, i cristiani devono evitare due scogli. La privatizzazione della religione: la religione dovrebbe essere confinata negli stretti limiti della sfera privata. Raccomandata dal laicismo, la privatizzazione della religione mira a neutralizzare l’azione dei cristiani a livello sociale e a demotivarli. Il secondo scoglio è il “recupero”, il fatto, per i cristiani, di lasciarsi neutralizzare o addirittura comprare. E’ ciò che accade con dei cristiani che accettano imprudentemente inviti a riunioni massoniche.

Tenuto ad impegnarsi a non rivelare il nome delle personalità presenti alla riunione, il visitatore cristiano ha venduto una parte importante della sua libertà. Egli è diventato complice della restrizione mentale che spinge il massone ad occultare una dimensione essenziale della sua identità: l’appartenenza ad una loggia. Al termine di questo processo, sarà molto difficile per il visitatore criticare pubblicamente, ad esempio, un progetto moralmente inammissibile che provenga dai “fratelli” che lo hanno accolto.

Un capitolo del suo libro è intitolato: “Quale antropologia? Quale morale?”. Ci può spiegare l’obiettivo di questo capitolo?

Monsignor Schooyans: Il terrorismo dal volto umano non può annidarsi che in una società che considera l’uomo come un semplice individuo. Noi abbiamo appena segnalato le radici illuministe di tale concetto dell’uomo. Ora, noi non siamo sempre attenti alla persistenza di questa visione strettamente individualistica dell’uomo. Nella misura in cui predomina tale ottica, prima o poi la famiglia viene messain discussione. La famiglia presuppone, in effetti, un’ottica personalistica dell’uomo, cioè una visione in cui l’uomo è un essere di relazioni, un essere socievole, un essere capace di amare e di aiutare gli altri ad esprimersi, un essere che ha bisogno degli altri per poter esprimere se stesso, un essere che nella relazione coniugale è in grado di dare la vita.

Ora, quando domina l’ottica individualistica, l’individuo tende a dissociare il fine unitivo e il fine procreativo presenti nella sessualità umana; il piacere è un bene, il bambino è un rischio. Quando domina questa ottica, la sessualità è dissociata dall’amore; essa è una funzione fisiologica ridotta a servire l’edonismo individuale. Questo individualismo trova il suo sbocco nell’ideologia del “genere”, secondo la quale le persone scelgono il loro genere, a prescindere dalle loro caratteristiche genitali.

I programmi di “salute riproduttiva”, divulgati da varie agenzie delle Nazioni Unite sono al servizio di tale scelta ideologica. Pertanto, parole come matrimonio, famiglia, maternità, madre, paternità, padre, ecc. non hanno più pertinenza e spariscono dal vocabolario. Con l’ausilio della magia del linguaggio, l’ideologia de “genere” sogna così di ricostruire un mondo strettamente utopico. Vi sono dei “negazionisti”, che negano la realtà dell’Olocausto. E vi sono anche dei “negazionisti” ciechi difronte alle realtà naturali più evidenti.